«Le parole hanno un "peso", e troppe volte invece non si dà peso alle parole, si rimane sulla superficie senza scendere in profondità. Viviamo nell'epoca della comunicazione: i media e le reti producono quotidianamente flussi di messaggi che rischiano di appiattire il senso di ogni parola, accrescendo il disorientamento. Come i cristiani di oggi possono comunicare agli uomini e alle donne la loro fede? Possono le parole della fede - che in passato sono state usate anche per dividere e creare barriere - diventare un luogo di incontro e di rinnovata consapevolezza sul destino comune dell'umanità? Non stiamo vivendo un'epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d'epoca che la pandemia ha reso ancora più drammatico. Le parole della fede ci aiutano a vivere meglio questo tempo di prova». Le pagine firmate da Vincenzo Paglia sono un compendio per riavvicinarsi al messaggio cristiano in un modo comprensibile a tutti: a chi crede e a chi non crede, a chi credeva e non crede più o crede in altro modo. Il mistero di Gesù è tale non perché incomprensibile, ma perché è una realtà che ci supera in modo incommensurabile. Le parole sono indispensabili per cogliere tale mistero, senza tuttavia esaurirlo.
«L'arte della preghiera non richiede l'apprendimento di regole astratte. A pregare si impara pregando». In sintonia con questa convinzione, mons. Paglia invita chi crede e chi non crede a superare l'afasia del nostro tempo incerto, per ritrovare nei salmi le parole più intime e appassionate di un dialogo con l'Eterno. Il Salterio è un preziosissimo scrigno di sapienza per cominciare - o ricominciare - a pregare. I salmi sono parole di carne. Nei salmi c'è l'intera vita: dal seno materno alla nascita, dalla giovinezza alla vecchiaia. Nei salmi c'è il lavoro, il riposo, i sensi di colpa, le grida nella malattia e nel dolore, ma anche la gratitudine, la gioia, la meraviglia. I salmi mostrano le profondità nascoste del cuore umano, e insegnano a pregare non solo per se stessi, ma per l'intera creazione, accogliendo Dio per riversarlo sul mondo. Certo, è un rapporto asimmetrico, che porta la creatura a salire in alto, e il Signore a chinarsi premurosamente su di lei, ma la relazione è calda, intensa: talvolta, è una discussione a suon di imprecazioni e gelosie; talaltra, è una supplica struggente; altre volte ancora, è lode universale. Mai sono monologhi, i salmi. Sono sempre un dialogo tra un Tu che risponde e un io che chiede.