Un saggio sul Dio che ama e si comunica come amore. Ricorrendo a categorie di forte respiro biblico e antropologico, questo volume intende cogliere la rivelazione come momento determinante del cammino che conduce Dio e l'uomo a incontrarsi, nell'orizzonte di un progetto di pace. Ripercorrendo le tappe della Chiesa dei primi secoli, dalla risurrezione ai concilii di Nicea, Efeso e Calcedonia, l'Autore individua la radice comune dell'esperienza dei primi cristiani: l'esperienza autentica e viva, ossia reale, che i discepoli hanno fatto di Gesù, il crocifisso risorto. Le comunità cristiane delle origini hanno maturato una coscienza ecclesiale della fede con la morte e risurrezione di Gesù, proclamato (nel kerygma) Signore e Messia (Kyrios e Christos). Di questo Cristo, una tra le più antiche formule di fede confessa: "Cristo è morto per i nostri peccati, secondo la Scrittura, ed è apparso a Cefa, poi ai Dodici" (1Cor 15,3-5). È questo l'annuncio attorno al quale è nata la prima comunità cristiana, quasi certamente proprio quella di Gerusalemme, città-luogo della crocifissione di Gesù e punto di partenza dell'evangelo.
Queste meditazioni di carattere biblico e teologico sulVangelo di Giovanni sono ispirate da un principio caro alla tradizione giovannea e alla stessa rivelazione giudaico-cristiana: tutto ciò che è luce si manifesta.
Poiché ilVerbo è da sempre presso il Padre e la luce splende nelle tenebre, nessuno è in grado di fermare la forza rivelatrice e liberante della luce che resta e permane nella sua dinamicità e storicità. La luce è ciò che resta: è Dio fatto carne, l’Emmanuele.
Se è vero che Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre, lo spazio di questa luce è Gesù Cristo, impenetrabile luce dalla quale non ci resta che lasciarci toccare e illuminare.
L'autore
Edoardo Scognamiglio, teologo e filosofo, insegna Teologia dogmatica presso la Pontificia FacoltàTeologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e Dialogo interreligioso e Introduzione all’islam presso la Pontificia Università Urbaniana (Città del Vaticano). È consultore del Santo Padre per il Pontificio Consiglio della Famiglia. Dirige la rivista di teologia «Asprenas» e il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture a Maddaloni (Caserta). È ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali di Napoli e Basilicata. Ha pubblicato numerosi saggi di filosofia, teologia, storia delle religioni e letteratura. Attualmente, si dedica alla meditazione della Parola di Dio mediante la condivisione della Lectio divina con gruppi di giovani, di adulti e di consacrati.
Questo volume rilegge gli orientamenti principali del dialogo interreligioso a partire dal Concilio ecumenico Vaticano II.
Dia-logos vuol dire lasciarsi attraversare dalla parola e dall’esperienza di fede dell’altro; vuol dire permettere all’altro di rivelarsi nella sua alterità e di testimoniare il suo vissuto di fede attraverso gesti d’amicizia e parole che colpiscono dritto al cuore. Il dialogo è la profezia dell’Amore: perché se è vero che la vita si esprime nel suo significato più profondo attraverso l’arte di amare, la comunicazione rivela a ciascuno di noi la capacità di saper vivere in questo mondo.
All’origine della nostra capacità di comunicare vi è sempre l’esperienza fondante dell’amore. Perché l’amore ci costituisce, ci personalizza, ci rende veramente autentici, ci dona il fondamento di noi stessi.
Destinatari
Per studenti e professori della materia, e per chi si occupa di dialogo interreligioso.
L'autore
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e Dialogo interreligioso e Introduzione all’Islam presso la Pontificia Università Urbaniana.
Consultore del Santo Padre per il Pontificio Consiglio della Famiglia e Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Napoli, Basilicata e Calabria, è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran e dell’opera filosofica di Henri- Louis Bergson.
Dirige, per la Messaggero, la collana Hiwar-Dialogo.
Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica (Paoline, 2001); Il volto dell’uomo, I-II (San Paolo, 2006-2008); Volti dell’islam post-moderno (PUU, 2006); Islam-iman. Verso una comprensione (Messaggero, 2009); Dia-Logos. I.Verso una pedagogia del dialogo (San Paolo, 2009).
L’ultimo volto che la Parola eterna di Dio ha assunto nel tempo è quello giovane del Nazareno. Guardare il volto umano di Gesù è come essere visti dalla Trinità. Lo sguardo di Cristo è attraversato dalla potenza vitale dello Spirito del Padre; e la sua faccia è segnata dall’essere generato del Figlio da tutta l’eternità.
A partire dall’esegesi di Gv 14,9, dal senso letterale del testo, l’Autore rilegge i commenti più importanti del cristianesimo antico, moderno e contemporaneo. In Cristo, Rivelatore del Padre, abbiamo la possibilità di accedere alla Realtà ultima. Gesù è la reale autocomunicazione del Padre per mezzo della forza dello Spirito Santo. La Trinità diviene il proprium e il caso serio della fede cristiana: non se ne può parlare a prescindere dal volto di Gesù Cristo.
Chi contempla la bellezza del volto del Figlio, ammira e adora la bellezza del volto del Padre; e questa contemplazione è opera dello Spirito Santo che dona ai credenti la fede.
Destinatari
Docenti e studenti di teologia. Preti e cultori di teologia. Catechisti impegnati in livelli superiori di insegnamento.
Autore
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e Dialogo interreligioso e Introduzione all’Islam presso la Pontificia Università Urbaniana. È consultore del Santo Padre per il Pontificio Consiglio della Famiglia e Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Napoli, Basilicata e Calabria. È tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran e dell’opera filosofica di HenriLouis Bergson. Dirige, per la Messaggero, la collana Hiwar-Dialogo. Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica (Paoline, 2001); Il volto dell’uomo, I-II (San Paolo, 2006-2008); Volti dell’islam post-moderno (PUU, 2006); Islam-iman. Verso una comprensione (Messaggero, 2009); Dia-Logos. I. Verso una pedagogia del dialogo (San Paolo, 2009).
Il volume si concentra sull’attualizzazione della Parola, sul richiamo dell’autentico spirito cristiano e sul senso liturgico di questo tempo forte, proponendo anche un invito alla preghiera dei fedeli da celebrare nelle comunità, nelle famiglie e nei gruppi biblici e nelle varie assemblee liturgiche. Il richiamo ad alcuni testimoni ha lo scopo di mettere in discussione la nostra fede, il modo con il quale viviamo i valori del Vangelo e facciamo nostro il realismo dell’incarnazione.
l’autore
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia e in filosofia, insegna Teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e si occupa di dialogo interreligioso e dell’islam presso la Pontificia Università Urbaniana. Presso il Convento San Francesco in Maddaloni (Caserta) dirige il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. Collabora a molte iniziative editoriali, a riviste e giornali, ed è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran. Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Catholica. Cum ecclesia et cum mundo (Messaggero, 2004); Henri-Louis Bergson. Anima e corpo (Messaggero, 2005); Volti dell’islam post-moderno (PUU, 2006); Il volto dell’uomo. Saggio di antropologia trinitaria, in due volumi (San Paolo, 2006-2007).
La folla suggerisce, al nostro immaginario collettivo, ciò che è privo d’intelligenza, di pensiero. Ed è, per questo, sinonimo d’istintività, d’irrazionalità, di chi agisce per paura e con aggressività... Anche Gesù, osannato a Gerusalemme come re e messia, difeso dall’ipocrisia di scribi e farisei, finì con l’esse- re osteggiato da quella stessa turba che al suo posto preferì Barabba. La folla indica anche quel gruppo che facilmente può essere usato in quanto privo di forza critica, di pensiero maturo. Ciò avviene pure per noi oggi.
Il passaggio dall’“essere folla” all’“essere discepolo” esige pazienza, tempi lunghi di attesa e di maturazione, nonché di conversione, e ha bisogno altresì della fede, cioè della piena fiducia nella persona di Gesù, il Signore della vita, nonostante la morte in croce e il fallimento del venerdì santo.
destinatari
Sacerdoti, religiosi in genere e laici interessa- ti a riflettere sulla Parola del Signore.
l’autore
Edoardo Scognamiglio, teologo e filosofo, insegna Teologia dogmatica presso la PFTIM di Napoli e Dialogo interreligioso alla PUU (Città del Vaticano). Dirige la rivista di teologia Asprenas e il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture a Maddaloni (CE). È Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Napoli e Consultore del Santo Padre per il Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ha pubblicato numerosi saggi di filosofia, teologia, storia delle religioni e letteratura.Attualmente si dedica alla meditazione della parola di Dio mediante la condivisione della Lectio divina con gruppi di giovani, di adulti e di consacrati.
Il titolo di questa lectio divina prende luce da Mc 12,37: «La folla lo ascoltava con piacere». La folla era come sedotta dalle parole di Gesù, affascinata dalla sua intelligenza e autorità, dal modo come teneva banco alle autorità religiose, civili e politiche del tempo. Gesù parlava alla gente con il cuore.Attingeva al suo vissuto di Figlio, all’amore del Padre.
Nella trama narrativa del secondo Vangelo la folla diviene simbolo e metafora del nostro cercare, di quell’inquieto moto della fede che prova a scandagliare i tratti più originali e scandalosi dell’esistenza di Gesù, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio allo stesso tempo.
Un libro dedicato alle parole di Gesù, vere, cariche di speranza, piene di entusiasmo, e al suo rapporto con la Gente.
Ddoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna dialogo interreligioso e introduzione all’islam presso la Pontificia Università Urbaniana. È direttore, a Maddaloni (Ce), del Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione del Dialogo, collabora a molte iniziative editoriali, a riviste e giornali, ed è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran.Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Nel convivio delle differenze (PUU, 2007); Il volto dell’uomo. Saggio di antropologia trinitaria. I. La domanda e le risposte (San Paolo, 2006); Il volto dell’uomo. Saggio di antropologia trinitaria. II. La risposta e le domande (San Paolo, 2008); Islam-iman.Verso una comprensione (Messaggero, 2009); Il mistero della pietà. Lectio divina sulla Prima lettera a Timoteo (San Paolo 2009).
DIA-LOGOS: I.PROSPETTIVE
Verso una pedagogia del dialogo di Scognamiglio Edoardo.
Nell’orizzonte della fraternità umana, la carica profetica del dialogo tra persone che vivono e testimoniano esperienze di fede eterogenee è molto più efficace e profonda dell’esclusiva prospettiva dogmatica che del dialogo possiamo assumere o evidenziare. Resistendo alla dittatura del relativismo (etico, religioso, dogmatico, socio-culturale), è possibile scoprire e condividere i segni dell’unica Verità che nel tempo si è data – a più livelli e gradi – delle forme storiche. Il dialogo interreligioso ci stimola alla conoscenza dell’altro,orientandoci verso l’unico Dio. Non è presentato come un’assimilazione che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità religiosa. Anzi, avviene nella premessa del rafforzamento della propria identità. Perché il contatto con l’altro porta piuttosto a scoprirne il “segreto”, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così a una maggiore conoscenza di ciascuno.
DESTINATARI
Studenti e studiosi di teologia.
AUTORE
Edoardo Scognamiglio,dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna dialogo interreligioso e introduzione all’Islam pressola Pontificia Università Urbaniana. È direttore, a Maddaloni (Ce), del Centro StudiFrancescani per il Dialogo interreligioso e le culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione delDialogo, collabora a molte iniziative editoriali,a riviste e giornali, ed è tra i massimi espertidell’opera letteraria di Kahlil Gibran. Tra le suenumerose pubblicazioni a carattere scientificoricordiamo: Nel convivio delle differenze (PUU,2007); Il volto dell’uomo. Saggio di antropologia trinitaria. La domanda e le risposte (San Paolo,2006); Il volto dell’uomo. Saggio di antropologia trinitaria. II.La risposta e le domande (San Paolo,2008); Islam-iman. Verso una comprensione (Messaggero,2009).
Con l’affetto e la preoccupazione di un padre, Paolo, l’apostolo delle genti, durante il suo viaggio in Macedonia – forse tra gli anni 6566 d.C. – scrive al giovane vescovo Timoteo per metterlo in guardia dai falsi dottori che sono presenti nella città cosmopolita d’Efeso. Per una lettura più vicina al nostro tempo del testo paolino, ci conforta sapere che Timoteo restò uno dei pochi collaboratori di Paolo interessato in modo genuino al Vangelo e alla missione. L’apostolo delle genti è di stimolo per quanti, vescovi, presbiteri (soprattutto parroci un po’ delusi e scoraggiati per gli insuccessi personali e comunitari dell’evangelizzazione e della catechesi o perché provati nel corpo e nello spirito), diaconi, laici impegnati, genitori, giovani, anziani, si sentono soli nella fede o poco sostenuti nell’esperienza dell’annuncio. In modo molto elementare, Paolo sembra dirci: “L’importante è crederci e trovare qualcuno che ci sostenga nel nostro progetto di missione”; e la stima per Timoteo sta a indicare che almeno qualcuno lo ha sostenuto e gli ha dato un grande aiuto nel perseverare.
AUTORE
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e si occupa di dialogo interreligioso e dell’islam presso la Pontificia Università Urbaniana. Presso il Convento San Francesco in Maddaloni (Caserta) dirige il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione del Dialogo,collabora a molte iniziative editoriali,a riviste e giornali,ed è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran.
Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica (Paoline,2001); Ecco io faccio nuove tutte le cose.Avvento di Dio, futuro dell’uomo e destino del mondo(Messaggero,2002); Catholica. Cumecclesia et cum mundo(Messaggero,2004); HenriLouis Bergson.Anima e corpo (Messaggero,2005); Volti dell’islam postmoderno(PUU,2006);Il volto dell’uomo. Saggio di antropologia trinitaria, in due volumi (San Paolo).
Il secondo e ultimo volume dell’antropologia teologica di Scognamiglio. Se il Cristo, Luce del Volto, è il Dio della Bellezza, Adamo, volto di Luce, è la bellezza di Dio… Il Padre ci ha forgiati con le proprie mani: la Parola e il Soffio. E da un grumo di sangue e polvere, acqua e terra, è nato l’uomo… L’antropologia del volto racconta semplicemente l’accadere di questo evento trinitario: noi siamo il volto dell’Amore. Il Padre ci ha creati in Cristo per mezzo dell’azione vivificante dello Spirito. È questa la risposta cristiana al senso della vita. Esistere vuol dire trovare libertà nell’Amore.
Un percorso teologico simbolico che riconosce il fondamento della persona nel pro-venire dall’Alto e nel pro-cedere nell’Altro. Essere persona, in senso cristiano, significa prendere sul serio la radicalità dell’Amore trinitario.
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e si occupa di dialogo interreligioso e dell’islam presso la Pontificia Università Urbaniana. Presso il Convento San Francesco in Maddaloni (Caserta) dirige il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione del Dialogo, collabora a molte iniziative editoriali, a riviste e giornali, ed è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran. Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica (Paoline, 2001); Ecco io faccio nuove tutte le cose. Avvento di Dio, futuro dell’uomo e destino del mondo, (Messaggero, 2002); Catholica. Cum ecclesia et cum mundo (Messaggero, 2004); Henri-Louis Bergson. Anima e corpo (Messaggero, 2005); Volti dell’islam post-moderno (PUU, 2006); Il volto dell’uomo. Saggio di antropologia trinitaria: I. La domanda e le risposte (San Paolo, 2006).
A partire dalla domanda del salmista, «Che cos’è il figlio dell’uomo?» (Sal 8,5), che si pone, anzitutto, come interrogativo di Dio, questo saggio prova a delineare le basi di una riflessione simbolica su Adamo nell’orizzonte della Trinità. Lo sguardo del Padre è all’origine d’ogni movimento e creazione. Se il primo pensiero di Dio fu un angelo, la prima parola del Padre fu Adamo.
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e si occupa di dialogo interreligioso e dell’islam presso la Pontificia Università Urbaniana. Presso il Convento San Francesco in Maddaloni (Caserta) dirige il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione del Dialogo, collabora a molte iniziative editoriali, a riviste e giornali, ed è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran. Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica (Paoline, 2001); Ecco io faccio nuove tutte le cose. Avvento di Dio, futuro dell’uomo e destino del mondo, (Messaggero, 2002); Catholica. Cum ecclesia et cum mundo (Messaggero, 2004); Henri-Louis Bergson. Anima e corpo(Messaggero, 2005); Volti dell’islam post-moderno(PUU, 2006).