Un testo sul matrimonio felice. Queste pagine vogliono gridare che il matrimonio deve funzionare!
«Non ci sono più gli adulti di una volta!». È una battuta fin troppo scontata, ma che nasconde una scomoda verità, di una... "razza in via di estinzione". Lo rilevano gli "addetti ai lavori" come pedagogisti ed educatori e i figli di oggi. In una recente inchiesta, il 30% dei 14-19enni alla domanda «Quale atteggiamento dei tuoi genitori ti dà più fastidio?» ha risposto: «Vederli fare a tutti i costi i nostri amici». Come a dire che i ragazzi vogliono adulti "asimmetrici" che non li scimmiottino e abbiano il coraggio di educarli seriamente alla vita. Dei limiti dei moderni adulti e delle inevitabili e urgenti contromisure per una sua rinnovata e migliorata "edizione" parla il pedagogista di "lungo corso" Pino Pellegrino con la sua originale ironia e profonda conoscenza della persona umana.
"... il nostro è il mondo della mediocrità! Quante vite in formato tascabile! Quante anime inutilizzate! È il tempo del nanismo umano! Di questo bisogna parlare, perché questo è il problema dei problemi!".
Uno snello libretto per invogliarci ad emergere, a non appiattirci. Non basta nascere, dice l'autore, bisogna venire alla luce!
«Molte donne e molti uomini diventano genitori senza avere la più pallida idea di come si educa un figlio. La procreazione è un fatto naturale, la capacità di educare i figli, no. La si deve imparare con fatica e pazienza» (Giacomo Dacquino, medico, neurologo, psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo). Questo è l'incipit del nuovo libro di Pino Pellegrino, come sempre provocatore e buon consigliere, proprio come un padre. Don Pino dichiara subito il fondamento su cui i genitori devono basare la buona crescita dei figli: puntare sulla buona educazione. Senza se e senza ma. Oggi troppo sovente preferiscono delegare questa missione agli insegnanti, ai coach sportivi, alle catechiste... La prima agenzia educativa è, e resta, la famiglia. Lo richiede la genitorialità, la dimensione su cui punta il dito l'autore. Il suo non è un dito accusatore, ma il dito che indica il centro di tutto: l'educazione genitoriale. Una "professione" che non prevede un diploma, ma un impegno costante che matura in qualità ...strada facendo, imparando anche dai propri errori. E dura tutta la vita.
Pagine scritte non per dire qualcosa, ma per far succedere qualcosa: per riprendere ad educare! Dunque, pagine preziose: brutti sono i tempi nei quali la gastronomia prevale sulla pedagogia. Brutti tempi e cattivi perché non c’è risarcimento che possa ricompensare i danni della mancata educazione. Urge che gli educatori, a cominciare dai genitori, tornino in campo. Non è umano che le nuove generazioni abbiano per padre il computer e per madre la televisione. È dovere reagire! Reagire anche con un testo come questo che vuole essere un servizio perché chi ha dato alla luce un figlio, lo metta anche integralmente in luce: lo educhi! Il lavoro è diviso in due parti: la prima fotografa alcuni tipi di genitori pericolosi che stanno emergendo in Italia. La seconda parte reclamizza i genitori patentati. Il tutto in punta di penna con il massimo rispetto e la massima stima per quelli che impediscono al mondo di andare in frantumi. L’augurio è che il lettore, passeggiando con calma tra le densissime pagine, trovi luce e slancio per passare dal semplice ‘essere’ genitore al ‘fare’ il genitore. Il volume è stato pensato come utile strumento per le ‘Scuole di genitori’.
Mugugnare che, ormai, l'educazione ci è sfuggita di mano è un inutile perditempo, non solo, ma è sostenere una tesi che non ha nessuna giustificazione!
Anche se sempre più difficile, l'educazione (nei senso pieno dei termine!) resta possibilissima a tutt'oggi.
Si tratta di prepararle ii terreno adatto alla sua germinazione.
II terreno adatto sono sei condizioni che vengono presentate ai rallentatore nel libro.
Condizioni tutte necessarie: dalla numero uno (arrivare prima che la frittata sia fatta"), alla numero sei (... "E liberaci dalle tre malattie!").
Qui nessun gargarismo pedagogico, ma massima concretezza sposata ad un robusto retroterra scientifico.
La leggibilità è garantita.
L'utilità pure, a condizione che le pagine non vengano sfogliate, ma lette con il cervello sempre inserito e con Ia convinzione che i mugugni possono avere i giorni contati: nella patente pedagogica è sempre possibile l'inversione di marcia!
«L'avanzata della comunicazione digitale (cellulari, tablet, smartphone...) è inarrestabile, ormai l'invasione digitale è un dato di fatto. E per i nostri ragazzi una vita senza quelle appendici elettroniche non è vita. Questo il tema serio su cui ragioneremo nel nostro breve lavoro. Nella prima parte vedremo gli indubbi vantaggi di cui siamo debitori alla comunicazione digitale. Nella seconda parte andremo alla scoperta delle principali insidie anti-uomo nascoste in essa. Nella terza parte offriremo una serie di proposte operative per proteggerci da tali insidie e valorizzare la preziosa invenzione del linguaggio digitale ai fini della nostra sempre maggiore umanizzazione.» (dall'Introduzione)
Il vero padrone del libro resta sempre il lettore. Oggi il lettore ama le spremute, ama lo scritto concreto, ama lo scritto vibratile. Tale è lo stile di queste pagine dalla tre ‘c’ concise; concrete; calde. Due le idee di fondo: La prima: la convinzione che la Misericordia è in grado di far sì che chi nasce uomo, diventi umano. La seconda: la certezza che l’uomo fattosi umano è educatore di per sé. Emana educazione come la lavanda che hai in tasca emana profumo anche senza dirlo. Il lavoro è indirizzato, in particolare, ai genitori. Il sogno è che nessuno esca indenne dalla lettura. Allora la tanto gargarizzata ‘emergenza educativa’ prenderà la strada del cimitero. Allora la terra ruoterà attorno al sole non più appesantita da tanta ‘gente’, ma impreziosita solo da Uomini in piedi!
Qui tutto è ridotto all'osso per rispetto dei nonni che non possono permettersi il lusso di leggere lunghi Trattati di Pedagogia.
Qui tutto è concreto perché il nipote non è un'idea astratta, ma una realtà in carne ed ossa. Qui sono offerti 150 rapidi messaggi-guida.
150 messaggi al servizio dei nonni che non vogliono limitarsi ad "allevare" il nipote, ma mirano anche ad "educarlo". Bene. Molto bene!
La preziosità dei nonni sta esattamente in questo: nel loro impegno pedagogico. Chi ha scritto queste pagine crede, con tutta la convinzione possibile, nel potenziale educativo dei nonni, ormai, troppe volte, i soli educatori rimasti che i nostri bambini digitali possono ancora incontrare. 150 messaggi!
No, non formulette, ma spremute di saggezza pedagogica. Che i nonni siano buoni lo sanno tutti; le nostre compresse li desiderano anche bravi! Un desiderio di alta quota, finché continua ad essere vero che vivere con un bravo nonno può decidere di una vita!
Avere figli ed incontrare difficoltà è la stessa cosa, come avere acqua ed incontrare umidità.
I problemi ci sono! È inutile nascondercelo.
Che fare?
Non ci resta che guardarli apertamente in faccia ed affrontarli.
Ciò che si propongono queste pagine cariche di interrogativi che si muovono nella mente di tutti i genitori:
"La nonna è morta: dobbiamo dirlo al nipotino ?".
"I compiti: l'aiuto, non l'aiuto ?".
"Stiamo per separarci: come è bene che i figli lo sappiano?".
"È sempre così distratto: che fare?" "Sarà normale?".
"E se ci scappa la parola sbagliata ?". «Come possiamo sgridarlo ?". "Cavoli o cicogne?"...
Sono alcuni degli interrogativi ai quali cerchiamo di rispondere in queste pagine, scritte in punta di piedi per offrire proposte concretissime in modo da viaggiare informati nelle vie dell'educare.
La particolare concretezza che le caratterizza potrebbe far pensare di trovare in esse il 'Brevetto pedagogico' garantito, pronto all'uso.
Sarebbe un grave errore!
L'educazione non è meccanica, non è tecnica! L'educazione è arte che richiede sempre creatività, intuizione, adattabilità agli oltre sette miliardi di inquilini del pianeta! Lavori come il nostro mirano ad offrire all'arte pedagogica una bussola d'orientamento di base al fine di evitare sbandamenti da cartellino rosso.
Una cosa è sicura: lavori come il nostro non sono per lettori esausti: si rifiutano di far da tappezzeria, né si accontentano d'essere 'sfogliati': vogliono essere 'letti'.
Di più: vogliono far succedere qualcosa!
Che i nonni fossero 'buoni', l'abbiamo saputo da sempre.
Che siano 'importanti' è una verità che acquista, di anno in anno, sempre più spessore. Ormai siamo arrivati ad usare parole come queste: "Vivere con un bravo nonno può decidere di una vita!" (Fulvio Scaparro, psichiatra).
«Se oggi vi sono ancora frammenti di saggezza in questo pazzo mondo, bisogna ringraziare i nonni!" (Vittorino Andreoli, psichiatra).
Anche queste pagine stanno decisamente dalla parte dei nonni! Sono pagine che non si limitano a riconoscere (e a provare!) il valore dei nonni, ma (qui sta il loro merito!) si propongono di aiutarli a 'fare' i nonni.
Si diventa nonni quando il figlio o la figlia si decidono a preparare il nipote! Si 'fa' la nonna (e il nonno) quando si conquista tale titolo sul campo! La 'nonnità' è arte da imparare!
Questo dicono le nostre pagine con lo stile della concretezza, senza gargarismi pedagogici.
Con lo stile della limpidezza, senza nascondere nulla.
Con lo stile della delicatezza, in punta di piedi, senza salire in cattedra.
I nonni si meritano tale stile!
Sono essi che conservano il profumo dell'Uomo.
Sprecarli è da irresponsabili!
È vero: l'Italia cammina sempre più con il bastone, ma è grazie al bastone, se ancora cammina da Paese civile.
Le pagine che seguono vogliono ricordare com'è e come dovrebbe essere la madre. Sia subito chiaro: non vogliamo dare lezione a nessuno, vogliamo semplicemente sussurrare qualche indicazione, offrire qualche spunto di riflessione, senza pretendere di avere la verità in tasca. Il tutto ancorato a una convinzione di fondo: non basta generare un figlio per dirsi subito madre (dall'Introduzione).