Un piccolo libretto-guida sul Santo Rosario.
Non c'è bisogno di sottolineare quanto papa Giovanni Paolo II fosse devoto a Maria e come la sua devozione si fosse ancora accresciuta e affinata dopo i giorni drammatici dell'attentato subito in piazza San Pietro e a cui il pontefice polacco era sopravvissuto «grazie a una mano materna», come lui stesso disse, «che aveva deviato il proiettile». E che la preghiera del Rosario fosse una delle sue pratiche predilette lo sottolinea il fatto di aver egli stesso voluto dedicarvi una lettera apostolica specifica, la Rosarium Virginis Mariae, pubblicata in occasione dell'inizio del venticinquesimo anno di pontificato, nell'ottobre 2002.
Il testo in oggetto presenta un contenuto originale: spiega i misteri del Rosario, precisamente i misteri della gioia, dal punto di vista di una donna adulta, nel ricordo delle spiegazioni che sua nonna le forniva da bambina a tale riguardo.
I misteri raccontati si fondono con la storia di Gesù e offrono alla nonna occasione per svelare alla nipotina la sua vita, ricca di esperienze umanamente difficili e impegnative, sostenute dalla fede e aperte al “mistero” dell’Assoluto. Si delinea da sé un profilo di donna forte, quello della nonna, che con “piglio autorevole” compie inconsapevolmente una “iniziazione” della nipote non solo al Mistero per eccellenza che è l’Incarnazione, e a ciò che da esso deriva, ma anche ai misteri della vita. In tal modo la Buona Novella, insieme ai racconti delle fiabe e del quotidiano familiare, si affaccia alla “mente bambina” della protagonista, divenendone parte costitutiva. Il libro è pervaso dal sentimento della gioia (quello proprio dei misteri gaudiosi, appunto), cui la protagonista, ieri bambina e oggi donna, si abbandona. Ogni meditazione è chiusa da una breve preghiera per le mamme, anche adottive o affidatarie.
Gesù aveva proprio voglia di diventare uomo come tutti, nascendo come ogni uomo nasce. Necessitava di un grembo di donna dove il seme dello Spirito potesse germinare. Aveva voglia di essere portato a spasso dal grembo della sua mamma, prima culla naturale per ogni essere umano. Voleva sentir battere il cuore
di colei che lo custodiva con amore e abituarsi a quel battito che nessun bimbo dimentica più nella vita. Aveva voglia di sentire il respiro, il soffio di colei che aveva risposto di sì a un altro Soffio
L’AUTRICE
Enza Paola Cela è psicologa e psicoterapeuta e lavora nella ASL della sua città, Foggia. Madre di tre figli, è autrice di studi scientifici pubblicati su riviste italiane e straniere, riguardanti i temi della comunicazione in ambito educativo (familiare, scolastico) e clinico e il tema della pace, dal punto di vista psicologico (Psicologia e Nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, 1991). Attualmente si occupa di psicologia della nutrizione (abitudini alimentari e prevenzione dei disturbi dell’alimentazione) e dei tumori in ambito preventivo. Ha esordito in narrativa con Angeli sulla mia strada. Storie vere (Paoline, 2007), proseguendo poi con Caro Don Michele (La Meridiana, 2010).