Zaccheo piccolo di statura ma grande nella fede è il simbolo dell'uomo combattuto tra il suo piccolo potere e il desiderio di una umanità più grande. Con la solita arguzia Giampiero Pizzol ci rap- presenta il combattimento che si svolge nell'animo di quest'uomo nel dialogo che si svolge tra Zaccheo, l'evangelista Matteo e il contadino Aggeo. Lo spazio teatrale diventa il luogo in cui incontrare ancora oggi questi personaggi. Il testo è uno spettacolo allestito dalla compagnia teatrale Teatro degli Scarrozzanti.
Il Vangelo viene raccontato per bocca dei personaggi con un linguaggio poetico ma anche popolare. Si alternano racconti epici e comici, poetici e buffi che attingono al pozzo della saggezza e della commedia: dalla caduta delle mura di Gerico al tumulto di piazza in cui Zaccheo stava per essere ucciso. Gli incontri si mescolano con le parabole e sulla scena si materializzano paesaggi e identità diverse, si accende la luce del miracolo e sgorga l'acqua della vita: uomini e donne si trovano a confronto fra loro e con Gesù.
Le origini, la vita da ebreo osservante, la conversione e la predicazione di San Paolo sono descritte in questo monologo teatrale con lo stile divertente che sempre caratterizza gli scritti di Giampiero Pizzol.
Con abile padronanza della lingua l’autore coinvolge il lettore con un testo che scorre sempre con grande equilibrio tra sottile ironia e significato più profondo di ogni episodio narrato così che al lettore, come allo spettatore della recita teatrale, sembra proprio di essere li presente di persona al centro dello svolgersi dei fatti, di fronte a San Paolo che parla.
Lo spettacolo è andato in scena in anteprima al Meeting di Rimini a fine agosto 2016 e sarà poi recitato in molte città italiane.
Teresa D’Avila – donna di fuoco, incandescente e trasparente come un lampo
cofanetto: CD audio + libretto
Nell’anniversario dei 500 anni della nascita di Santa Teresa D’Avila ecco una particolare opera in poesia e in musica, nata dalla collaborazione tra Giampiero Pizzol, autore dei testi in forma poetica, i Carmelitani Scalzi del convento di Ferrara e le Monache Carmelitane del monastero sempre di Ferrara.
L’opera ripercorre con un taglio molto originale la vita le opere della santa dottore della chiesa si articola in 21 punti, alcuni solo recitati alcuni musicati e sarà rappresentata al Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini a fine agosto 2015.
I testi sono di Giampiero Pizzol, le musiche di Alessandro Nidi che esegue anche al pianoforte, il chitarrista Piero Bonaguri presenta brani del compositore Joaquin Rodrigo.
L'autore Giampiero Pizzol, in questo monologo teatrale, presenta la vita dei discepoli attraverso gli occhi e i conti dell'esattore delle tasse Matteo, ragioniere di Dio, chiamato a diventare Apostolo.
IL MIO NOME È PIETRO è una pièce teatrale scritta da Giampiero Pizzol, che Mimep-Docete pubblica in versione integrale. In un magistrale monologo teatrale l’apostolo Pietro rivive la sua eccezionale amicizia con Gesù, dal cambiamento del nome ai miracoli nella vita quotidiana fino al tradimento e al pentimento.
L’attore Pietro Sarubbi descrive il suo percorso di ripresa di coscienza di fede dalla partecipazione al film di Mel Gibson “La passione di Cristo”, impersonando Barabba. Quando per la prima volta, i suoi occhi incontrano quelli dell’attore che interpreta Gesù, questo sguardo lo tocco profondamente invitandolo a cambiare la propria vita:
“... guardo questo sconosciuto che muore al posto mio, guardo Gesù come probabilmente lo ha guardato Barabba. Lo guardo con sprezzo e distacco, lo guardo come un assassino appena liberato guarderebbe il poveraccio sconosciuto che va a morire a causa sua. Negli occhi dell’Uomo che sta morendo per me non ci sono odio né rancore. Sono colpito dalla profondità del suo sguardo. Non è uno sguardo feroce ma dolce e misericordioso, quasi di preoccupazione per me e per la mia condizione, ed accade un cosa unica nel suo genere e nella sua imprevedibilità: mi perdo in quello sguardo, nello sguardo di Gesù, rimango forse un minuto con gli occhi dentro quello sguardo.”
Dopo l’interpretazione del personaggio di Barabba, Pietro Sarubbi è continuamente invitato a serate sia di recitazione che di testimonianza.