Con questo nuovo libro Ricci ritorna a un tema di cui, in maniera diversa, si era occupato nel precedente "Ossessione turca". Là si trattava di misurare la presenza, reale o immaginata, della minaccia turca in una città italiana del Rinascimento, Ferrara, relativamente tranquilla e defilata. Qui al centro del quadro stanno invece le concretissime incursioni che i "turchi" effettuarono sul finire del Quattrocento sul bordo orientale del territorio italiano: in Friuli con cinque successive scorrerie, e in Puglia con la sanguinosa presa di Otranto. Da questi eventi traumatici, di cui con la consueta finezza rilegge e interpreta le antiche cronache, Ricci allarga poi l'osservazione ai ritornanti discorsi e progetti di crociata che la minaccia turca prolunga ancora nell'età moderna, e a quegli aspetti (come i travestimenti) che mettevano in gioco le identità dei due mondi contrapposti rendendone permeabili i confini.
Questo libro affronta, vissuto in prima persona, il tema-tabu' della sofferenza. L'autore non esorcizza il male ne' lo domina, semplicemente e docilmente lo esplora, vi entra con arguzia e sagacia e ne cava considerazioni che lo fanno vivere quale esso e', un aspetto inevitabile della vita. Presentazione di don Luigi Merola (giovane sacerdote anticamorra di Napoli).