Con la Prefazione del più importante liturgista italiano, padre RINALDO FALSINI, testimone del Concilio, il libro riporta il dibattito acceso dal motu proprio di papa Benedetto XVI sul ritorno della messa tridentina dentro i giusti binari: parlare di "ritorno alla Messa in latino" è fuorviante e ingannevole. Si tratta invece di qualcosa di più radicale: un'autentica rivoluzione al contrario nella prospettiva della Chiesa in chiave pre e anticonciliare. Il papa dice che si tratta di "due usi dell'unico rito romano" (art. 1), ma non è così perché a due messali con due teologie sottostanti diverse, inevitabilmente corrispondono due riti, due Chiese, due nozioni di liturgia, due prospettive del mondo. Qui è il cuore della questione: il concilio ha ancora posto e senso nella Chiesa di Benedetto XVI, è vincolante o è un optional? L'autore risponde in modo documentato a questi interrogativi con un testo scritto in pochissimi giorni.
Il libro "Crocifisso tra potere e grazia. Dio e la civiltà occidentale" è il frutto di tre anni di studio e di riflessione sull'attualità che anima la convivenza civile e democratica dell'Italia e dell'Europa di fronte alle sfide epocali nel passaggio tra il 2° e il 3° millennio. Attraverso l'icona del Crocifisso che funge da filigrana e da spartiacque, l'Autore contesta culturalmente e biblicamente i cultori - pseudolaici e credenti atei - del simbolo dell'identità nazionale e si oppone da credente cattolico dal cuore laico alla strumentalizzazione degli atei devoti e dei religiosi atei che vogliono trasformare il Cristianesimo in religione civile o sistema di valori, annullando la sua dimensione universale e aperta a tutte le culture e civiltà, imperniata sul "Vangelo, cioè Gesù Cristo, cioè il Figlio di Dio" (Mc 1,1)
Una giovane ebrea, per sfuggire ad un matrimonio di interessi, fugge di casa per raggiungere una parente in Polonia. Inizia così per lei un viaggio che segna la sua maturazione interiore. Tra esperienze gioiose e drammatiche scopre la realtà del suo popolo e, contemporaneamente, che il senso della vita è legato alla soluzione del problema della sofferenza.
Una delle cose che periodicamente è messa in discussione è l'attendibilità dei vangeli, la storicità di Gesù, la sua esistenza. È qui che s'inserisce Matteo con il suo percorso interiore. Ciò che racconta nel vangelo non è una biografia, ma un'esperienza di fede basata sulla sua personale esperienza. E gli eventi e i fatti sono riletti alla luce di Dio. Matteo, identificato nei vangeli con l'ebreo Levi, l'esattore delle tasse per conto dei romani, non si aspettava la salvezza, sapeva di non poter fare nulla per meritarla. La vita per lui era diventata potere e denaro. Tuttavia, la sua durezza si schianta in un attimo quando incrocia lo sguardo del Nazareno, quel Rabbi un po' strano che con uno sguardo entra nella sua vita e la sconvolge. «Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13). Questo è il fulcro del primo vangelo commentato con la consueta sensibilità e profondità dal biblista De Martino, che con un caldo "tu" interpella, provoca, per stabilire con il lettore una relazione diretta. Con quello "sguardo d'amore" appreso nella sequela di Gesù di Nazareth.
A cinque anni dalla morte di Fratel Arturo Paoli (2015), per l'infaticabile opera del Curatore Dino Biggio che ha ricevuto verbalmente e per testamento da lui l'investitura di «autentico interprete del suo pensiero», vede la luce il terzo volume - Anno liturgico B - della trilogia delle «Omelie domenicali di Fratel Arturo», registrate da Dino Biggio o da altri che ne hanno fatto dono. Il libro non riporta solo il pensiero di Fratel Arturo, ma la sua anima e il suo sogno di realizzare il progetto di Gesù Arturo Paoli rende con «amorizzare il mondo», cioè rendere amore il mondo. Seguire l'Anno liturgico B alla scuola mite, umile e rivoluzionaria di Arturo Paoli non significa ascoltare un commento, ma spezzare col Pane la vita, con la vita il progetto del «regno di Dio». Ciò che colpisce nella lettura di tutte le omelie è la sintesi magistrale tra spiritualità e teologia, tra aderenza al testo biblico e anelito dello spirito, tra esperienza e formazione teologica. (Dalla Prefazione di Paolo Farinella, prete)