Questo studio ha inteso avvicinarsi al difficile percorso etico e culturale della nostra epoca, al cui interno il pensiero ebraico mostra ancora tutta la sua antica giovinezza nel formulare nuove mappature, che dalle rassicuranti pareti del sacro offerte dal tempio si espandano verso la lettura difficile del tempo presente. Visto così, lo spazio empirico, rappresentato dai tanti esodi dalla terra promessa e dalle tante forzate diaspore verso paesi inospitali, si trasforma in spazio simbolico: dalla particolarità del popolo ebraico ad essere popolo scelto, "separato", dagli altri popoli ad una comunità aperta all'universale in ragione del suo implicito compito messianico. I viaggi intorno al nome impronunciabile non sono che la cifra filosofica del bisogno di attraversare il paesaggio complesso e affascinante rappresentato dall'opera millenaria che ha da sempre legato la parola biblica, il commento e le interpretazioni talmudiche con quella riflessione contemporanea provata dalle crude prove della storia.
Nel contesto del dibattito suscitato nell'autunno 2006 dalla lettera aperta di Piergiorgio Welby al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la legge olandese che regolamenta l'eutanasia resta un importante punto di riferimento. Dalle reazioni estreme di qualche anno fa - l'eutanasia come occasione per liberarsi di anziani scomodi o, al contrario, entusiastica conquista di civiltà e libertà - il dibattito si è fatto più sfumato. Corredato dal testo della legge e da un opuscolo edito dallo Stato olandese con le domande più frequenti sull'eutanasia, il volume aiuta ad affrontare con cognizione di causa il delicatissimo tema. Alle dichiarazioni della Chiesa Riformata olandese e della Chiesa Valdese italiana, si aggiungono le riflessioni di tre teologi protestanti: Paolo Ricca, tra i primi in Italia a occuparsi di eutanasia, Ermanno Genre, docente di Teologia pratica alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma, e Franco Becchino, ex presidente del Tribunale di Savona.