«Questo libro, narrando di un dialogo fra una monaca e un giornalista televisivo, fra due mondi così apparentemente lontani, è lo specchio di questa verità: nell’ambito religioso si pongono le domande essenziali al destino ultimo dell’uomo. L’arte, di cui anche in questo libro si parla, testimonia la volontà di trovare risposte definitive» (dalla Prefazione). Lei è Suor Maria Gloria Riva, fondatrice di un monastero di clausura; lui è Andrea Pamparana, noto vicedirettore del Tg5. Insieme sono una splendida coppia di amici che ha il coraggio di colloquiare su tutto: dalle scelte di vita alla vocazione, dalla fede al mistero del male, dall’arte alla letteratura… Un confronto profondo e sereno, ricco di molte domande e di altrettante sincere risposte. Pagine intense su cui soffermarsi a riflettere.
È il terzo volume della trilogia di ritratti medievali aperta con san Benedetto e Abelardo. Il libro presenta le medesime caratteristiche dei volumi precedenti. Si tratta di una ricostruzione biografica che combina una solida documentazione storica con una scrittura giornalistica.
Il Bernardo di Pamparana è un contemplativo costretto per obbedienza a impegnarsi nel “mondo”, come quando fu incaricato dal papa a bandire la seconda crociata o ad accusare gli eretici o presunti tali (la sua vittima più illustre fu Abelardo). Grande mistico prestato alla politica del tempo, “innamorato di Dio” (Dante lo ha scelto come guida alla contemplazione del mistero divino al termine del Paradiso), è depositario di una grande lezione anche per il nostro tempo: l’azione ha un senso solo se poggia sulla contemplazione.
Chi è Bernardo?
San Bernardo di Chiaravalle o Bernard de Clairvaux (1090-1153), teologo, è il fondatore della celebre abbazia cistercense di Clairvaux. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III, fu dichiarato Dottore della Chiesa (Doctor Mellifluus), da papa Pio VIII nel 1830.
È il secondo volume della trilogia di ritratti medievali aperta con san Benedetto e che si chiuderà con san Bernardo.
Si tratta di una ricostruzione biografica che combina una solida documentazione storica con una scrittura giornalistica. Grazie alla capacità dell’autore di ricostruire in modo vivido l’ambiente storico in cui vissero i protagonisti delle travagliate vicende legate ad Abelardo, il lettore può incontrare la figura umana di Abelardo, «nostro contemporaneo».