Complessa è la genesi letteraria di questa tragedia, scritta da Shakespeare nel 1602. Tra le opere ispiratrici si possono rintracciare sia il "Troilo e Criseide" di Geoffrey Chaucer sia il "Filostrato" di Boccaccio, oltre a lavori quasi contemporanei allo stesso Shakespeare quali quello scritto dallo scozzese Robert Henryson (1593). In realtà, la vicenda originaria non si trova nella mitologia greca quanto in quella medievale, in particolare nel "Roman de Troie" di Benoit de Saint-Maure. La trama è presto detta: nel corso della Guerra troiana Troilo, principe troiano (figlio di Priapo), amoreggia con Cressida, a cui giura eterno amore, poco prima che venga mandata nel campo acheo nel quadro di uno scambio di ostaggi e prigionieri. Desideroso di rivederla, Troilo si introduce di nascosto nel campo avverso e lì la vede amoreggiare con Diomede, il grande eroe acheo che avrebbe in seguito duellato con Enea. A quel punto Troilo la bolla come prostituta. La vicenda fornisce il quadro per una serie di digressioni sui temi della libertà sessuale e del pacifismo, cosa che rese per molti secoli l'opera irrappresentabile e mal digeribile dalla morale in vigore. Sarà solo nel Ventesimo secolo, in particolare a partire dagli anni Sessanta, che la tragedia andrà incontro a una più felice accoglienza da parte del pubblico. Non a caso è considerata, fra le tragedie di Shakespeare, una fra le più moderne.
"Cimbelino", rappresentato in vita dell'autore ma pubblicato solo postumo nel 1623, è un dramma romanzesco che curiosamente combina un episodio di storia britannica all'epoca della dominazione romana con una novella del Decamerone. Protagonista del dramma è la bella e innocente figlia di Cimbelino, Imogene, che si trova al centro di una complessa rete di forze che vorrebbero imporle le nozze con il figlio della matrigna. Solo dopo un'innumerevole serie di equivoci, travestimenti e colpi di scena, Imogene riuscirà a riabbracciare il marito segreto Postumo, a ricongiungersi con il padre e a propiziare una nuova alleanza tra romani e britanni. Introduzione di Nemi D'Agostino.
Dopo il primo volume dedicato alle Tragedie, questo nuovo tomo, il secondo dei quattro previsti per completare "Tutte le opere" di Shakespeare raccoglie le Commedie: dieci testi, considerati capolavori universali, nell'originale inglese in edizione critica, con traduzione a fronte e con un ricco apparato di introduzioni e commenti (I due gentiluomini di Verona; La bisbetica domata; La commedia degli errori; Pene d'amor perdute; Sogno di una notte di mezza estate; Le allegre comari di Windsor; Molto rumore per nulla; Come vi piace; La dodicesima notte; I due nobili congiunti). In queste pièces Shakespeare realizza la sublime interazione di pratiche e linguaggi teatrali eterogenei: il decoro dei classici si unisce alla vivacità e alla sregolatezza della festa popolare, la tradizione orale vivacizza quella scritta, lo spirito comico si accompagna al tragico, la riflessione del saggio alla libertà del sognatore, l'illusorietà della favola al ritmo magistrale della rappresentazione. È questa l'essenza stessa del comico, che allinea queste celebri opere alle maggiori creazioni del genere, da Rabelais a Cervantes e oltre. Ma uniche e irripetibili sono le figure caratteristiche della Commedia shakespeariana. Tra queste, quella del Matto: colui che chiede di "godere di una libertà illimitata, come il vento che può soffiare su chi vuole e quelli a cui più brucerà la sua follia, dovranno riderne di più"...
Il romano Caio Marzio, detto Coriolano perché eroe della battaglia di Corioli, è personaggio chiuso nel proprio orgoglio ed egocentrismo, cieco al mondo e incapace di comunicare con gli altri: una volta bandito dal suo popolo aizzatogli contro dagli avversari, si rifugia dai nemici volsci guidati da Tullo Aufidio, si mette alla loro testa contro Roma per trovare la morte per mano dei cospiratori volsci.
Composta tra il 1600 e il 1602, "Amleto" è forse l'opera più nota di Shakespeare e della storia del teatro intero. La "maschera Amleto", dietro la quale si cela il volto di Shakespeare stesso, percorre l'intero itinerario teatrale del bardo e ha messo a dura prova per secoli l'ingegno dei critici più illustri: Goethe vi ha visto il prototipo dell'eroe romantico, sensibile e tormentato; Eliot un uomo dominato da emozioni inesprimibili; Coleridge un individuo incapace di agire, bloccato da un'eccessiva attività del pensiero e dell'immaginazione, costretto dalla situazione a contravvenire alla propria natura. Certo è che la forza del personaggio - e dell'opera - sta proprio in questo suo essere così ricco di sfumature, sfuggente e complesso, saldamente ancorato nel suo tempo eppure capace di far risuonare le corde più profonde del lettore e dello spettatore di ogni epoca. Con uno scritto di Samuel Taylor Coleridge. Saggio introduttivo di Anna Luisa Zazo.
Ispirato alla novellistica italiana, "Romeo e Giulietta" intreccia numerosi elementi nella vicenda dei due innamorati "nati sotto contraria stella". Dalla "morta viva", che affascinò e ispirò i preromantici e i romantici, al drammatico scontro tra due generazioni - la lotta tra le ragioni dell'odio e le ragioni dell'amore - il dramma si arricchisce di temi la cui complessità va oltre la vicenda d'amore. Tuttavia, è questa a fare di "Romeo e Giulietta", scritto tra 1594 e 1596, l'opera forse più celebre e più amata di Shakespeare. Nel contrasto tra la purezza, l'appassionata consapevolezza dell'amore e l'inesorabile concatenarsi delle circostanze funeste va cercata la grandezza del dramma e la chiave della sua autentica dimensione tragica. Con un saggio di Harold Bloom. Introduzione di Paolo Bertinetti.
In Cimbelino Shakespeare compie un tentativo consapevole di unire la storia romana con l'inizio di quella inglese nei suoi primordi celtici. Quando, appoggiato se non spinto dalla regina e dal figlio di lei Cloten, Cimbelino rifiuta di pagare il tributo a Roma, il suo gesto afferma con forza una prima identità nazionale britannica. Per provarsi tale, essa ha bisogno di combattere e vincere la guerra contro la spedizione punitiva romana. La pace che segue ha però un esito sorprendente: Cimbelino decide autonomamente di riprendere a versare il tributo e di sottomettersi a Cesare Augusto, e soprattutto fa marciare assieme in trionfo, verso Londra, bandiere unite nel vento, le truppe britanniche e quelle romane, che ratificheranno l'unione nel tempio di Giove.
"Nessuno dei drammi di Shakespeare è più letto della prima e della seconda parte di Henry IV", scriveva Samuel Johnson nel 1756. Questa affermazione resta vera per la cultura inglese e americana, che continuano a vedere nell'"Enrico IV" un nodo centrale del canone letterario, poichè in esso comico e tragico convergono. "The historie of Henry the Fourth" - titolo della prima edizione poi mutato in "The first part of Henry the Fourth" nell'in-folio del 1623 - è il settimo dramma storico in otto anni, per venire incontro all'interesse patriottico del pubblico per l'epopea nazionale. Dietro la visione apparentemente rassicurante del passato storico si celavano problematiche più sottili, e attuali: il tema dell'unità nazionale contro le divisioni feudali (rappresentate anche dalle tre parti dell'Enrico VI e dal Riccardo III), il problema della successione e dell'educazione ideale del principe. Chi sarebbe succeduto a Elisabetta? La capacità di regnare poteva giustificare l'usurpazione e l'abuso?
La prima parte di "Enrico IV" lascia un'impressione di vitalità esuberante, di ardimento individuale (nei personaggi) e creativo (nell'autore). Tutt'altra impressione suscita la "Parte Seconda", che ha la stessa lunghezza di quella precedente, lo stesso numero di scene e la stessa struttura animata dagli stessi protagonisti. La differenza è che è rimasto un solo giovane, Hal, assente dal campo di battaglia, e i padri che si sono rattrappiti. Inoltre Shakespeare introduce altri due personaggi entrambi in là con gli anni: il Primo Giudice e il giudice di campagna Robert Shallow.
L'improvviso e casuale accendersi di una passione incontrollabile tra i due protagonisti apre la storia. Romeo va a una festa per vedere Rosalina, e non per cercare Giulietta, ma quando i due si incontrano, si perdono l'uno nell'altro, entrambi ignari di avere di fronte un nemico. Tragedia dell'amor giovane, Romeo e Giulietta è considerata la storia d'amore per eccellenza proprio perché è molto di più. Un grande e ricco dramma di passioni umane, qualunque esse siano: oltre a celebrare un sentimento divorante e assoluto, Shakespeare ci racconta anche, e soprattutto, le scelte estreme a cui conducono odio, rivalità, rancore e vendetta. L'edizione viene presentata con testo a fronte nella nuova traduzione e con il puntuale corredo di note a cura di Silvia Bigliazzi.
Uno dei capolavori teatrali di tutti i tempi. Il gobbo, sciancato Riccardo, duca di Gloucester, per ottenere la corona è disposto a tutto. A perfide macchinazioni, misfatti e persino a uccidere il proprio fratello. Ma una volta conquistato, il potere va mantenuto, e ai primi crimini se ne devono sommare altri. Finché proprio chi li ha compiuti non ne diventa la vittima. La tragedia di Richard III, uno dei capolavori teatrali di tutti i tempi, è incentrata su questa potentissima figura di eroe negativo. Un sinistro superuomo rinascimentale malato di egocentrismo e brama di potere. E racconta l'orrore senza tempo della crudeltà e la fascinazione perversa del sangue. La tragedia, a cura di Paolo Bertinetti, viene qui presentata con testo a fronte nella traduzione di Patrizia Valduga e con il puntuale corredo di note di Mariangela Mosca Bonsignore.
La presente edizione di tutto il teatro di Shakespeare include nei suoi otto volumi, oltre ai trentasei drammi raccolti nel 1623 dagli attori Heminge e Condell, anche quelle opere in cui la critica più recente è concorde nel riconoscere la mano dell'autore. Oltre al "Pericle", del quale non era mai stata posta seriamente in dubbio l'autenticità, e ai "Due nobili congiunti", scritto in collaborazione con John Fletcher, anche i drammi storici anonimi "Edoardo III", del quale SHakespeare scrisse almeno un atto e mezzo, e "Sir Tommaso Moro", rimasto in manoscritto fino a un secolo e mezzo fa. I testi sono presentati al lettore secondo sequenza cronologica.