L'agile testo intende fare il punto sulla grande trasformazione culturale dell'Europa, dovuta alla crescente visibilità di una diversità religiosa, per molti aspetti, inedita ed inattesa. Tale tema sarà affrontato, da un lato, descrivendo le principali caratteristiche della nuova mappa religiosa europea e, dall'altro, analizzando, i vari modelli adottati dagli Stati dell'Unione per riconoscere e gestire la crescente diversità religiosa. Lo scopo, in buona sostanza, è di fornire sia una bussola per leggere il cambiamento religioso in atto, sia per interpretare l'impatto che tale mutamento ha in campo sociale e politico. La bussola sarà anche un glossario di base utile per classificare e distinguere i vari fenomeni e dati presentati nel testo. L'orizzonte europeo permetterà, infine, a chi legge di comprendere la peculiarità del caso italiano, cui sarà dedicato un apposito capitolo, rispetto soprattutto ai Paesi del Nord Europa. Nel corto respiro della sua storia nazionale, infatti, un Paese di tradizione cattolica si misura con una diversità religiosa elevata, mostrando difficoltà e paure, ma anche la capacità d'inventare luoghi e momenti d'incontro fra persone di differenti fedi.
Un cristianesimo di nuova generazione, restio ad allinearsi docilmente ai modelli ecclesiali della tradizione cattolica e delle Chiese della Riforma, si sta rapidamente diffondendo in Africa, Asia e America Latina ed è ormai pronto a mettere radici anche in Europa. Più interessato a proporsi come esperienza immediata della potenza dello Spirito che a elaborare categorie teologiche, questo cristianesimo crede nell'efficacia dei doni spirituali nel promuovere il cambiamento interiore e il successo nella vita mondana e si affida a leader carismatici che sapientemente trasformano le liturgie in spettacoli di massa per provare i loro poteri di guarigione e profezia. Un elemento che riassume tutti questi aspetti è la scelta di strutture «extra-large» che sul piano architettonico non ripetono gli stili dell’arte sacra, ma si integrano nel panorama delle metropoli, preferendo la forma esteriore di grandi auditori e di multisale di preghiera. L’organizzazione drammaturgica dello spazio sacro è al servizio di una messa in scena: la guerra contro gli spiriti del male in nome di Gesù e dello Spirito Santo, cui, sotto la regia del leader, tutti potenzialmente sono chiamati a partecipare, recitando ruoli da co-protagonisti.
Come mai dal messaggio di Gesù sono nate tante chiese diverse fra loro, sette pacifiche e violente, movimenti di riforma sociale e utopie rivoluzionarie, visioni sull'imminente fine del mondo e strategie politiche, gruppi capaci di contrastare le ingiustizie sociali e altri accomodanti con il potere? Il libro, adottando un approccio sociologico attento alla storia del cristianesimo, fornisce una risposta, prendendo alla lettera l'inizio del vangelo di Giovanni: in principio era la Parola. La parola è quella data da Gesù alla sua prima comunità; una parola data che diventa oggetto del lavoro della memoria, fonte di controversie davanti alle quali si impone l'idea che solo l'autorità può garantire la verità del messaggio lasciato da Gesù. Tuttavia la formazione di un'organizzazione di tipo gerarchico depositaria della verità - il modello della chiesa -, lungi dal risolvere i conflitti, li ha dilatati attraverso i secoli, sino ai giorni nostri. L'altra forma organizzata, la setta, ha continuato a mettere in discussione il monopolio della parola di Gesù da parte di un'unica autorità. Nella dialettica fra chiesa, sette e movimenti di tipo mistico, il cristianesimo mostra tutta la sua intrinseca capacità di creare movimento nelle società.