Rivista quadrimestrale di teologia, n. 3/2011. Questo volume raccoglie i contributi del Convegno di Studi 'Inculturazione e dottrina della fede nelle teologie asiatiche', svoltosi a Bologna il 30 novembre e il 1 dicembre 2010.
Teologia dogmatica
L´unico modo di ridestare il senso della verità è quello di risvegliare il senso della realtà: ma la realtà di cui si occupa la teologia è il mistero di Dio, e l´unico modo di accedervi è attraverso la contemplazione della fede: «actus intellectus assentientis veritati divinae ex imperio voluntatis a Deomotae per gratiam». Per accendere il senso della fede, e di qui ristabilire l´orientamento nella realtà illuminata dalla luce della verità, la teologia deve pertanto ritornare al mistero: contemplare umilmente - nell´atteggiamento ragionevole del «sapiente» (in senso classico e biblico) e non in quello razionalista dello «scienziato» (in senso moderno), nel legittimo pluralismo di prospettive diverse e convergenti - il volto misterioso di Dio rivelato da Gesù Cristo.
Sommario breve:
CASTELLUCCI «Dio non ha bisogno di nulla». L’autarchia come cifra fondamentale del divino nel mondo greco. BOSCHI Il mistero di Dio nella Bibbia. BENZI Mistero di Dio e purificazione in Isaia 6, 1-7. BORRIELLO Il mistero di Cristo nell’esistenza cristiana. SPIRITO La tradizione dei padri del deserto davanti al mistero di Dio. PASINI La contemplazione di Dio nella spiritualità bizantina. CARPIN La conoscenza umana di Dio in Isidoro di Siviglia. PARENTI Una questione sull’ontologia trinitaria. BARZAGHI Simbolica e teoresi nelle «cinque vie» di san Tommaso d’Aquino. OLMI La struttura del mistero di Dio.
Dall’inizio della civiltà l’uomo si è trovato di fronte a un enigma insolubile, che si manifesta come il problema più grave della nostra condizione, l’ostacolo insormontabile sul cammino - individuale e collettivo - verso la felicità. Perché esiste il male? Quali sono le sue cause? Ci sono possibili rimedi, in grado di sconfiggerlo?
Tra tutte le risposte al problema del male ce n’è una che si impone con particolare autorevolezza: quella data dalla rivelazione cristiana. Il depositum fidei, custodito dalla Chiesa, contiene l’insegnamento sul peccato originale: la ribellione a Dio di alcuni angeli, la successiva caduta dei progenitori della specie umana, la perdita irreversibile dello stato di grazia, l’offerta salvifica di Dio che non ha abbandonato l’uomo «in potere della morte».
Tuttavia, proprio perché si rivolge alla ragione e non (esclusivamente) al sentimento, la risposta della rivelazione cristiana - e quindi della Chiesa - al problema del male deve confrontarsi con gli esiti delle ricerche filosofiche, storiche, scientifiche su tale argomento. Esiti che talora appaiono in contrasto, anche radicale, con i dati di fede custoditi dalla tradizione ecclesiale: ma che non possono realmente contraddirli, se si confrontano con essa in modo leale e ragionevole.