La vita, come dice Luis Sepùlveda, è piena di storie. E per raccontare la magia della realtà in tutte le sue sfaccettature - meschinità, tormenti, gioie, peripezie - questa raccolta prende il via dai ricordi, dal vissuto recente e passato, per offrirci un Ritratto di gruppo con assenza: quello di alcuni ragazzini sorridenti immortalati in una fotografia che induce l'autore, dopo quattordici anni di esilio, a ritornare per la prima volta in Cile, sulle tracce dei loro destini personali, ma anche del destino di un paese appena uscito dalla dittatura. Da vero cosmopolita, di quelli che hanno vissuto nel Nord e nel Sud del mondo, Sepùlveda tratteggia con uguale partecipazione vicende lontane fra loro nel tempo e nello spazio: racconta di combattenti valorosi e di bambini senza futuro, di una Miss colombiana che muore durante un intervento di chirurgia plastica, di una signora sovietica. Ma non manca l'ironia: nei ritratti degli amici, nel mettere alla berlina certa intellighenzia, o nel descrivere un'esperienza di lavoro per la televisione ecuadoriana. E la preoccupazione per l'ambiente. Quello di Sepùlveda resta un mondo di purezza e bellezza ferite, raccontato con uno sguardo essenzialmente e modernamente etico. Si riscopre, leggendolo, un sentimento troppo spesso sopito: la giusta indignazione, la stessa dei suoi eroi teneri e fragili, ma duri e solidissimi nel loro proposito di non dimenticare né perdonare la barbarie.
Un anno e mezzo di vita e di passioni, un anno e mezzo di cronache, di entusiasmi e di delusioni, raccontati dalla penna diretta e coinvolgente di uno dei grandissimi scrittori del Sudamerica di oggi. Luis Sepúlveda, dalla sua casa di Gijon nelle Asturie, ci racconta il mondo che viviamo, i fatti che lo colpiscono e commuovono, analizza gli eventi della cronaca e ce ne offre una descrizione lucida ed emozionata, franca e durevole. Non risparmia la sua critica ai potenti del mondo (Bush e Blair prima di tutti) né la sua ironia verso il vecchio dittatore Pinochet, ma nemmeno nasconde i suoi entusiasmi, la speranza che gli dà per il futuro l'elezione di Michelle Bachelet a capo del governo cileno.
Il 16 ottobre 1998, su mandato del giudice spagnolo Garzón, il dittatore cileno Pinochet viene arrestato a Londra con l'accusa di genocidio, terrorismo e tortura. Negli articoli raccolti in questo volume, scritti tra il 1998 e il 2003, Luis Sepúlveda ci racconta le fasi successive della vicenda e le sue reazioni, e insieme ripercorre con lucidità la storia cilena dal golpe dell'11 settembre 1973 sino all'attuale "democrazia vigilata". Affidandosi alla scrittura, come unico strumento per mantenere viva la memoria storica e civile, Sepúlveda vuole rendere giustizia al suo Paese e lo fa non solo attraverso la cronaca di quegli anni, ma anche attraverso il resoconto di vicende personali: le battaglie e l'esilio, i sogni e le disillusioni, gli amici perduti e quelli ritrovati, gli incontri e i ricordi.
Condannato all'esilio, Luis Sepúlveda abbandona giovanissimo il Cile per intraprendere un lungo viaggio attraverso gli immensi spazi dell'America Latina, a bordo di ogni tipo di veicolo o mezzo di trasporto. Dal Rio de la Plata agli altipiani della Bolivia, dalle ventose pianure del Chaco al caldo soffocante della foresta equatoriale, per varcare, infine, l'Atlantico e approdare alle colline dell'Andalusia. Un viaggio fitto di avventure e incontri, il racconto di una formazione con lo zaino in spalla.
Sepúlveda racconta il lato più avventuroso e intimo della sua vita: gli amici, gli incontri con i grandi scrittori come Francisco Coloane e Osvaldo Soriano, i momenti condivisi con i compagni, Hernan Rivera Letelier, Mario Delgado Aparain, Mempo Giardinelli e Mario Benedetti. Rivive i festival letterari, le occasioni di incontro pubbliche e private, sullo sfondo dei luoghi dove il suo "gruppo" è solito ritrovarsi: da Parigi a Santiago del Cile, da Gijon a Guadalajara, da Roma alle tante province italiane. E lo fa conversando con Bruno Arpaia, egli stesso scrittore e conoscitore della letteratura sudamericana.
L'avventura e la politica, l'amore e la guerra, il viaggio e l'utopia. Tutto Sepulveda con le sue passioni e i suoi temi più cari, rappresentato in questo libro che raccoglie 24 racconti dello scrittore cileno. L'appuntamento d'amore tra un sandinista che combatte in Nicaragua contro la dittatura e la moglie di un prigioniero in mano ai rivoltosi; la notte di terrore di un ricercato politico in attesa dell'arrivo di uno "squadrone della morte"; l'impresa di dodici confinati sperduti nel mezzo del deserto cileno; l'incontro mancato tra un esule e la donna amata... E ancora: dittatori senza scrupoli, fieri malavitosi dei porti, vecchi anarchici con un'antica ferita d'amore, coppie senza più speranza, prostitute commoventi e grottesche.