In un Medioevo "pieno di stupore", teatro di battaglie, custode di segreti, terra di avventure e di viaggi, di amori e paure estreme, dispensatore di attimi sottratti a un'eternità di cui pareva si cibasse ogni cosa, sorse un uomo, Giovanni di Bernardone, poi conosciuto come Francesco. L'uomo di Assisi, colui che vedeva la luce e la bellezza del suo Maestro Gesù in ogni volto di persona ma anche di animale, e non solo in essi ma pure nel sole, nella luna, nella terra su cui camminava insieme agli altri. San Francesco, il "poverello" per antonomasia, il folle di Dio. Aldo Nove in questo suo nuovo libro non si limita a ricostruire la storia di Francesco. Lo fa dal punto di vista del nipote Piccardo, un ragazzino dapprima spaurito di fronte alle scelte radicali dello zio, ma poi gradualmente pervaso di una ammirazione giocata sullo stacco fra il riconoscimento della Verità e la coscienza di non poter essere come Francesco, di non poter seguire il suo cammino nello stesso modo. Sullo sfondo, le forti emozioni e gli sconvolgimenti di un'epoca che non fu affatto buia come talora si crede, ma viva come lo sono i linguaggi infantili, forse i soli a cogliere il momento indicibile in cui la vita di un testimone del Regno come Francesco si trasforma in esperienza condivisibile di santità.
Vent'anni dopo "Woobinda", Aldo Nove ritorna con "Anteprima mondiale". Vent'anni in cui tutto è cambiato senza tradire le profetiche premesse che infiammarono allora pubblico e critica. Nove racconta un mondo mutato per sempre, giunto oggi a un punto di saturazione, e gioca la carta più difficile: descrivere con ironia e compassione una deriva che non risparmia niente e nessuno, se non un residuale senso di umanesimo a cui possiamo ancorare le nostre speranze per il futuro. "Anteprima mondiale" fa ridere e al tempo stesso tocca le nostre inquietudini più profonde, riuscendo nel paradosso di trasformare, grazie alla letteratura, ciò che ci fa spavento in qualcosa di sorprendentemente comico.