Prima edizione critica del testo originale tedesco e traduzione italiana di due corsi universitari tenuti da Schelling in un periodo decisivo del suo ultimo pensiero, quello dell'elaborazione del rapporto fra filosofia negativa e positiva (1839-1842). "Sui principi sommi" è la trascrizione di G. M. Mittermair d'un corso tenuto nel 1839 a Monaco di Baviera. Dopo un'accurata esposizione della dottrina dei principi sommi e un'originale filosofia della natura, presenta la prima formulazione del passaggio fra filosofia negativa e positiva. Il secondo è la trascrizione pubblicata da H.E.G. Paulus nel 1843 del primo corso svolto a Berlino, nel semestre 1841/42, dedicato alla Filosofia della rivelazione: una versione originaria e sintetica del testo delle "Opere complete", ricca di approfondimenti, con acute trattazioni di teoria delle potenze, storia della filosofia moderna, dottrina trinitaria, mitologie, misteri greci e rivelazione cristiana. Ad essa è premessa la Prima lezione di Berlino. Quale monografia introduttiva viene riproposto, in veste rinnovata, il lavoro di F. Tomatis: "Kenosis del logo. Ragione e rivelazione nell'ultimo Schelling", con prefazione di X. Tilliette, il maggior studioso d'ogni tempo di Schelling. Dedicato all'ultima lunga, evolventesi e articolata fase della sua filosofia (1821-1854), riguarda in particolare il tema del passaggio fra filosofia negativa e positiva.
Le età del mondo - qui nelle versioni del 1811 -1813 -1815 e nei frammenti preparatori- indubbiamente non è soltanto l'opera alla quale Schelling si dedicò più intensamente e che avrebbe dovuto essere la sintesi perfetta del suo pensiero, ma è anche una delle più oscure paraboli del tardo idealismo.
In questo scritto del 1809, Schelling vuole dimostrare che la libertà umana non è affatto incompatibile con il panteismo, giacché nel suo sistema essa non è né sacrificata in nome dell'ineluttabile necessità, né salvaguardata in senso puramente formale. La possibilità di scegliere tra il bene e il male non è uno scandalo, perché il secondo possiede una natura attiva e spirituale al pari del bene; il male consiste nell'inversione, che può aver luogo soltanto nell'uomo, del concreto rapporto tra principio oscuro (volontà particolare) e principio luminoso (volontà universale), una dualità di princìpi che si radica nella scissione originaria che si dà in Dio stesso tra il suo fondamento oscuro e abissale e la sua esistenza luminosa attuale; la ricongiunzione dei due princìpi può avvenire solo attraverso l'amore ed esaurisce tanto la storia della creazione quanto quella della rivelazione.
Con questa opera, datata fine marzo 1800, Schelling giunge a una prima "sintesi" della sua problematica teoretica composta di filosofia dell'io e filosofia della natura. La prima è la speculazione che, muovendo dall'elemento soggettivo del sapere, l'io appunto, si pone come fine la spiegazione dell'oggettivo; la seconda, viceversa, è l'indagine che muove dall'oggettivo per giungere al soggettivo. Il sistema di tutto il sapere è appunto "l'idealismo trascendentale", nel cui svolgimento viene ripercorsa per "epoche" la "storia dell'autocoscienza".