La pandemia da Covid-19 ha riportato alla luce alcune delle incertezze più intime dell'uomo, fra le quali il timore della morte, tema tornato prepotentemente al centro delle nostre vite. In questo contesto si è riaperto il dibattito sull'eutanasia e sul suicidio assistito, pratiche che continuano a dividere l'opinione pubblica tra sostenitori e oppositori pro-life. Attraverso l'analisi di casi mediatici recenti come quelli di dj Fabo e Alfie Evans e le esperienze di chi ha vissuto in prima persona la malattia terminale di un proprio caro, gli autori propongono di ripensare al fine vita accettando che persiste un conflitto di valori tra credenti e non credenti. Di fronte al mistero dell'ignoto, che spaventa chi vi si affaccia, l'attesa della morte deve riacquistare un profondo senso spirituale, come esperienza che può donare significato a tutta l'esistenza.
Il libro raccoglie i saggi di Andrea Possieri (che analizza la trasformazione etica della cultura condivisa nell’ambito della sinistra, nata dalla rivoluzione culturale iniziata alla fine degli anni ’60), di Lorenza Gattamorta (che affronta il tema dell’eutanasia e del suo radicamento nella cultura popolare, a partire dal cinema), di Giulia Galeotti (che discute di handicap e di come gli handicappati sono trattati nella società), di Flavio Tanzilli (che studia le radici eugenetiche del controllo delle nascite, a partire dalla figura della femminista americana Margaret Santer) e di Roberto Colombo (che mette a confronto la difesa della vita nascente con l’animazione del feto).