L'aldilà ha molti volti: non tanto perché il passaggio si verifica in modi diversi per ciascuno, ma soprattutto perché esso è stato pensato in modi diversi. Uno studio sull'immortalità non può quindi limitarsi alle Sacre Scritture ebraiche e cristiane. Il tema infatti ha una portata interculturale e interreligiosa, e proprio questo lo rende un campo insidioso e insieme avvincente. Vale la pena percorrerlo, anche perché paradossalmente il pensiero della morte aiuta a vivere meglio, almeno con più coscienza, l'attuale esistenza storica. Esplorando le varie tipologie di sopravvivenza ci si renderà conto che il pensiero di un'immortalità futura non è un motivo onirico per fuggire dal realismo di un presente impegnativo. Serve invece a coltivare la certezza che tutto comincia qui adesso: l'immortalità parte dalla convivenza con le cose più piccole e le relazioni più disparate di ogni giorno. Per il cristiano l'eternità e, quindi, l'immortalità comincia, non dopo la morte fisica, ma qui e ora, nel pur precario presente storico.
Quella che si è soliti chiamare «fede cristiana» trae origine da una matrice israelitica, gesuana e pasquale. Tre tappe di un percorso complesso,
ma affascinante e coinvolgente per riscoprire come il Dio della fede cristiana si identifichi con un uomo crocifisso, anagraficamente identificabile come Gesù di Nazaret, anche se poi dichiarato risorto (ma in quanto crocifisso) da comunità che esplicitano in maniera diversificata
il contenuto cristologico della fede pasquale. Dietro una variegata trama di testi, si scorge il volto del Dio del Vangelo, il Dio di Gesù Cristo: un Dio sorprendente e imprevedibile. Una fede così sfocia nella contemplazione, e richiede nient’altro che umiltà, ringraziamento, e lode.
Ecco dunque una piccola summa della fede di Israele, di Gesù e della Chiesa primitiva. Agostino di Ippona afferma che «se la fede non è pensata, è
come se non ci fosse»: queste pagine vorrebbero contribuire a ripensarla per appropriarsene in modo nuovo.
L’AUTORE
Romano Penna, nato a Castiglione Tinella (CN), sacerdote della Diocesi di Alba, è Ordinario di nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: Lo Spirito di Cristo (1976); L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1991) e, presso le Edizioni San paolo, L’apostolo Paolo, Studi di esegesi e teologia (1991); Paolo di Tarso, Un cristianesimo possibile (1994); Una fede per vivere (1992).
Il genere di questo volume è intermedio fra le susseguose Teologie del Nuovo Testamento destinate all’ambito accademico e le più accattivanti produzioni saggistiche impastate di attenzione all’attualità. In altri termini, le pagine scritte da Romano Penna guardano sì indietro alle lontane origini del cristianesimo, però non con l’interesse dell’archeologo, ma piuttosto tenendo palesemente conto della sensibilità culturale di oggi, nel tentativo di rispondere a una domanda sempre latente e intrigante: se Gesù Cristo si ripresentasse oggi, dopo 2000 anni, si riconoscerebbe ancora in coloro che sostengono di essere i fedeli custodi della sua persona e del suo messaggio?
Romano Penna, nato a Castiglione Tinella (Cuneo) nel 1937, del presbiterio di Alba, è ordinario di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense. È autore di numerose pubblicazioni a carattere esegetico, tra cui presso le edizioni Paideia, Lo Spirito di Cristo (1976), Il “Mysterion” paolino (1978); presso le Edizioni Dehoniane, Lettera agli Efesini (1988), L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane (19913); presso le edizioni Borla, Letture evangeliche (1989) e, infine, presso le Edizioni San Paolo, L’Apostolo Paolo. Studi di esegesi e teologia (1991), Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile (20003), Una fede per vivere (1992), I ritratti originali di Gesù il Cristo, 2 voll. (20013-20032), Vangelo e inculturazione (2001).