Con la consueta passione polemica, senza mai abdicare alla sua caratteristica soggettività tesa e vibrante, Sepúlveda offre in questo libro un'altra prova della sua passione politica e umana. Ma non è solo la denuncia sociale a dare energia alle pagine: alle riflessioni sugli argomenti più scottanti della politica internazionale, si alternano i commossi ricordi di amici scomparsi e storie, semplicemente da raccontare. E tutto, sembra dirci lo scrittore, tanto la necessità di raccontare quanto il desiderio di combattere, trovano ragione semplicemente nella capacità di sognare ancora, di non rinunciare ai nostri sogni.
Le favole di Luis Sepúlveda parlano ai bambini e agli adulti e raccontano i grandi temi universali: l'amicizia, la lealtà, l'amore e il rispetto per la natura. Contiene: Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza; Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà; Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico; Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.
È dura per un cane lupo vivere alla catena, nel rimpianto della felice libertà conosciuta da cucciolo e nella nostalgia per tutto quel che ha perduto. Uomini spregevoli lo hanno separato dal suo compagno Aukaman, il bambino indio che è stato per lui come un fratello. Per un cane cresciuto insieme ai mapuche, la Gente della Terra, è odioso il comportamento di chi non rispetta la natura e tutte le sue creature. Ora la sua missione - quella che gli hanno assegnato gli uomini del branco - è dare la caccia a un misterioso fuggitivo, che si nasconde al di là del fiume. Dove lo porterà la caccia? Il destino è scritto nel nome, e questo cane ha un nome importante, che significa fedeltà: alla vita che non si può mai tradire e anche ai legami d'affetto che il tempo non può spezzare.
Le lumache che vivono nel prato chiamato Paese del Dente di Leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente "lumaca". Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo, nonostante la disapprovazione delle compagne, intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinconico e una saggia tartaruga, a comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un'avventura ardita verso la libertà.
La scrittura, l'impegno politico, le amicizie, l'esilio, il viaggio: elementi indissolubilmente intrecciati nel racconto di una vita avventurosa e affascinante come quella di Luis Sepúlveda. Da quando, ragazzino, i primi amori lo inducono a trascurare la passione calcistica e a coltivare quella per la poesia, Sepúlveda scopre che la letteratura che vale è quella che riesce a dar voce a chi non ha voce. Ripercorrendo una vocazione dalle molte sfaccettature, queste pagine intrecciano racconti di vicende personali, storie di lavoratori e delle loro lotte, grida di dolore per lo sfruttamento criminoso dell'ambiente, riflessioni sferzanti sulla crisi economica che ha investito l'Europa e rievocazioni di momenti condivisi con amici e "maestri" tra gli altri Neruda, Saramago, Tonino Guerra. Emerge soprattutto il Sepúlveda uomo: i ricordi mai sopiti del difficile passato cileno, i destini dei compagni dispersi dall'esilio che si ritrovano su una piccola baia del Pacifico, un viaggio nel deserto di Atacama, ma anche squarci di vita domestica, il ricordo di un nobile amico a quattro zampe, la gioia di riunire intorno a un tavolo una meravigliosa famiglia allargata da cui farsi chiamare con l'epiteto di "vecchio". E su tutto la consapevolezza, sempre e comunque, di aver vissuto "una vita di formidabili passioni".
Nel 1996, a Parigi, due amici seduti davanti a un "mate" progettano un libro sul Sud del mondo. Sono uno scrittore e un fotografo, girano per il pianeta e lo ritraggono per quello che è: uno strano miscuglio di crudeltà e tenerezza, di verità e leggenda. Muovendosi nella steppa patagonica, "dove si sta tra la terra e il cielo", armati di una Moleskine e di una Leica, i due amici vanno a caccia di storie da ultima frontiera. Forse le ultime storie di frontiera: le ultime notizie dal Sud. Laggiù, lungo strade spazzate dal vento, capita di incontrare un virtuoso liutaio che si aggira in cerca del legno più adatto per costruire un violino. In un bar di San Carlos de Bariloche si può far amicizia con un ubriaco che afferma di essere il discendente di Davy Crockett. E nella pampa brulla, una vecchietta con il dono di rendere fertile tutto ciò che tocca diviene il simbolo del legame con una terra su cui troppi vorrebbero allungare le mani. Il tempo passa, alle storie si aggiungono altre storie, e il libro vede la luce anni dopo, quando le cose che voleva raccontare hanno acquisito "il sapore dell'inesorabilmente perduto". Questo perché il Sud del mondo è una regione minacciata dall'avidità di predatori potenti, ma anche un luogo popolato di fantasmi, dove ancora echeggiano le gesta di Butch Cassidy e gli spari dello sceriffo Martin Sheffields; magicamente abitato da sedicenti folletti con un passato misterioso, e attraversato dal Patagonia Express. Fotografie di Daniel Mordzinski.
"'Dopo aver buttato via moltissimi racconti che mi sembravano scritti da un secondo Cortázar, meno bravo di lui, mi decisi a raccoglierne alcuni in un libro' mi disse Sepúlveda una sera a Gijón. 'E lì imparai che il genere che più mi piaceva, quello in cui mi sentivo più a mio agio, era il genere più difficile: il racconto breve. Quando scrivi un romanzo, a volte può succedere che i personaggi ti sfuggano per un po' di mano, e va benissimo, a patto che poi tu riesca a recuperarli e a ricondurli sul sentiero prestabilito. Nel racconto, non può accadere neanche questo, non ne hai il tempo e la possibilità, eppure in quel genere mi sento a mio agio perché la sfida è terribile: il racconto è narrazione pura.' Ed è forse nel racconto che Sepúlveda dà il meglio di sé, grazie al suo gusto per le immagini pennellate con estrema cura, alla sua capacità affabulatoria ed evocativa. Avere sotto mano, in un unico volume, tutte le sue narrazioni brevi consente dunque al lettore di apprezzare ancora meglio queste sue virtù, viaggiando con maggiore comodità nei suoi microuniversi che si svolgono negli scenari più remoti e diversi, dalla Patagonia al Nicaragua, da Amburgo al Cile. Percorrendo d'un fiato questi paesaggi, ci si renderà anche conto dell'evoluzione dell'autore cileno, fino ai racconti più recenti, in cui la voce di Luis Sepúlveda diviene inconfondibile e imperiosa come un marchio di fabbrica." (Dall'Introduzione di Bruno Arpaia).
Nel 1996, a Parigi, due amici seduti davanti a un "mate" progettano un libro sul Sud del mondo. Sono uno scrittore e un fotografo, girano per il pianeta e lo ritraggono per quello che è: uno strano miscuglio di crudeltà e tenerezza, di verità e leggenda. Muovendosi nella steppa patagonica, "dove si sta tra la terra e il cielo", armati di una Moleskine e di una Leica, i due amici vanno a caccia di storie da ultima frontiera. Forse le ultime storie di frontiera: Le ultime notizie dal Sud. Laggiù, lungo strade spazzate dal vento, capita di incontrare un virtuoso liutaio che si aggira in cerca del legno più adatto per costruire un violino. In un bar di San Carlos de Bariloche si può far amicizia con un ubriaco che afferma di essere il discendente di Davy Crockett. E nella pampa brulla, una vecchietta con il dono di rendere fertile tutto ciò che tocca diviene il simbolo del legame con una terra su cui troppi vorrebbero allungare le mani. Il tempo passa, alle storie si aggiungono altre storie, e il libro vede la luce anni dopo, quando le cose che voleva raccontare hanno acquisito "il sapore dell'inesorabilmente perduto". Questo perché il Sud del mondo è una regione minacciata dall'avidità di predatori potenti, ma anche un luogo popolato di fantasmi, dove ancora echeggiano le gesta di Butch Cassidy e gli spari dello sceriffo Martin Sheffields; magicamente abitato da sedicenti folletti con un passato misterioso, e attraversato da un treno mitico, il Patagonia Express.
Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era iniziata male: faceva un caldo infernale a Madrid e la sua amichetta francese l'aveva piantato come un cretino per qualcuno incontrato a Veracruz. La compagnia di una buona bottiglia di whisky e di una mulatta che si portava dietro tutta l'aria dei Caraibi non gli aveva risollevato l'umore, quella ragazzina viziata dai fianchi sodi e dalla bocca rossa lo aveva proprio messo al tappeto. In fondo, dietro i modi da duro, lui era un killer sentimentale. Non che fosse superstizioso, ma in una giornata del genere la cosa migliore sarebbe stata non accettare incarichi, anche se la ricompensa aveva sei zeri sulla destra ed era esentasse. Il tipo che doveva eliminare, uno con l'aria dell'idealista, ma anche di chi non soffre la solitudine fra le lenzuola, non gli piaceva affatto, puzzava troppo di filantropia. I retroscena dell'incarico, però, lo incuriosivano stranamente. Chi voleva la morte di quel messicano? Quali peccati aveva commesso? Come mai due gringo, agenti della D.E.A., sorvegliavano la sua camera? Perché un filantropo appariva coinvolto in traffici di droga? Era sempre rischioso farsi troppe domande in un mestiere come il suo dove non esistevano licenziamenti ma certificati di morte.
La vita, come dice Luis Sepúlveda, è piena di storie. E per raccontare la magia della realtà in tutte le sue sfaccettature – meschinità, tormenti, gioie, peripezie – questa raccolta prende il via dai ricordi, dal vissuto recente e passato, per offrirci un Ritratto di gruppo con assenza<: quello di alcuni ragazzini sorridenti immortalati in una fotografia che induce l’autore, dopo quattordici anni di esilio, a ritornare per la prima volta in Cile, sulle tracce dei loro destini personali, ma anche del destino di un paese appena uscito dalla dittatura.
Da vero cosmopolita, di quelli che hanno vissuto nel Nord e nel Sud del mondo, Sepúlveda tratteggia con uguale partecipazione vicende lontane fra loro nel tempo e nello spazio: racconta di combattenti valorosi e di bambini senza futuro, di una Miss colombiana che muore durante un intervento di chirurgia plastica, di una signora sovietica – la voce di Radio Mosca – che offriva un po’ di conforto ai cileni della resistenza. Ma non manca l’ironia: nei ritratti degli amici, nel mettere alla berlina certa intellighenzia, o nel descrivere un’esperienza di lavoro per la televisione ecuadoriana. E la preoccupazione per l’ambiente. Tra i tanti incontri, spicca quello con un vecchio che, nella foresta amazzonica, vive isolato in una capanna e legge romanzi d’amore: il personaggio che vent’anni fa ha ispirato all’autore il suo fortunatissimo romanzo.
Tre amici si danno appuntamento in un magazzino di Santiago del Cile. Li accomuna l’antica militanza tra i sostenitori di Salvador Allende e uno sguardo amareggiato sulla vita. La città è molto cambiata, e anche loro non sono più gli stessi: c’è chi ha una valvola saltata in seguito a un soggiorno obbligato in un centro di tortura, chi ha perso la splendida chioma alla Jimi Hendrix, chi ha messo su una ragguardevole pancia. Convocati dall’anarchico Pedro Nolasco, detto l’Ombra, per compiere insieme un’ultima, audace azione rivoluzionaria, Lucho Arancibia, Lolo Garmendia e Cacho Salinas hanno però deciso di scrollarsi gli anni di dosso e attendono l’arrivo del loro leader.
Invano: perché il destino cieco e beffardo ci mette lo zampino, prendendo le forme di un mitico giradischi che si trasforma in un micidiale proiettile, riservando a Nolasco la più musicale delle uscite di scena. Chi prenderà il suo posto, in una vicenda che è una girandola di coincidenze, se non il più sprovveduto tra i militanti delle molte correnti di un tempo, quel Coco Aravena a cui il destino offre finalmente una possibilità di riscatto? E dove condurranno le indagini dell’ispettore Crespo, alle prese con l’identificazione di un cadavere e con un furto di elettrodomestici?
Il viaggio, il vagabondaggio per il mondo, è qui che si collocano le storie raccolte in questo libro. Lo scrittore narra le vicende di personaggi anonimi e marginali incontrati per il mondo, uomini e donne che hanno in comune l'aver fatto della propria vita una forma di resistenza. Un amico cileno che ha diretto la rivista Analisis, prima barricata della lotta contro Pinochet. Un cantante che ha partecipato alla Primavera di Praga. Un cameraman olandese ucciso dall'esercito del Salvador. Uomini che non hanno mai sperato di uscire dai margini, ma che per una volta sono affiorati, con le loro storie, dal buio dell'oblio. Come le rose che, in un solo giorno dell'anno, ricoprono il deserto di Atacama. Il libro è ripresentato con una nuova veste grafica.