Nel 1870 a soli ventisei anni Nietzsche scrive La visione del mondo dionisiaca. In queste pagine non destinate alla pubblicazione appronta la quinta scenica che sotterraneamente lo accompagnerà per tutta la vita: il rapporto conflittuale tra gli impulsi “generatori” della cultura umana, o almeno greca e poi europea, ossia la lotta tra l’apollineo e il dionisiaco. Il pensiero tragico di Nietzsche si forma intorno a questa lotta e il capolavoro giovanile pubblicato di lì a poco, La nascita della tragedia dallo spirito della musica, ha come nucleo proprio La visione del mondo dionisiaca. Qui è compresa con chiarezza l’irruzione epocale di quello strapotere proveniente dall’Oriente e della contromossa che l’Occidente ha adottato per non soccombere e per germogliare. Nel paesaggio bucolico della valle alpina di Maderanertal, vicino al Lago di Lucerna, Nietzsche può comporre il suo scritto, spinto dall’ingenuo proposito di un “rinascimento” tedesco ma anche dall’impellente necessità di una “rivoluzione” dionisiaca.
Il volume è curato, introdotto e tradotto da Tommaso Scappini, dottorando in filosofia all’Università di Vercelli con una tesi sul tema della violenza in Nietzsche. Studioso di ermeneutica e di estetica, insegna storia e filosofia nei licei.
L'Io impara a parlare sempre più onestamente:
e quanto più impara, tanto più trova parole per onorare
il corpo e la terra. Un nuovo orgoglio mi insegnò
il mio Io, ed io lo insegno agli uomini: di non ficcare
più il capo nella sabbia delle cose celesti, ma di portarlo
libero, un capo terreno che dà senso alla terra!
Una nuova volontà insegno io agli uomini: volere questa
via che l'uomo ha finora percorso alla cieca, e approvarla
e non discostarsene più furtivamente come fanno
gli ammalati e i moribondi!
Così parlò Zarathustra (1883-1885), uno dei cinque libri titanici dell’umanità secondo T.E. Lawrence, è, nel “sistema Nietzsche”, l’esplosione del suo genio linguistico e un’opera misteriosa, nella sua abbagliante chiarezza, che illumina le opere precedenti e susseguenti come il sole i suoi pianeti. È, in una corona di tutte opere scettiche, un’opera affermativa, in cui Nietzsche raggiunge le sue dimensioni ottime e massime, facendo rifulgere le sue grandissime doti di moralista, poeta, psicologo e profeta. È il vangelo della purezza, che si contrappone al vangelo della carità, l’esaltazione della vita nella sua tragica caducità contro ogni trascendenza, un inno alla grandezza con radici terrestri e la sua fenomenologia nel mondo, la sua “storia ideale eterna” iscritta nell’accidentato cammino del suo divenire terreno e del martirio che incombe a chi si mette sul suo sentiero solitario. È il vero Ecce homo, non sbandierato al pubblico, ma sussurrato a se stesso in timore e tremore. La classica traduzione di Sossio Giametta, uno dei più rinomati interpreti italiani di Nietzsche, viene presentata per la prima volta con il testo tedesco a fronte dell’edizione Colli-Montinari, con un ampio saggio introduttivo, un commento analitico e una bibliografia nietzschiana aggiornata al 2010.