"Per me questo slittamento è decisivo, passare da qui di chi la mia vita a quel di chi è il mio dolore è qualcosa che immediatamente diventa un fattore discriminante" (Luigi Manconi)
"Ognuno di noi ha un pezzo dell'altro, il tuo dolore è anche il mio, e io non ti permetterò mai di tagliare questo mio rapporto amicale rispetto al tuo dolore"(Vincenzo Paglia)
C'è contrapposizione fra "buona morte" e "dolce morte"? Dove comincia e dove finisce la dignità del vivere e del morire? Il "diritto alla vita" presume anche un "obbligo alla vita"? E con quale prerogativa - affermano i fautori dell'eutanasia - la società vieta a un individuo di voler morire se liberamente lo sceglie? Monsignor Paglia affronta tutti gli aspetti legati al "fine vita" che continuano a suscitare aspri confronti in Italia e nei paesi europei, e insiste sulla necessità di allargare gli orizzonti nel trattare i problemi, evitando gabbie ideologiche o ambigue urgenze legislative, e di riportare il dibattito all'interno di una visione umanistica e sapienziale.
C'è contrapposizione fra "buona morte" e "dolce morte"? E allora: dove comincia e dove finisce la dignità del vivere e del morire? In Europa e nel mondo sono in crescita i Paesi che hanno approvato una legge sull'eutanasia e sul suicidio assistito. Il "diritto alla vita" presume anche un "obbligo alla vita"? E con quale prerogativa - affermano i fautori dell'eutanasia - la società vieta a uno di voler morire se liberamente lo sceglie? Monsignor Paglia - uno dei più autorevoli esponenti della Chiesa di Francesco, consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio e Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia - affronta con estrema delicatezza e lucidità tutti gli aspetti legati al "fine vita" che continuano a suscitare aspri confronti in Italia e nei paesi europei. In un saggio che farà discutere, l'autore insiste sulla necessità di allargare gli orizzonti evitando gabbie ideologiche o ambigue urgenze legislative. Sono in campo profonde dinamiche affettive, culturali e spirituali e sarebbe riduttivo trattare i problemi al di fuori di una visione umanistica e sapienziale. Paglia non disdegna di mettere in guardia un Occidente che pare aver posto nel dimenticatoio alcune grandi verità: ogni persona, unica e irripetibile, è patrimonio dell'umanità; gli anziani e i morenti possono insegnarci qualcosa fino all'ultimo respiro; a nessuno piace morire dimenticato; solo accettando il traguardo della morte - che tutti ci affratella - potremo avere una vita intensa, feconda di relazioni personali autentiche e di valori umani condivisi, una vita degna di essere vissuta, fino alla fine.