Il pensiero politico inglese del diciannovesimo secolo funge da caleidoscopio delle sfide storiche, delle dottrine politiche, delle idee filosofiche che contrassegnano la modernità. Negli autori rivisitati nel volume si riconoscono le trame principali dell'evoluzione del concetto di libertà nell'ordine politico. Affiorano con nitidezza i suoi pilastri teorici e storici: il senso del limite, la critica al costruttivismo politico, l'indipendenza e l'autonomia in relazione alla statolatria e al dispotismo. Il libro svela la singolarità del caso inglese nella complessa relazione esistente fra l'appartenenza ecclesiale e la visione politica. Le tensioni che attraversano le figure citate, da Edmund Burke a Daniel O'Connell, da John Henry Newman a Lord Acton, indicano la necessità di attivare quel meccanismo di comprensione profonda dei processi politici che non eludano la questione religiosa.
Nella riflessione filosofica, a partire dall'Ottocento si assiste alla graduale trasformazione del rapporto tra politica e religione. Di fronte ad un crescente interesse per la prassi, si incomincia a configurare una diversa visione di Dio e della sua realizzazione con il mondo: la religione non è più una dimensione staccata dalla realtà, il Regno di Dio non è più fuori dal tempo ma si realizza nella storia, grazie all'impegno e all'azione dell'uomo. Questa nuova visione della fede e della storia nel pensiero filo sofico occidentale - con Lessing prima, poi con Hegel e Marx - ha come immediata conseguenza la convinzione che la verità non è data una volta per tutte (come sostiene la religi.one), ma si fa nella storia; l'Assoluto, Dio è nella storia dell'uomo. Partendo da queste premesse e riperconendo la storia del pensiero filosofico dall'Ottocento ad oggi, l'autore evidenzia come si sia realizzato nella modernità il processo di secolarizzazione.