Nuova edizione speciale in occasione dei 30 anni dalla morte dello scrittore e 50 dalla fondazione della casa editrice Sellerio.
«Un’autobiografia disseminata nei libri che fecero la felicità di Sciascia lettore ed editore… il racconto, per capitoli più o meno minimi, della storia di un’impresa editoriale inventata dalla letteratura di Sciascia» - dall'introduzione di Salvatore Silvano Nigro
«È bello ricordarsi di lui mediante ciò che lui più faceva per divertimento. L’editore» - dalla testimonianza di Maurizio Barbato Leonardo Sciascia iniziò a collaborare con questa casa editrice sin dagli anni della sua fondazione: sua l’introduzione al primo volume, I veleni di Palermo di Rosario La Duca, suo il secondo titolo del catalogo, Atti relativi alla morte di Raymond Roussel. Non ricoprì però solo il ruolo di consulente editoriale, fu molto altro e molto di più: a fianco dei fondatori fissò lo stile della casa editrice che ancora oggi i lettori ben riconoscono. Questo volume raccoglie non solo i risvolti di copertina della collana da lui ideata nel 1979 e diretta sino alla morte, «La memoria», ma comprende anche tutti gli scritti di Sciascia non firmati e destinati a servire l’attività editoriale per Sellerio: i risvolti delle altre collane, le avvertenze editoriali, le note, i segnalibro, le introduzioni alle varie parti delle antologie da lui curate. A rileggerli oggi, come pensieri e aforismi, indipendentemente dal loro riferimento ad altro, se ne ricava netta la sensazione - nella loro rapidità, l’andamento sinuoso, prima lento e poi improvvisamente risolutivo - di un pensiero che si fa, di un pensiero scritto senza un intelligibile scarto tra il suo concetto e la sua ideazione. Tanti e tali sono stati gli interventi «editoriali» di Leonardo Sciascia - dalla revisione di una traduzione, al suggerimento per la denominazione di una collana, dalla correzione di un frontespizio alla minuta di una lettera di incarico - che si è pensato di inserirne alcuni di pugno dello scrittore in questa edizione speciale. Uno straordinario libro dei libri.
La Lux Film decise di riportare sugli schermi il romanzo di Manzoni, in quanto "libro di ogni tempo di emergenza", morale, politica e sociale; adatto anche, negli anni della ricostruzione, a suggerire "una via di sviluppo al neorealismo": al passaggio dalla cronaca alla storia. Chiese il sostegno di critici e di scrittori. Aprì due inchieste consecutive, alle quali risposero Moravia, Bassani, Soldati, Bacchelli, Guglielmo Alberti, Emilio Cecchi, Marino Parenti, Antonio Baldini, e il traduttore inglese dei "Promessi sposi" Archibald Colquhoun. Si dibatté per circa dieci anni, dal 1954 al 1963. Ne nacque un caso Manzoni, sul doppio versante della letteratura e del cinema. Furono coinvolti due grandi registi: il Fellini del film "La strada" e il Visconti di "Senso". Non fu però possibile portare a compimento il progetto. Rimangono i titoli dei due episodi previsti, dei due "quadroni" alla maniera dei teleri barocchi (riproposti e studiati da Roberto Longhi e dai suoi allievi): "Il pane" e "La peste". Il regista prescelto era Luchino Visconti. Le carte del caso Manzoni sono in gran parte sopravvissute. Finalmente recuperate negli archivi, ordinate e contestualizzate, costituiscono l'ossatura di questo libro curato da Salvatore Silvano Nigro e da Silvia Moretti.