Attraverso le vicende del cartaginese Smerciato, rapito e venduto come schiavo da bambino e al centro di una complicata vicenda di eredità, amori, trucchi e agnizioni, la commedia Poenulus, "il Cartaginesino", introduce nel teatro plautino uno spunto di riflessione sull'umanità del nemico, sul significato della presenza dell'"altro", poiché nessuno più dei Cartaginesi incarnava per il pubblico romano i connotati dello "straniero". Al centro del "Truculentus" c'è invece una scaltra cortigiana, Frinetta, che riesce a circuire i suoi tre amanti e si rivela uno dei più antichi esempi letterari di "femme fatale". Ad accomunare le due commedie è il tema della guerra (le guerre puniche in particolare) e dei profondi cambiamenti socio-culturali che ne sono derivati. Le figure marginali nella Roma repubblicana, lo straniero e la donna, divengono in queste tarde opere plautine protagoniste, a testimonianza di come Plauto seppe affrontare anche le scottanti questioni poste dalla Storia sulla scena romana a lui contemporanea.
Scritte e rappresentate all'epoca della Seconda guerra punica, queste due commedie sono ancora oggi godibili e divertentissime per la vivace inventiva di situazioni comiche e la capacità di creare un linguaggio di inesauribile fantasia e ricco di giochi di parole di forte carica parodistica. La prima, "Miles gloriosus" ("Il soldato spaccone") vede come protagonista una delle figure chiave del teatro plautino, il soldato fanfarone, millantatore di grandi imprese mai compiute, che si presenta come grande conquistatore di nemici e di donne, salvo essere prontamente smentito dagli avvenimenti della commedia. La seconda, "Aulularia" ("La commedia della pentola") è invece incentrata su un personaggio destinato ad avere enorme fortuna nei secoli, il vecchio avaro, maschera chiave del teatro rinascimentale. Introduzione di Niall W. Slater.