Una via crucis rivolta soprattutto ai giovani: ogni stazione è una riflessione sull’attualità della condizione giovanile, con le crisi, le fragilità, le speranze disilluse. D’altronde, anche Gesù di Nazaret e diversi suoi discepoli erano dei giovani in cammino che seppero attraversare la tragedia della croce per emergere risorti con lui.
La Novena dell’Immacolata va vissuta non come una prassi devozionale, ma come uno strumento che permetta a tutti, ragazzi, giovani e adulti, di essere “reiventatori” di evangelizzazione. Maria, infatti, è l’icona a cui guardare concretamente e fare riferimento. Costruita con la struttura tradizionale: canto, lettura, preghiera e invocazioni, questa Novena rammenta ai fedeli il kerygma (l’annuncio) che va portato sulla strada e non va sotterrato.
ANTONIO RUCCIA è parroco della chiesa di San Giovanni Battista, direttore della Caritas di Bari-Bitonto e docente di Teologia pastorale alla Pontificia Università Urbaniana e alla Facoltà teologica di Bari.
Il cammino quaresimale è un itinerario d'amore che conduce verso la gioia pasquale. L'esperienza della vita di Gesù è costellata da un impegno a essere parte integrante di una famiglia umana fin dall'inizio della sua incarnazione. Questa Via Crucis è stata pensata proprio in quest'ottica e nel segno della gioia e dell'accoglienza, tratto distintivo della famiglia. Le stazioni sono costruite attraverso testi dell'Antico e del Nuovo Testamento e brani tratti dall'Esortazione Apostolica Amoris laetitia di papa Francesco, seguiti da brevi meditazioni e spunti di preghiera.
In Evangelii Gaudium, papa Francesco ha posto l'attenzione in maniera forte e decisiva sul tema dell'evangelizzazione in un mondo che non solo è cambiato, ma si trova ormai a distanze siderali dalla società in cui l'annuncio cristiano aveva trovato terra feconda. La novità sociale, le prospettive globali dell'economia e un'etica divenuta fragile pongono il credente di oggi di fronte a un domanda interna ed esterna: chi sono io, come cristiano? E in quale mondo posso annunciare il vangelo? Don Antonio Ruccia prende questa domanda con tutta la serietà che a essa è dovuta, spostando l'accento dalla singolarità alla comunità: non più "chi sono io", ma "chi siamo noi, come comunità cristiana" di fronte al vangelo e di fronte al mondo postmoderno. La risposta va verso una profonda immersione nel contesto nuovo che al credente è offerto, affinché la risposta sia "incarnata" come indicato da Gesù. Catechesi, liturgia, carità devono essere il trinomio di ogni parrocchia evangelizzatrice: pensate in comune, tra clero e popolo, per l'annuncio visibile e coerente di una comunità della presenza sul territorio.