Gianni Rodari è stato un giornalista di quelli rari, capace di muoversi tra registri e voci diverse grazie alla splendida versatilità di una parola sempre esatta. Sapeva raccontare con semplicità il suo approccio pedagogico attraverso l'errore di una bambina, che orecchiando la Chanson de Roland dà vita a un misterioso animale: il cane di Magonza. Ma Rodari poteva trasformarsi in un cronista di razza, in grado di individuare, nel groviglio di voci che circondano un evento, il dettaglio che cattura l'attenzione. E sapeva quanto di vero si può dire con la fantasia. E cosi in queste pagine ci s'imbatte anche in meravigliosi esercizi narrativi; pezzi magistrali di «giornalismo surreale», in cui Rodari, da raffinato scrittore comico, reinventa completamente la realtà per mostrarci il volto segreto, talvolta tenero e talvolta ridicolo, della nostra vita di ogni giorno.
La fama di Gianni Rodari è fondamentalmente legata alla sua intensa e originalissima attività di narratore per l'infanzia. E a ragione, poiché scrisse opere con cui sono cresciute generazioni di giovani lettori. Ma non solo. A dimostrarlo le storie qui riunite, dove, con un perfetto intreccio tra scrittura giornalistica e genio creativo, porzioni di realtà quotidiana (come l'arrivo del televisore nelle case degli italiani), trattate dall'umorismo rodariano, assumono il carattere di brillanti apologhi, sollecitano gli strumenti di una scrittura che gioca e, giocando, mostra le insensatezze del conformismo. Ventinove racconti in cui Rodari, dando spazio all'aspro sapore del divertimento e della satira, produce personaggi e situazioni paradossali, tocca motivi favolistici o addirittura fantascientifici, chiarendo, una volta per tutte, che "anche inventare storie è una cosa seria". Prefazione di Mario Di Rienzo.