La Parola di Dio ogni giorno 2022 giunge mentre il mondo - sebbene in maniera diversificata - è ancora segnato dalla tragedia della pandemia. È vero comunque che siamo tutti sulla stessa barca e tutti abbiamo bisogno di uscire da questa tragedia abbattutasi sull'intero pianeta. La Parola di Dio ogni giorno, che con l'edizione di quest'anno compie venti anni, durante i quali ha accompagnato i lettori nell'incontro con la Bibbia e con la preghiera, vuole essere un piccolo aiuto per portare nel cuore, ogni giorno, le «ingiurie di molti popoli». È l'umile ambizione de La Parola di Dio ogni giorno 2022: rendere coloro che si lasciano toccare dalla preghiera quotidiana un tempio spirituale piantato in ogni parte del mondo da cui sale ogni giorno ininterrottamente una preghiera universale di invocazione a Dio perché scenda e porti la sua salvezza a tutti.
Come ogni anno, mons. Vincenzo Paglia propone ai lettori un nuovo volume di commenti alle letture di tutto l'anno. Nel solco di una tradizione ormai consolidata, il libro aiuta a vivere alla luce della Parola di Dio ogni giorno dell'anno; commenti che ci aiutano ad alzare i nostri occhi verso il Signore così da cambiare - con la forza della preghiera - il nostro cuore. La Parola di Dio meditata quotidianamente, fissata nella mente e nel cuore, rende forti e sapienti nell'affrontare la vita. La preghiera ci ridona il cuore e lo orienta nuovamente verso il Signore. La cadenza quotidiana di questo dialogo ha un valore inestimabile, è l'espressione di qualcosa che non può essere abbandonato.
Per alcuni è rassegnato passaggio verso anni di decadimento fisico, inoperosità forzata e solitudine. Per altri una lontana minaccia da sfuggire con l'aiuto di pratiche salutistiche e attività appaganti. Comunque la si viva, la vecchiaia spesso fa paura o porta con sé la malinconia del tramonto. Eppure è diventata un tempo importante dell'esistenza, ben più lungo di quanto era fino a pochi decenni fa, e si presenta, in mancanza di modelli, come un'età da inventare. Vincenzo Paglia, che da anni studia e si occupa delle esperienze e dei bisogni delle persone anziane, propone in queste pagine una visione penetrante e innovativa della vecchiaia. Un periodo libero dalla tirannia della produttività e disponibile per edificare legami, momenti di ascolto delle proprie domande e di quelle degli altri. Anni scanditi non più dal calendario degli impegni ma dal tempo degli affetti, della riflessione, del contributo offerto alla comunità. I vecchi insegnano la bellezza di trasmettere e prendersi cura della vita e quando, col corpo indebolito e la mente confusa, diventano faticosi e difficili da amare, ci ricordano che la fragilità è una condizione comune a tutti e l'autosufficienza una sciocca illusione. Questa consapevolezza della dipendenza come radicale bisogno umano è il grande dono della vecchiaia alle generazioni più giovani. Ed è, al tempo stesso, l'orizzonte spirituale che permette di dare senso al ciclo della vita, di proiettare le proprie speranze nel futuro di cui si sono gettati i semi e, infine, di sentire la vecchiaia stessa come un compimento, una destinazione verso l'Eterno.
«Le parole hanno un "peso", e troppe volte invece non si dà peso alle parole, si rimane sulla superficie senza scendere in profondità. Viviamo nell'epoca della comunicazione: i media e le reti producono quotidianamente flussi di messaggi che rischiano di appiattire il senso di ogni parola, accrescendo il disorientamento. Come i cristiani di oggi possono comunicare agli uomini e alle donne la loro fede? Possono le parole della fede - che in passato sono state usate anche per dividere e creare barriere - diventare un luogo di incontro e di rinnovata consapevolezza sul destino comune dell'umanità? Non stiamo vivendo un'epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d'epoca che la pandemia ha reso ancora più drammatico. Le parole della fede ci aiutano a vivere meglio questo tempo di prova». Le pagine firmate da Vincenzo Paglia sono un compendio per riavvicinarsi al messaggio cristiano in un modo comprensibile a tutti: a chi crede e a chi non crede, a chi credeva e non crede più o crede in altro modo. Il mistero di Gesù è tale non perché incomprensibile, ma perché è una realtà che ci supera in modo incommensurabile. Le parole sono indispensabili per cogliere tale mistero, senza tuttavia esaurirlo.
Un confronto tra due concezioni del mondo distanti e, per certi versi, inconciliabili: una ispirata da un profondo senso religioso, l'altra immersa nella società e nella concretezza delle sue contraddizioni e delle sue sofferenze. Ma entrambe tese a cercare, di fronte ai dilemmi che attraversano la vita quotidiana, il significato delle nostre scelte. Un arcivescovo, Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e un sociologo e militante politico, Luigi Manconi, si interrogano intorno alle grandi questioni che costituiscono «il senso della vita»: la libertà e i suoi limiti; l'autodeterminazione del singolo e la responsabilità verso gli altri; le preferenze sessuali, le nuove famiglie e il significato attuale di genitorialità; l'accanimento terapeutico e l'eutanasia; l'ingiustizia e il peccato. Il contrasto su temi cruciali per la nostra esistenza e le nostre relazioni interpersonali sembrerebbe negare la possibilità di un progetto comune. Eppure questi due punti di vista, che restano distanti su molte problematiche, potrebbero forse convergere nel profilo di un nuovo umanesimo, dove la riscoperta di un «noi» solidale, nella prospettiva di una cittadinanza universale, sappia valorizzare, e non mortificare, l'autodeterminazione dell'individuo. «L'umanesimo non ha fallito perché ateo, bensì perché non ha realizzato il suo fondamento costitutivo. Ovvero il rispetto incondizionato dell'umano». (Luigi Manconi). «Se la nostra vita è sempre mortale, abbiamo la speranza che non lo sia il mistero di amore in cui essa risiede». (Vincenzo Paglia)
«L'arte della preghiera non richiede l'apprendimento di regole astratte. A pregare si impara pregando». In sintonia con questa convinzione, mons. Paglia invita chi crede e chi non crede a superare l'afasia del nostro tempo incerto, per ritrovare nei salmi le parole più intime e appassionate di un dialogo con l'Eterno. Il Salterio è un preziosissimo scrigno di sapienza per cominciare - o ricominciare - a pregare. I salmi sono parole di carne. Nei salmi c'è l'intera vita: dal seno materno alla nascita, dalla giovinezza alla vecchiaia. Nei salmi c'è il lavoro, il riposo, i sensi di colpa, le grida nella malattia e nel dolore, ma anche la gratitudine, la gioia, la meraviglia. I salmi mostrano le profondità nascoste del cuore umano, e insegnano a pregare non solo per se stessi, ma per l'intera creazione, accogliendo Dio per riversarlo sul mondo. Certo, è un rapporto asimmetrico, che porta la creatura a salire in alto, e il Signore a chinarsi premurosamente su di lei, ma la relazione è calda, intensa: talvolta, è una discussione a suon di imprecazioni e gelosie; talaltra, è una supplica struggente; altre volte ancora, è lode universale. Mai sono monologhi, i salmi. Sono sempre un dialogo tra un Tu che risponde e un io che chiede.
In cento anni (dal 1900 al 2000), gli abitanti dei paesi occidentali hanno guadagnato trent'anni di speranza di vita alla nascita. Ogni anno si aggiungono tre mesi, un anno in più ogni quattro anni. Uno su due di coloro che nascono ora, vivrà fino a 100 anni. Un traguardo spettacolare! Frutto di una migliore alimentazione, di una più attenta igiene quotidiana, di un progresso accelerato della medicina, di un nuovo orientamento dell’economia e, più in generale, di una cultura che porta alla cura della persona. Ne consegue una rivoluzione demografica mai vista nella storia umana. La vecchiaia non è più un residuo da sopportare, come in passato, quand’era una minoranza debole e in genere passiva. Oggi la vecchiaia diventa tra le sfide più grandi che la società di questo inizio di Millennio è chiamata ad affrontare.
Papa Francesco ha indicato il Vangelo di Luca - da molti chiamato "Vangelo della Misericordia - come testo guida per il Giubileo della Misericordia del 2016. Questo libro vuole essere un piccolo aiuto per leggerlo in famiglia durante l'Anno Santo. Ascolto, riflessione, preghiera e azione sono i quattro momenti su cui è costruita la proposta di mons. Paglia. Alla lettura del brano del Vangelo segue una breve riflessione e dopo aver ascoltato e riflettuto insieme giunge il momento della preghiera e infine dell'azione; a conclusione di ogni pagina è offerto un piccolo suggerimento per la vita familiare di tutti i giorni. Una proposta di lettura continua del Vangelo di Luca in famiglia.
"Carissimo amico", comincia così la lunga riflessione di monsignor Vincenzo Paglia sulle grandi questioni del vivere e del credere. Lo stile semplice e colloquiale si fonda sulla convinzione che solo in una dinamica di relazione profonda e di speciale attenzione all'altro è possibile tentare quel dialogo fra fede e ragione, tra credenti e non credenti, indispensabile per affrontare i grandi punti interrogativi dell'esistenza e il disorientamento del tempo presente. Con l'amico che non crede si possono condividere le inquietudini insopprimibili dell'uomo di ogni tempo: esiste un Creatore? ...e se esiste non potrebbe avere la tenerezza di un Padre? C'è un disegno dietro ogni cosa o tutto è in balìa del caso? Religiosità e dubbio sono davvero incompatibili o possono incontrarsi sulla soglia del mistero? Come dare del Tu a Dio di fronte al male, alla sofferenza, alla solitudine? Si può credere nell'uomo e si può credere in Dio - sostiene Paglia in un percorso filosofico e teologico - ma entrambe le "fedi" sono necessarie nell'orizzonte di una comune ricerca di senso che restituisca verità e dignità al vivere di ogni persona in una dimensione d'amore che spalanca le porte dell'Oltre.
Il volume propone brevi passi tratti dal Vangelo e commentati da Monsignor Paglia. Un modo semplice ed efficace per leggere e riflettere ogni giorno sulla Parola, grazie alla quale è possibile entrare in colloquio diretto con Gesù.
L’autore
Vincenzo Paglia è vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale. Collabora a quotidiani e riviste, oltre che a trasmissioni radio e televisive. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato tra gli altri: La domenica salva il mondo (2000); «Duc in altum» (2001); Il nuovo Rosario per le famiglie (2003); Via Crucis per l’uomo del nostro tempo (2005); L’amore cristiano (2006); Domenica è festa (2007); Il vescovo e la sua diocesi (2007); Ecco l’agnello di Dio (2007); Maestro, è bello stare qui (2008); Tu sei la mia roccia.Voci e immagini dai Salmi (2008); Fenomeno Bibbia. Una sorprendente inchiesta sul libro più letto del mondo (2009); I Salmi. Le preghiere suggerite da Dio (2009).
Un grande affresco dell’amore cristiano dall’inizio dei tempi fino ad oggi. L’autore, primo prete ad entrare in Albania, traccia un poderoso disegno del dispiegarsi dell’amore di Dio nella storia degli uomini. Muovendo dalla constatazione che la nostra società vive ormai da tempo senza un Padre, Paglia conduce il lettore alla ricerca delle tracce inequivocabili seminate da Dio nella vicenda umana: la preferenza per Abele, il codice deuteronomico, le prime comunità cristiane, il primo millennio dove la carità si fa storia, il secondo millennio quando la carità plasma l’Occidente, il novecento e la carità globalizzata, fino a giungere al terzo millennio e alla speculare globalizzazione della povertà. Al centro l’universalità dell’amore comprensibile, senza parole, da ogni essere umano.
Vincenzo Paglia è nato a Boville Ernica (Frosinone) il 21 aprile 1945, ha frequentato il Seminario Romano. Si è laureato in teologia presso l’Università Lateranense, dove ha conseguito anche la licenza in filosofia; si è poi laureato in pedagogia presso l’università di Urbino. È stato ordinato sacerdote il 15 marzo 1970 incardinandosi nella diocesi di Roma. Il 2 aprile del 2000 è stato ordinato vescovo di Terni Narni Amelia. È stato nominato dalla Santa Sede, nel settembre del 2002, Presidente della Federazione Biblica Cattolica Internazionale. Dal maggio 2004 è Presidente della Commissione Ecumenismo e dialogo della Conferenza Episcopale Italiana. Presso la Conferenza Episcopale Umbra è presidente della Consulta per il problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace, presidente della Commissione per i Beni Culturali e presidente della Commissione per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. È stato Assistente Ecclesiastico Generale della Comunità di Sant’Egidio che segue sin dall’inizio degli anni ‘70. Ha collaborato alla cattedra di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma e ha pubblicato studi e articoli sulla storia sociale e religiosa nonché sulla storia della povertà. Significativi sono i suoi studi sul dialogo tra credenti e laici. Numerosi sono, inoltre, i volumi di carattere religioso-pastorale.