Data di pubblicazione: Dicembre 2011
Codice: 9788838241475
DISPONIBILE IN 6/7 GIORNI
€ 18,50
Il volume propone alla lettura alcuni saggi che muovono dal convincimento che ogni concetto, prima di divenire parola scritta, sia già forma recitata al pensiero, immagine che prende corpo nel suo stesso profilo di consistenze e di strutture, fino a coincidere con i dettati linguistici che la rivelano e che la rendono possibile alla conoscenza.
Questo percorso è stato contraddistinto con i termini che, via via, dal Romanticismo in poi, si sono imposti alla storiografia per indicare le tensioni dello spirito (ovvero della coscienza, dell’anima) verso i territori dell’“altro” e le modalità in cui la mente genera i suoi legami con gli spazi del sociale e della storia, ma anche i conflitti, le condizioni di separatezza, i grandi fuochi che ardono al bivio fra vecchi e nuovi interrogativi e che – sperimentati i molteplici e complessi enigmi dell’individuo e della natura – si nutrono di esercizi simbolici, di altezze ideali e di insegne tanto problematiche quanto intellettualmente feconde e sonanti.
In questa direzione i saggi del libro possono, dunque, fornire una prospettiva illuminante dei modelli conoscitivi e delle dimensioni culturali in cui si sono espresse le ragioni estetiche, politiche e religiose della sensibilità otto-novecentesca.
Vito Moretti è docente di «Letteratura Italiana» nell’Università di Chieti; ha pubblicato numerosi studi sulla cultura dal Settecento al Novecento, con particolare riguardo alle aree del verismo e del decadentismo e a Gabriele d’Annunzio, di cui ha reso noto carteggi e scritti inediti; ha promosso numerosi convegni e seminari sulla letteratura abruzzese e nazionale, con la stampa dei relativi Atti, e ha curato l’edizione critica o la riproposta in volume di opere di vari autori. Si interessa della poesia in lingua e in dialetto, ed è responsabile di alcune collane editoriali, riguardanti sia scrittura saggistica sia quella creativa.
Il volume propone alla lettura alcuni saggi che muovono dal convincimento che ogni concetto, prima di divenire parola scritta, sia già forma recitata al pensiero, immagine che prende corpo nel suo stesso profilo di consistenze e di strutture, fino a coincidere con i dettati linguistici che la rivelano e che la rendono possibile alla conoscenza.
Questo percorso è stato contraddistinto con i termini che, via via, dal Romanticismo in poi, si sono imposti alla storiografia per indicare le tensioni dello spirito (ovvero della coscienza, dell’anima) verso i territori dell’“altro” e le modalità in cui la mente genera i suoi legami con gli spazi del sociale e della storia, ma anche i conflitti, le condizioni di separatezza, i grandi fuochi che ardono al bivio fra vecchi e nuovi interrogativi e che – sperimentati i molteplici e complessi enigmi dell’individuo e della natura – si nutrono di esercizi simbolici, di altezze ideali e di insegne tanto problematiche quanto intellettualmente feconde e sonanti.
In questa direzione i saggi del libro possono, dunque, fornire una prospettiva illuminante dei modelli conoscitivi e delle dimensioni culturali in cui si sono espresse le ragioni estetiche, politiche e religiose della sensibilità otto-novecentesca.
Vito Moretti è docente di «Letteratura Italiana» nell’Università di Chieti; ha pubblicato numerosi studi sulla cultura dal Settecento al Novecento, con particolare riguardo alle aree del verismo e del decadentismo e a Gabriele d’Annunzio, di cui ha reso noto carteggi e scritti inediti; ha promosso numerosi convegni e seminari sulla letteratura abruzzese e nazionale, con la stampa dei relativi Atti, e ha curato l’edizione critica o la riproposta in volume di opere di vari autori. Si interessa della poesia in lingua e in dialetto, ed è responsabile di alcune collane editoriali, riguardanti sia scrittura saggistica sia quella creativa.