Nel buio della sala, irrompe sullo schermo l'immagine della Monument Valley, con la sua distesa di sabbia e di arbusti, le montagne squadrate di arenaria e le rocce rosse, la Sentinel Mesa e i West Mitten. Che cos'è questa visione che appare così forte e così instabile, con i suoi colori e la sua impalpabilità, che cos'è l'immagine filmica? Una finestra aperta sul mondo o una forma prodotta artificialmente, il mondo stesso o un simulacro? È uno specchio in cui possiamo riconoscerci attraverso l'immagine dell'altro, o una superficie che ci mostra vedenti e visibili al tempo stesso, o una scena in cui si sviluppa un racconto che ci aiuta a comprendere la nostra esistenza? È una rappresentazione realistica o è il risultato di un lavoro di simulazione? È un'immagine meramente riproduttiva o ha una forza intellettuale e simbolica o ci permette di visualizzare i fantasmi psichici e le figure dell'inconscio? Il libro si sviluppa attorno a queste domande, che riflettono la volontà di interpretare l'immagine filmica nella sua ricchezza significante e nella sua molteplicità, grazie anche all'analisi di film di Hitchcock e di Welles, di Lang e di Bufñuel, di Ford e di Godard, di Kubrick e di Warhol, di Lynch e di Stone. Attraverso un confronto con la riflessione di Nietzsche e di Heidegger, di Merleau-Ponty e di Deleuze, di Derrida, di Lyotard e di Ricoeur, il saggio cerca di comprendere il cinema attraverso il pensiero e di allargare il pensiero grazie ai concetti prodotti dall'immagine filmica.
In mezzo al vuoto di contenuti e al pieno di merci di ogni tipo, i bambini sono ostaggi di educatori e psicologi che tentano di giustificare strategie di marketing: perché i bambini non hanno bisogno della televisione, è la televisione che ha bisogno di loro. Un libro radicalmente contrario alla foresta di schermi (della tv, del computer, dei videogiochi, dei telefonini), che ha invaso le camerette dei ragazzi e il salotto di casa. Un libro per tutti, ma in particolar modo per genitori e maestri, che spiega cos'è la televisione, a chi serve, quali interessi rappresenta e perché bisogna aspettare che un bambino compia dodici anni prima di fargliela guardare.
Nora, restauratrice, è sposata, ha una figlia adolescente e il sospetto di un mondo di bugie intorno a lei. Suo marito, avvocato di grido del foro milanese, forse la tradisce. È l'estate del 2005, e Nora ha deciso di restare accanto alla madre, gravemente ammalata, nelle ultime settimane di vita che le restano. Ma tornando nella casa della sua infanzia, la donna trova per caso il certificato di nascita di una bambina con il suo stesso cognome ma con nome diverso. Una sorella sconosciuta, uccisa alla nascita? Sua madre, ora, dovrà stare ad ascoltarla e darle delle risposte...
Tre donne, tre amiche e la loro storia, raccontata da Virginia. Il tema dell'eros e quello dell'addio, il tradimento e la fedeltà ai patti d'amicizia, l'ambiguità del vivere e il matrimonio, prigione piena di speranze di salvezza. E poi l'invidia e l'ipocrisia, che fanno da sfondo alle grandi amicizie nello straordinario mondo del teatro dell'opera.
Dodici case parlano a un intervistatore americano, giunto in laguna per girarvi un corto sul problema dell'acqua. Negli States sono infatti convinti che la Serenissima sia destinata a sparire in qualche prossima catastrofe. Dodici case raccontano così segreti, aprono finestre a far luce sui cadaveri negli armadi, emettono sussurri e grida a patto che le interviste circoli solo al di là dell'Oceano. In una parola, dodici bizzarri personaggi, dodici veneziani eccentrici, ovvero i proprietari degli appartamenti, situati in un ideale percorso, dalla Stazione al Lido alla campagna, liberano ossessioni e desideri malsani in una sorte di confessione pubblica dei peccati, o di analisi gratuita.
"Molti si chiedono come mai il Sommo Pontefice ha sentito il bisogno di ritornare a comporre opere poetiche, come aveva fatto da giovane. Ma, in primo luogo, va detto che alle composizioni poetiche (pubblicate per lo più sotto pseudonimi) Wojtyla si dedicò per quasi quattro decenni. In secondo luogo, va ricordato e ribadito che Wojtyla, oltre che "teologo", è non solo "poeta", ma anche "filosofo". Wojtyla riunisce in sé - in differente misura - le tre grandi forze spirituali mediate le quali l'uomo da sempre ha ricercato la verità: "arte", "filosofia", "fede religiosa." (dall'Introduzione di Giovanni Reale)
Cofanetto in tre volumi con tutte le opere letterarie, gli scritti filosofici e le Encicliche di Giovanni Paolo II.
La Chiesa non propone una propria filosofia né canonizza una qualsiasi filosofia particolare a scapito di altre. La ragione profonda di questa riservatezza sta nel fatto che la filosofia, anche quando entra in rapporto con la teologia, deve procedere secondo i suoi metodi e le sue regole; non vi sarebbe altrimenti garanzia che essa rimanga orientata verso la verità e ad essa tenda con un processo razionalmente controllabile.
[Fides et ratio, 49]
In questo volume sono raccolte per la prima volta con il testo latino a fronte le quattordici encicliche pubblicate da papa Giovanni Paolo II nel corso del suo lungo pontificato (1978-2005): Redemptor hominis (1979); Dives in misericordia (1980); Laborem exercens (1981); Slavorum apostoli (1985); Dominum et vivificantem (1986); Redemptoris Mater (1987); Sollicitudo rei socialis (1987); Redemptoris missio (1990); Centesimus annus (1991); Veritatis splendor (1993); Evangelium vitae (1995); Ut unum sint (1995); Fides et ratio (1998); Ecclesia de Eucharistia (2003). In esse è compendiato il magistero teologico e morale di Karol Wojtyla in quanto Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica; questo volume compare, però, come terzo in questa stessa collana, dopo Tutte le opere letterarie (2001) e Metafisica della persona. Tutte le opere filosofiche (2003), che invece raccolgono integralmente la produzione poetica e filosofica di Karol Wojtyla antecedente alla sua elezione al soglio pontificio, cioè fino al 1978. L’uomo che cerca l’Assoluto ha in fondo tre strade maestre, che sono l’arte, la filosofia e la religione; e Karol Wojtyla le ha percorse coerentemente fino alla fine come poeta, filosofo e papa.
Il volume, pubblicato direttamente in edizione tascabile, comprende una descrizione dei tanti protagonisti della Terra di Mezzo creata da Tolkien: umani, orchi, elfi, nani, hobbit. Paolo Paron, presidente della Società Tolkeniana Italiana, accompagna il lettore in questo viaggio alla scoperta di usi, costumi e abitudini dei personaggi creati da Tolkien. Il libro è arricchito da interventi, articoli e commenti che descrivono le attività delle numerose associazioni tolkeniane.
"Molti si chiedono come mai il Sommo Pontefice ha sentito il bisogno di ritornare a comporre opere poetiche, come aveva fatto da giovane. Ma, in primo luogo, va detto che alle composizioni poetiche (pubblicate per lo più sotto pseudonimi) Wojtyla si dedicò per quasi quattro decenni. In secondo luogo, va ricordato e ribadito che Wojtyla, oltre che "teologo", è non solo "poeta", ma anche "filosofo". Wojtyla riunisce in sé - in differente misura - le tre grandi forze spirituali mediate le quali l'uomo da sempre ha ricercato la verità: "arte", "filosofia", "fede religiosa." (dall'Introduzione di Giovanni Reale)
Tutte le opere filosofiche pubblicate da Wojtyla in un solo volume. Il pensiero del Papa è ispirato alla fenomenologia realistica nella sua mediazione con i fondamenti dell'ontologia aristotelica e tomista con al centro l'importanza metafisica della persona. Scrive Karol Wojtyla in "Persona e atto", uno dei testi che compongono il volume: "L'uomo, scopritore di tanti misteri della natura, deve essere incessantemente riscoperto. Rimanendo sempre in qualche modo 'un essere sconosciuto', egli esige continuamente una nuova e sempre più matura espressione della sua natura. L'uomo non può perdere il posto che gli è proprio in quel mondo che egli stesso ha configurato."