L'autore ci offre delle pagine dense di spunti di riflessione, per aiutarci a meditare, mistero dopo mistero, la storia della nostra salvezza e nello stesso tempo per consentirci di ottenere il coraggio necessario ad affrontare le difficoltà della vita che, come abbiamo sperimentato nei tempi più recenti, possono essere anche particolarmente dure. Quest'ultimo aspetto ci fa capire la scelta di porre l'icona della Madonna del Lume come filo rosso che unisce i vari misteri del Rosario.
Un uomo e una donna.
Un paziente confinato alla degenza ospedaliera e una psicoterapeuta che forza i suoi confini. Due mondi che si incontrano nelle tessiture della carta da lettere; due mondi che - tra emozioni viscerali e visioni oniriche - imbastiscono la trama di un romanzo epistolare. E questi mondi raccontano coraggiosamente la storia della vita; scrivono di un viaggio che ha come meta l'incontro con la parte più vera e autentica di sé, quella maltrattata dal dolore e accarezzata dalla consapevolezza, quella che non si rassegna agli aloni del tramonto e sempre anela alla gioia piena.
Questi mondi parlano di tutti coloro che prima di cercare le risposte hanno a cuore il senso delle domande.
In queste pagine c'è il racconto della vita, del dolore, della solitudine, della malattia, della libertà, della morte. E dell'amore.
Meditare la morte del Signore significa, in altre parole, collocarsi tra il banchetto dell'ultima cena e il lampo della resurrezione come pellegrini che hanno chiara la meta; da un lato quindi il pasto che continua a sostenere la Chiesa, granaio inesauribile che sazia la fame, tino traboccante che distilla la bevanda di salvezza; dall'altro una consapevolezza sempre novella che annienta il buio sinistro e strappa per sempre i legacci della morte.
E' il cammino di chi abita le periferie dell'esistenza e interroga la verità che rende liberi impregnando di sentimenti vissuti le tele del quotidiano.