Un giorno nel 1965 Johanna, una studentessa universitaria tedesca in cerca di un'occupazione a Roma, legge sul "Messaggero" un'inserzione: "Poeta tedesco ricerca segretaria tedesca". Poco dopo essere stata assunta, il sedicente poeta le detta una lunga lettera in difesa degli ebrei che sostiene di aver scritto e spedito a Hitler nel 1933, e le chiede di inviarla a centinaia di indirizzi tedeschi, fra cui quelli di alcuni giornali. Johanna è convinta di avere di fronte un millantatore, ma dovrà ricredersi quando, tornata in Germania, si metterà a indagare sul suo datore di lavoro, ripercorrendo così passo passo la vita di Armin T. Wegner, scrittore e strenuo difensore dei diritti umani, riconosciuto dagli armeni come "giusto" per essere stato uno dei primi a denunciare il dramma del loro popolo: il genocidio del 1915-16. Quello stesso riconoscimento Armin lo aveva ricevuto nel 1967 anche in Israele, con un albero nel giardino dei giusti di Yad Vashem, proprio per la lettera al Führer e la denuncia delle leggi antisemite. Gabriele Nissim ne ha ricostruito la straordinaria vita, anche sulla base delle tante lettere custodite negli archivi di famiglia. Dopo aver servito nell'esercito tedesco, alleato dei Giovani Turchi, come ufficiale medico durante la Prima guerra mondiale - e aver assistito come testimone diretto al genocidio degli armeni (sono sue le uniche fotografie esistenti dello sterminio) -, a metà degli anni Venti Wegner diventa comunista...
Il gesto eroico di Oskar Schindler, che salvò centinaia di ebrei dalla Shoa, venne riconosciuto e commemorato con un albero nel Giardino dei giusti solo alcuni anni fa. Ma la storia dell'imprenditore tedesco e della sua famosa lista non è altro che una delle molte vicende di piccoli eroismi quotidiani che durante l'ultima guerra hanno salvato la vita a migliaia di persone. Un uomo, di nome Moshe Bejski, uno dei tanti che fece parte della "lista di Schindler", giunto in Israele alla fine della guerra, ha dedicato la sua vita per ritrovare e commemorare i "giusti" di ogni parte del mondo, perché di essi non fosse persa la memoria e perché per sempre il popolo ebraico potesse essere loro grato. Questo libro ricostruisce la sua vicenda.