L’apostolo Paolo è ritratto, nella tradizione bizantina, senza spada (allusione al carattere “tagliente” della Parola), ma solo con un libro in mano: Paolo è il grande apostolo della predicazione della Parola.
Il «datore di vita».
Icona di scuola greca. Il Cristo viene presentato come “Parola” (il Libro) incarnata che da al mondo la vita. Nell’aureola crociata il nome di Dio (Colui che è) dice la sua essenza e la posizione delle dita della mano benedicente affermano il suo appartenere alla Ss.Trinità (le tre dita aperte) e la presenza in Lui delle due nature, quella umana e quella divina (le due dita che si toccano). Nelle vesti il rosso della tunica simboleggia il sangue versato, la vita donata, mentre l’azzurro del manto riporta al colore del cielo e quindi alla realtà di Dio. La stola dorata, una cui parte si vede sulla spalla destra, testimonia la regalità di Cristo. Gli angeli, in alto, adorano il grande mistero.
L’apostolo Paolo è ritratto, nella tradizione bizantina, senza spada (allusione al carattere “tagliente” della Parola), ma solo con un libro in mano: Paolo è il grande apostolo della predicazione della Parola.
Ciò che, al primo impatto, maggiormente colpisce nell’icona di San Pietro sono la fluente capigliatura e la folta barba, entrambe bianche. Sono simboli per comunicare che ci troviamo di fronte ad un anziano (presbitero), ad un saggio. Mentre con la mano destra benedice, la sinistra presenta un “rotolo”, simbolo delle Lettere da lui scritte. Sempre nella mano sinistra si intravedono due chiavi: sono le chiavi del Regno affidate al Principe degli Apostoli: «Ti darò le chiavi del Regno dei cieli, tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli» (Mt 16,19).Anche il mantello e la stola, con il loro colore oro, richiamano fortemente l’idea dell’autorità di Pietro (Primato) all’interno del collegio apostolico. San Pietro non guarda direttamente chi si pone di fronte all’icona, quasi a suggerire che egli non ne è il protagonista, lasciando così spazio alla contemplazione del rotolo della Parola.
Ciò che, al primo impatto, maggiormente colpisce nell’icona di San Pietro sono la fluente capigliatura e la folta barba, entrambe bianche. Sono simboli per comunicare che ci troviamo di fronte ad un anziano (presbitero), ad un saggio. Mentre con la mano destra benedice, la sinistra presenta un “rotolo”, simbolo delle Lettere da lui scritte. Sempre nella mano sinistra si intravedono due chiavi: sono le chiavi del Regno affidate al Principe degli Apostoli: «Ti darò le chiavi del Regno dei cieli, tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli» (Mt 16,19).Anche il mantello e la stola, con il loro colore oro, richiamano fortemente l’idea dell’autorità di Pietro (Primato) all’interno del collegio apostolico. San Pietro non guarda direttamente chi si pone di fronte all’icona, quasi a suggerire che egli non ne è il protagonista, lasciando così spazio alla contemplazione del rotolo della Parola.
Ciò che, al primo impatto, maggiormente colpisce nell’icona di San Pietro sono la fluente capigliatura e la folta barba, entrambe bianche. Sono simboli per comunicare che ci troviamo di fronte ad un anziano (presbitero), ad un saggio. Mentre con la mano destra benedice, la sinistra presenta un “rotolo”, simbolo delle Lettere da lui scritte. Sempre nella mano sinistra si intravedono due chiavi: sono le chiavi del Regno affidate al Principe degli Apostoli: «Ti darò le chiavi del Regno dei cieli, tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli» (Mt 16,19).Anche il mantello e la stola, con il loro colore oro, richiamano fortemente l’idea dell’autorità di Pietro (Primato) all’interno del collegio apostolico. San Pietro non guarda direttamente chi si pone di fronte all’icona, quasi a suggerire che egli non ne è il protagonista, lasciando così spazio alla contemplazione del rotolo della Parola.
Ciò che, al primo impatto, maggiormente colpisce nell’icona di San Pietro sono la fluente capigliatura e la folta barba, entrambe bianche. Sono simboli per comunicare che ci troviamo di fronte ad un anziano (presbitero), ad un saggio. Mentre con la mano destra benedice, la sinistra presenta un “rotolo”, simbolo delle Lettere da lui scritte. Sempre nella mano sinistra si intravedono due chiavi: sono le chiavi del Regno affidate al Principe degli Apostoli: «Ti darò le chiavi del Regno dei cieli, tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli» (Mt 16,19).Anche il mantello e la stola, con il loro colore oro, richiamano fortemente l’idea dell’autorità di Pietro (Primato) all’interno del collegio apostolico. San Pietro non guarda direttamente chi si pone di fronte all’icona, quasi a suggerire che egli non ne è il protagonista, lasciando così spazio alla contemplazione del rotolo della Parola.
«Colei che mostra la via».
Altra tipologia classica delle icone mariane definita soprattutto dalla posizione di una mano della Vergine che indica il Cristo, unica Via dell’uomo per tornare al Padre. Questa icona ricorda anche la Madonna della tenerezza (glicofilusa), ma in questo caso (vedi la scritta) si predilige la tipologia dell’odigitria.
Maria è la nuova Arca.
Nella versione con il manto viola si fa riferimento alla porpora viola con cui era rivestito l’interno dell’Arca dell’Alleanza.
Copia fedele e austera in stile bizantino (Scuola Cretese – Teofanis) realizzata da padre Pefkis, agiografo diplomato dell’Accademia Ecclesiastica del Monte Santo (località Athos), con colori autentici e tradizionali, con foglio dorato su tela e legno invecchiato.
Icona della Santa Famiglia con Gesù, Maria e il promesso sposo Giuseppe. Il Cristo viene presentato con una tunica bianca (simbolo di trascendenza) e un manto oro (simbolo di regalità). Giuseppe è completamente vestito di blu (colore del Cielo) forse per ricordare che è solo custode di una Paternità che viene dall’Alto.
Copia fedele e austera in stile bizantino (Scuola Cretese – Teofanis) realizzata da padre Pefkis, agiografo diplomato dell’Accademia Ecclesiastica del Monte Santo (località Athos), con colori autentici e tradizionali, con foglio dorato su tela e legno invecchiato.
Questa Icona presenta il momento dell’annuncio da parte dell’angelo Gabriele, inviato da Dio a Maria di Nazaret. Il manto rosso porpora, simile alla tenda che proteggeva il Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme, avvolge Maria indicandola quale nuovo tempio di Dio. La madre di Dio è assisa in trono, alle sue spalle l’edificio del tempio e il drappo rosso della protezione divina. Il cielo si apre e lo Spirito Santo discende su Maria simboleggiato attraverso i tre raggi.
Copia fedele e austera in stile bizantino (Scuola Cretese – Teofanis) realizzata da padre Pefkis, agiografo diplomato dell’Accademia Ecclesiastica del Monte Santo (località Athos), con colori autentici e tradizionali, con foglio dorato su tela e legno invecchiato.
Il «datore di vita».
Icona di scuola greca. Il Cristo viene presentato come “Parola” (il Libro) incarnata che da al mondo la vita. Nell’aureola crociata il nome di Dio (Colui che è) dice la sua essenza e la posizione delle dita della mano benedicente affermano il suo appartenere alla Ss.Trinità (le tre dita aperte) e la presenza in Lui delle due nature, quella umana e quella divina (le due dita che si toccano). Nelle vesti il rosso della tunica simboleggia il sangue versato, la vita donata, mentre l’azzurro del manto riporta al colore del cielo e quindi alla realtà di Dio. La stola dorata, una cui parte si vede sulla spalla destra, testimonia la regalità di Cristo. Gli angeli, in alto, adorano il grande mistero.
Copia fedele e austera in stile bizantino (Scuola Cretese – Teofanis) realizzata da padre Pefkis, agiografo diplomato dell’Accademia Ecclesiastica del Monte Santo (località Athos), con colori autentici e tradizionali, con foglio dorato su tela e legno invecchiato.
Questa Icona presenta il momento dell’annuncio da parte dell’Angelo Gabriele, inviato da Dio a Maria di Nazaret. Il manto rosso porpora, simile alla tenda che proteggeva il Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme, avvolge Maria indicandola quale nuovo tempio di Dio. La madre di Dio è assisa in trono, alle sue spalle l’edificio del tempio e il drappo rosso della protezione divina. Il cielo si apre e lo Spirito Santo discende su Maria simboleggiato attraverso i tre raggi.
Copia fedele e austera in stile bizantino (Scuola Cretese – Teofanis) realizzata da padre Pefkis, agiografo diplomato dell’Accademia Ecclesiastica del Monte Santo (località Athos), con colori autentici e tradizionali, con foglio dorato su tela e legno invecchiato.