Il libro del profeta Abacuc è affascinante e drammatico. È una provocazione a Dio che nasce da un'esperienza viva del male del mondo: perché l'ingiusto sembra che abbia sempre ragione rispetto a chi lavora per la giustizia, parla lealmente e ha le mani pulite da ogni compromesso? Perché in questo silenzio Dio non fa sentire la sua voce? L'adorazione è il tempo del silenzio davanti a Dio, ma è anche il tempo delle tante domande: perché il male? E perché di fronte al male Dio non interviene? Solo la fede fa del nostro tempo di preghiera un'adorazione. Dio risponde al mondo che lo interroga con un segno ancora più sconcertante: l'Eucaristia. Adorare è trascendere il bene e il male che ci circondano, rimanendo alla presenza di Dio. A Lui ci affidiamo.
Quando ci mancano le parole per dire quello che il cuore sente, ciò spesso è dovuto al fatto che abbiamo dimenticato il "suono del silenzio". Si, il silenzio è l'unica parola vera che dà significato al nostro parlare, la bellezza del nostro essere cristiani. Ma, il silenzio non s'impara dai libri: è solo frutto dell'esperienza del nostro stare davanti a Dio e del nostro sapere ascoltare la sua Parola.
L’adorazione è vivere l’esperienza del nostro rapporto con Dio: è un rapporto che entra nell’intimo del cuore, trasformando la nostra stessa esistenza, un rapporto che lascia il segno di quello spirito profetico, del quale i profeti sono testimoni. Ci accompagna in questo tempo di adorazione la Parola che Dio ha detto attraverso la bocca del profeta Sofonia e del profeta Aggeo. I profeti vivono l’esperienza di questo rapporto che distrugge e rinnova. Anche noi siamo chiamati a vivere questa esperienza, perché questo è il senso dell’adorazione. Adorare è affermare l’esperienza di fede che rivela e realizza la presenza di un Dio che si comunica all’uomo, un Dio che non si ferma a quello che ho fatto o faccio, ma a quello che sono. Stare davanti a Lui è come vivere l’esperienza di un terremoto che mette sottosopra la nostra vita interiore, ci fa prendere coscienza della nostra pochezza, dello sgomento e della paura che ci attaccano. La pace, però, è sempre alla fine di questo rapporto. E’ così l’esperienza racchiusa in questa preghiera di adorazione.
Don Luigi Oropallo, nato a Firenze il 19 marzo 1949, dopo gli studi compiuti presso l’Università di Firenze nella Facoltà di Matematica, nel 1972 è entrato nel Seminario diocesano ed è stato ordinato sacerdote il 12 aprile 1979. Ha esercitato il ministero pastorale in diverse parrocchie della diocesi fiorentina; nel 1966 è stato nominato canonico della basilica di San Lorenzo e attualmente è preposto e parroco del Santuario Mariano della diocesi nella basilica di Santa Maria dell’Impruneta. Dal 1995 è direttore dell’Apostolato della Preghiera ed è impegnato nella predicazione di ritiri, esercizi e ore di adorazione eucaristica. Presso le Edizioni AdP ha già pubblicato Tu sei la nostra vita; Davanti al Signore e Vogliamo vedere Gesù; Il Rosario, oltre a numerosi articoli su e Il Messaggio del Cuore di Gesù.