Questo volume ripercorre e rimedita in modo sistematico e del tutto inedito la storia della drammaturgia della Piccola Patria, in lingua friulana e italiana, dagli esordi borghesi di metà Ottocento agli sviluppi novecenteschi, tra inerzia della convenzione, sensibilità moderna della crisi e, oggi, sfida della globalizzazione. Un teatro da micro-area che sa entrare in contatto con la sua comunità, ne riprende la lingua periferica, ne riflette l'inconfondibile antropologia, ne rappresenta gli umori, ora comici ora pensosi, nell'altalena in movimento di diversi contesti storici e culturali. È il teatro del Friuli, che arriva fino a noi con la consistenza e la resistenza di una incontestabile tradizione, ricca di autori, testi, pratiche materiali della scena, esperienze sociali.
Il volume ricostruisce le tappe del complesso processo di riforma e di ammodernamento di tutto il settore boschivo avviato dalla Repubblica di Venezia negli anni Novanta del Settecento con l'emanazione di una normativa organica e la costituzione di una 'azienda forestale' di tipo moderno. L'attenzione è focalizzata sulla montagna carnica, uno dei più estesi comprensori forestali delle Alpi orientali, e sulla figura di un tecnico boschivo, Candido Morassi, uno dei forestali più attivi e preparati. A lui si deve l'elaborazione di una massa imponente di documenti (censimenti, relazioni, prospetti, catastici, corredati per la prima volta da una cartografia omogenea) che non solo ci permettono una ricostruzione precisa e articolata dei boschi pubblici e comunali, ma ci riconducono anche al clima culturale e politico di quei decenni, alle tensioni e alle rivalità che contrassegnarono il dispiegarsi di indirizzi diversi nel nuovo governo dei boschi.