Quando, sul fare del 411, la Chiesa cattolica d'Africa e quella donatista furono convocate in un'assise promossa dall'imperatore Onorio per sanare il secolare scisma africano, giunsero a Cartagine quasi 600 vescovi. La conferenza, svoltasi sotto la guida di un giudice imperiale, il nobile Marcellino, si protrasse per tre intense giornate i cui dibattimenti furono meticolosamente verbalizzati dalla burocrazia statale, giungendo a noi quasi per intero. Raramente si ha la possibilità di osservare gli eventi storici "direttamente", senza la mediazione di chi racconta, ricorda, interpreta, spiega o giudica il passato: in questa preziosa circostanza è viceversa possibile. Il lettore assisterà alla verbalizzazione puntuale di un confronto serrato e denso tra due Chiese che rivendicavano la pienezza della loro dignità storica e teologica, sfidandosi sui più svariati registri: da quello biblico/ermeneutico a quello teologico - ed ecclesiologico in particolar modo -; da quello storico a quello giuridico e processuale. Le fasi decisive di un conflitto che segnò in profondità l'ecclesiologia cattolica si svolgono sotto gli occhi del lettore, senza alcun filtro. A rendere ancor più preziosa questa occasione editoriale vi è l'intervento diretto di Agostino d'Ippona: affermato vescovo cattolico, egli prenderà parte al dibattimento guadagnandosi immediatamente un ruolo di primo piano che, senza alcun dubbio, può essere definito decisivo per le sorti dell'intera conferenza.
Il presente saggio individua, una fondamentale triplice distinzione che San Tommaso ravvisa nelle realtà create, il fondamento di una lettura metaetica del discorso morale tommasiano, che insinua un'interpretazione moralmente orientata del piano della Summa Theologiae. Le condizioni di esistenza dell'agire, la rappresentatività dell'atto morale, la coesistenza del male nel bene, il rapporto tra spiritualità e corporeità e le implicazioni della natura trascendente del bene sono presentati attraverso una costante tessitura di analisi dei tesi dell'Aquinate e di interpretazione antropica in chiave sistemica per l'oggi, che ne consente una ricostruzione metaetica e sapienziale.