Nel paese dei tarocchi, dove le sedie sono poche e i culi abbondano, dove l'etica è un optional, le banche sono popolate di guardie che fanno l'occhiolino ai ladri, dove il tubo catodico si è sostituito alle cellule cerebrali, Flavio Oreglio continua a tentare di svegliare le coscienze addormentate con il sorriso. Oreglio non scherza per nulla, quando scherza. Ci fa pensare nella tradizione del Teatro canzone di cui è uno dei massimi esponenti. La politica, l'economia, la religione: Oreglio dissipa le nubi dell'ignoranza con il paradosso. Il libro rappresenta il terzo capitolo della serie "Siamo una massa di ignoranti. Parliamone". Nel precedente era stati individuati tre livelli di ignoranza (scolastica, sociopolitica, filosofica) ed era stato dato spazio al primo e al terzo, rimandando a questo volume l'approfondita trattazione del secondo livello (ignoranza socio-politica).
Secondo l'autore, l'ignoranza è una cosa ben diversa dalla stupidità. C'è infatti un'ignoranza auspicabile, così come c'è un'ignoranza transitoria e produttiva e un'ignoranza irrimediabile. C'è un'ignoranza scolastica, dovuta a una scuola che fornisce troppe informazioni inutili, non spiega come organizzare il sapere e più che altro trasforma la vita dei suoi allievi in una tortura. C'è un'ignoranza socio-politica, legata alla "sordità" del mondo dell'informazione, che grazie ai suoi "generatori di consenso" vive di "bufale" buone per qualsiasi salotto. C'è infine un'ignoranza filosofica, che è quella di chi ripete acriticamente una visione del mondo su cui non riflette e non si fa domande.
Flavio Oreglio presenta una sorta di write-show suddiviso in tre parti. La prima è un excursus satirico-umoristico sulla quotidianità. Prendendo spunto dalla dilagante superficialità e dal pressappochismo che ci circonda, l'artista si sofferma sulle contraddizioni della società moderna, per arrivare alla seconda parte, dove esprime in modo lineare la propria posizione su tematiche che vanno dalla filosofia alla scienza, alla religione. Nella terza parte sono presenti i testi delle canzoni del nuovo, omonimo, spettacolo.
Flavio Oreglio presenta una sorta di write-show suddiviso in tre parti. La prima è un excursus satirico-umoristico sulla quotidianità. Prendendo spunto dalla dilagante superficialità e dal pressappochismo che ci circonda, l'artista si sofferma sulle contraddizioni della società moderna, per arrivare alla seconda parte, dove esprime in modo lineare la propria posizione su tematiche che vanno dalla filosofia alla scienza, alla religione. Nella terza parte sono presenti i testi delle canzoni del nuovo, omonimo, spettacolo.