Il libro della Sapienza è l'opera più filosofica della Bibbia. Uno scritto affascinante anche se in qualche passaggio oscuro, teologicamente elevato e curato nella lingua e nella forma. Offre uno spaccato della cultura e della religione giudaica nel secolo I a.C. ad Alessandria d'Egitto, e si presenta come una riflessione teologica raffinata. Nella sezione introduttiva del commentario si dà contezza del variegato Sitz im Leben che ruota attorno a Sapienza. La sezione esegetica ha un taglio prettamente storico-critico. L'attenzione alla filologia, alla retorica e alla storia, permette di attingere al meglio il significato profondo dei diciannove capitoli che compongono l'opera. Il richiamo alla fonte storica è guidato dal desiderio di attingere con maggiore oculatezza alla ricca teologia del testo. La terza sezione del commentario si focalizza sulla teologia di Sapienza: legame con gli altri biblici, escatologia, spiritualità.
La Bibbia è il libro dei sentimenti e delle emozioni e, come uno specchio, riflette il nostro mondo interiore e aiuta a leggerci in profondità. Nella Scrittura la dimensione emotiva è debordante. Essa presenta il credente come un essere sensibile che prova sensazioni ed è segnato da affetti, legami e relazioni. L'apatia non è una virtù biblica, mentre è fortemente raccomandata la simpatia, cioè la capacità di relazionarsi in maniera positiva e costruttiva. Pinto non solo aiuta a leggere in modo profondo alcune significative pagine bibliche, ma soprattutto invita a lasciarsi leggere dalla Scrittura. In nove capitoli disegna un'anatomia degli affetti e fornisce gli strumenti per un discernimento personale e comunitario, nella convinzione che raccontare i sentimenti e le emozioni della Bibbia permette di trovare una fonte di ispirazione e di nutrimento per la fede e per la vita pastorale.
Con l'aiuto della sociologia e, in generale delle scienze umane, la comprensione della parola di Dio può trarre grande beneficio, poiché il radicamento nelle «cose della terra» nutre i percorsi di crescita verso la sapienza delle «cose del cielo». E così, muovendosi tra poteri e istituzioni, leggi e consuetudini, fede e società, il volume legge alcune pagine dell'Antico e del Nuovo Testamento con l'aiuto di categorie tratte dalla sociologia. L'intento non è sovrapporre una disciplina a un'altra, bensì esplorare una relazione che si rivela feconda per la teologia e per la pastorale.
Analisi della sinodalità a partire dalla lettura di storie dell'Antico e del Nuovo Testamento con un'attenzione particolare ad alcuni passaggi degli Atti degli Apostoli.
Esiste un fondamento biblico alla sinodalità come espressione dell’agire ecclesiale? Ci sono delle pagine in cui si narra dei credenti che si riuniscono e si interrogano sul senso del viaggio, come popolo radunato dal Signore? Nel volume si cercano delle risposte a questi interrogativi, e ci si sofferma sulla natura di tali riunioni, sulle loro dinamiche, sui soggetti coinvolti. Si leggeranno storie dell’Antico e del Nuovo Testamento con un’attenzione speciale ad alcuni passaggi degli Atti degli Apostoli. La riflessione è condotta con l’ausilio delle scienze umane – in particolare la sociologia e la psicologia –, perché permettono di declinare in profondità l’umano insito nel dato biblico e di individuare dinamiche che interessano ancora oggi il cammino della Chiesa.
Come nasce la fede in YHWH? Quando è diventato il solo Dio d'Israele? Perché esige la guerra o il sacrificio umano? Muovendo dalla lettura di alcuni testi del Pentateuco, si prende atto che monoteismo e coscienza dell'elezione procedono di pari passo. Tra diacronia e teologia, nella consapevolezza che l'incontro/scontro con altre divinità ha affinato la percezione di YHWH, si individuano i complessi processi teologici che determinano la fede monoteistica: assimilazione, opposizione e riduzione.
"La Bibbia insegna come si va in cielo e non come va il cielo". Muovendo da questa frase di Galileo il volume affronta la questione della verità della Sacra Scrittura, offrendo alcune piste di lettura di due testi molto problematici: Giosuè 10, in cui compare la famosa frase "Fermati o sole!", e Genesi 6 in cui si parla dei giganti e della loro unione con le donne. Con un linguaggio semplice e accessibile, rivolto soprattutto ai non addetti ai lavori, si intende chiarire quando la Bibbia sbaglia e cosa si intenda per errore. Lo scopo è fugare il campo da alcune letture fondamentalistiche che violentano il senso e offuscano la bellezza delle Scritture.
Un volume intorno alle provocazioni e alle domande fondamentali poste dal libro biblico del Qoèlet: un libro "scomodo" e che incanta.
Il significato simbolico degli animali nella Bibbia dal quale ogni civiltà attinge immagini e proverbi.
Dove abita la Sapienza? «Solo Dio ne conosce la via, lui solo sa dove si trovi»,sembra rispondere Giobbe (28,23),la cui esperienza tuttavia,delinea, uno dei luoghi di incontro con la Sapienza del Cielo. All’uomo in ricerca, il cosiddetto Pentateuco sapienziale addita cinque spazi privilegiati di confronto e di dialogo con la sapienza che viene da Dio: la strada (Proverbi), il giaciglio del dolore (Giobbe), la cattedra dei maestri (Qoèlet), la tradizione degli antichi (Siracide) e la porta di casa (Sapienza). Cinque luoghi che conducono a una sesta dimora:quella dove l’amore sponsale (Cantico dei Cantici) trasforma la ricerca in esperienza e l’incontro in un momento di intimità e di comunione.
AUTORE Sebastiano Pintoè nato a San Vito dei Normanni (Br) nel 1973. Ha conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, il Dottorato in Teologia con Specializzazione Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Lecce. È docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica Pugliese presso l’Istituto Teologico Pugliese (Molfetta) e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi.Direttore della rivista teologica Parola e Storia, è autore dei volumi: Ascolta Figlio. Autorità e Antropologia nell’insegnamento di Proverbi 1-9,Città Nuova,Roma 2006;“Saremo anche noi come tutti i popoli”. La nascita della monarchia (1Sam 8–11) e il ritorno dall’esilio (Esdra) riletti in chiave biblico-sociologica, San Paolo,Cinisello B.(Mi) 2007.
Il volume analizza esegeticamente le dieci istruzioni padre-figlio di Proverbi 1-9. La metodologia esegetica seguita (diacronica e sincronica) segue le istanze del metodo storico-critico e si avvale della ricchezza ermeneutica delle scienze umane (la sociolinguistica e la psicologia dello sviluppo). L'attenta esegesi dei testi, che muove dal lato sociolinguistico secondo il quale l'organizzazione sociale e relazionale avvengono attraverso il medium dell'attività linguistica, getta nuova luce sul concetto di autorità e delinea la portata e la forza dll'insegnamento del padre-maestro, recuperando la visione dell'uomo che soggiage all'insegnamento offerto dal maestro (obiettivi, valori, visione del mondo, paure, certezze). Si approfondisce così la dimensione personalistica delle istruzioni mediante l'analisi del "saggio in relazione". L'interazionismo simbolico costituisce un valido supporto per cogliere la costruzione sociale della persona. Questa prospettiva ermeneutica disegna un volto inedito della figura del padre-maestro e definisce i tratti della nuova identità educativa dl padre: egli abilita il figlio ad un approccio "olistico" alla realtà, alieno da duelismi antropologici che vorrebbero contrapporre e separare ambiti differenti dell'esistenza umana.