Dalle storie della Grande Guerra, scaturite dall'album di famiglia e dai bollettini ufficiali, a quelle della seconda guerra mondiale che ripercorrono la campagna di Francia, la tragica spedizione albanese, il drammatico fronte russo, la prigionia, il ritorno sull'Altipiano: pagina dopo pagina, attingendo alla sua memoria personale e a quella collettiva, "il sergente" Rigoni costruisce un quadro scarno e spietato di un tempo che non è il nostro ma che ci viene lasciato in eredità. Tutti i racconti che Rigoni Stern ha dedicato al tema della guerra nelle sue opere precedenti, oltre a numerosi altri testi sparsi in giornali e riviste, vengono qui pubblicati in un ordine storico-narrativo a cura dell'autore.
Il diciannovenne caporale Rigoni, conoscitore di ogni sentiero, bosco e dirupo, racconta un anno di guerra e due campagne militari, in Francia e in Grecia: la scoperta della fame, la tristezza di combattere senza un perché, di occupare paesini arrampicati sulle costole di montagne straniere eppure tanto simili a quelle di casa propria.
I racconti che compongono questo libro hanno una doppia anima: guerra e natura si alternano in un contrappunto che la scrittura di Rigoni sa modulare con verità. Così, accanto alla storia di Romedio e della sua mula che salvarono decine di feriti in Russia, o a quella di una bottiglia di grappa nascosta in una trincea da un soldato nel 1917, e ritrovata trent'anni dopo, o ancora a quella di un ritorno, dopo sessant'anni, sul luogo della sofferenza e della morte - il Lager 1B, in Polonia - trasformato in un impossibile paesaggio bucolico, possono trovare posto due piccoli caprioli che si avvicinano alle case in cerca di cibo e di riparo, una lepre inseguita nel bosco, la legna messa da parte per l'inverno o per chi verrà dopo di noi.
I ricordi della ritirata di Russia scritti in un lager tedesco dall'alpino Rigoni Stern nell'inverno del 1944, pubblicati da Einaudi nel 1953 sotto il titolo Il sergente nella neve e da allora long-seller per il candore e la forza con cui viene rappresentata la lotta dell'uomo per conservare la propria umanità. Un sogno di pace rivisitato nel 1973, quasi trent'anni dopo, in Ritorno sul Don, un viaggio non solo nello spazio, ma anche nel tempo, senza rancori e senza voglie di rivalse, come atto d'amore e di riappacificazione con gli uomini e con la storia.
Il bosco come universo narrativo e i suoi animali come protagonisti. Questa è la chiave dei racconti di Rigoni Stern, una chiave che può aprire le porte di etologie minime come quelle di aspre epopee. Sono storie di caprioli sperduti, di cani "dai segreti amori", di misteriosi gufi delle nevi, di ghiri e lepri in fuga, di api il cui operare quotidiano ha realmente qualcosa di epico. Sono storie a volte commoventi a volte un po' barbare, ma la violenza che vi alberga, lo stesso senso di morte che sovente le domina, si saldano ai meccanismi millenari della natura e perdono ogni significato angoscioso. Perché il male, sembra dire Rigoni Stern, è solo dell'uomo, quando dimentica o disprezza o distrugge gli equilibri del bosco.
Il libro raccoglie storie di cacciatori, di animali selvatici, di cani, di montagne, dove si respira un senso di spazi aperti, di paesaggi impervi e soprattutto della presenza umana. Rigoni sa rendere la limpida immediatezza di ciò che ci circonda e insieme un accento di fiducia nella vita.
Una raccolta di racconti fulminei, eppure ricchi di narrazione dove s'intersecano più piani temporali e diversi luoghi geografici. Usciti nell'arco di oltre vent'anni sulle pagine del quotidiano "La Stampa", questi racconti privilegiano il "viaggio della memoria" sulle orme dei racconti di guerra, di entrambe le guerre che hanno devastato l'Europa. Un intreccio fra il tempo presente e un passato più o meno lontano, dalla Prima alla Seconda guerra mondiale, fino ad arrivare al racconto dei viaggi in Russia compiuti prima del crollo del Muro. Aneddoti si mescolano a fatti di guerra, eventi storici si legano a vicende minute e il racconto dei paesaggi del Nord innevato induce a riflessioni letterarie.
I racconti che compongono questo libro hanno una doppia anima: guerra e natura si alternano in un contrappunto che la scrittura di Rigoni sa modulare con verità. Così, accanto alla storia di Romedio e della sua mula che salvarono decine di feriti in Russia, o a quella di una bottiglia di grappa nascosta in una trincea da un soldato nel 1917, e ritrovata trent'anni dopo, o ancora a quella di un ritorno, dopo sessant'anni, sul luogo della sofferenza e della morte - il Lager 1B, in Polonia - trasformato in un impossibile paesaggio bucolico, possono trovare posto due piccoli caprioli che si avvicinano alle case in cerca di cibo e di riparo, una lepre inseguita nel bosco, la legna messa da parte per l'inverno o per chi verrà dopo di noi.
Il volume presenta in due sezioni l'intera opera di Mario Rigoni Stern. La prima sezione contiene i 'romanzi' e la seconda sezione contiene i 'racconti'. Inoltre il testo offre: una Cronologia; Note all'edizione; Notizie sui testi e una bibliografia.
Un romanzo classico, ambientato durante la seconda guerra mondiale. È la storia della spedizione italiana in Russia. In queste pagine vengono raccontate in maniera diretta le sofferenze vissute dai soldati italiani nel gelido inverno della steppa. Età di lettura: da 12 anni.
La poco nota "invasione" della Carnia da parte delle truppe cosacche filonaziste. Un guaritore che, in un villaggio portoghese, cura i lebbrosi avvolgendoli nelle lenzuola in cui è lievitato il pane. Un soldato che, durante la ritirata di Russia, soccorre e salva alpini feriti. Sono alcune delle storie raccolte in questo libro, storie che Rigoni ha raccolto per più di vent'anni e che toccano sia i temi a lui cari - la guerra, la montagna, la natura - sia nuovi orizzonti. Così la Russia attraversata come "sergente nella neve" viene ripercorsa all'epoca della perestrojka; e accanto agli animali selvatici dell'Altipiano scopriamo le cicogne d'Olanda.