Esperienza unica nella storia religiosa del Novecento europeo, la comunità monastica di Taizé è stata il punto d’intersezione fra la ricerca di unità da parte dei cristiani divisi e la storia di tante chiese del continente fra il secondo conflitto mondiale e la fine della cortina di ferro. Nata in terra riformata, divenne il punto d’incontro di una sorta di chiesa ecumenica in gestazione, rivolgendosi a cristiani e chiese dalla comune identità battesimale spesso sacrificata o tradita da identità confessionali divenute prioritarie. Nonostante sia stata oggetto di una diffusa attenzione, la parabola di Taizé richiedeva da tempo un tentativo di storicizzazione. Esigenza alla quale cerca di rispondere questo volume, che, avvalendosi di una ricca documentazione inedita, ricostruisce trent’anni di storia di questa singolare esperienza: dai primi progetti comunitari fino all’annuncio, nella primavera del 1970, di un inedito “stato conciliare” per uscire dall’impasse in cui – secondo il priore di Taizé – si trovava l’ecumenismo dopo le promesse d’inizio anni Sessanta. Le origini, l’evoluzione, l’accoglienza e le resistenze incontrate dalla comunità sono qui ricostruite e documentate, così come l’”itineranza” di Taizé fra le diverse realtà ecclesiali e il dinamismo ecumenico da essa dispiegato.
Luogo di incontro fra le profonde trasformazioni che investono l'America Latina negli anni Sessanta e il processo di rinnovamento teologico avviato dal concilio Vaticano II, la conferenza dell'episcopato latinoamericano tenutasi nel 1968 a Medellín, in Colombia, ha segnato un prima e un poi nella storia della chiesa continentale. Attraverso l'esame di documentazione inedita, questo volume si propone di contribuire ad una conoscenza più approfondita dell'ampio processo ecclesiale che portò la chiesa latinoamericana dal concilio all'assemblea di Medellín.