Non sono frequenti le coppie di sposi perfettamente riuscite che sappiano anche distinguersi per l'armonia e la capacità di prodigarsi, con i medesimi intenti, per il bene del prossimo. Fra esse è da annoverare quella composta da Tancredi Falletti di Barolo, ultimo erede di una famiglia fra le più importanti d'Europa, e dalla vandeana Juliette Colbert de Maulévrier. Tancredi, eccellente pedagogo, aprì il primo asilo infantile in Italia, e, in qualità di Decurione e Sindaco di Torino, realizzò imprese grandiose per il "bene comune"; Juliette si occupò particolarmente delle carcerate e contribuì in modo determinante alla riforma delle carceri in terra subalpina. Da laici fondarono, fatto raro nella Storia della Chiesa, due congregazioni religiose: le Suore di Sant'Anna e le Figlie di Gesù Buon Pastore. Già in vita erano chiamati "padre e madre dei poveri", ottenendo così quel titolo genitoriale che la natura aveva loro negato. Fede, Speranza e Carità sono state le coordinate costanti del loro vivere. Con i loro trentadue anni di vita comune, in cui tutto veniva condiviso, nulla celato e ogni cosa era messa al servizio di Dio, Tancredi e Juliette offrono una lezione esemplare e quanto mai necessaria alle sempre più confuse e squilibrate unioni di oggi e dimostrano che, con un impegno ispirato e una volontà determinata, si può davvero cambiare il mondo.
Figlia, sposa, madre, vedova, monaca agostiniana, mistica, taumaturga, Rita da Cascia (1381-1457) ha attraversato tutte le dimensioni femminili e ha fatto della sua esistenza un capolavoro cristiano. Vissuta in un’epoca segnata da forti contrasti politici e religiosi, nella quale abbondarono i santi, i letterati e gli artisti e la donna era chiamata a rappresentare l’equilibrio, la stabilità, la concordia e la maternità, Rita fu cercata, stimata, amata, apprezzata, ascoltata e incise enormemente nel tessuto sociale in cui operò.
Don Bosco è uno dei santi più celebri e più fraintesi della storia della Chiesa. Anche se di certo non mancano i libri che parlano di lui, raramente la sua figura e, soprattutto, la sua spiritualità sono presentate in modo corretto e completo. Come Cristina Siccardi dimostra attingendo alle ricchissime fonti primigenie - le più attendibili in assoluto -, egli visse sempre di "sogni", cioè fu continuamente visitato dal Divino, perché chiamato a realizzare un grande progetto nel quale la dimensione soprannaturale e quella naturale dovevano toccarsi e che avrebbe condotto i ragazzi "peggiori" a divenire degli "onesti cittadini e dei buoni cristiani" (nel senso in cui il Santo intendeva tali qualità e che il libro svela fino in fondo). Quello che emerge da queste pagine non è dunque il "santo sociale" ideologicamente impostato, non è il "manager" così in voga negli anni '70 e '80, non è il precursore della moderna psicologia, né tanto meno del Concilio Vaticano II, ma un uomo fatto di cielo e di carità, che si adopera per instaurare il Regno di Dio sulla terra. Uno straordinario sacerdote che lottò indefessamente, seguendo gli indirizzi della Tradizione e usando gli strumenti della dialettica e della carta stampata, contro errori ed eresie, contro il liberalismo e la Massoneria, difendendo con coraggio, passione e determinazione la fede cattolica e la sua Chiesa.
Rita da Cascia (1381-1457) ha attraversato tutte le dimensioni femminili e ha fatto della sua esistenza un capolavoro cristiano. Le grazie e i miracoli che compie da 500 anni sono innumerevoli e continuano a essere registrati nel monastero dove visse. Per sua intercessione migliaia di persone sono state salvate nel corpo e nell'anima con guarigioni e conversioni straordinarie e per questo in tutto il mondo è conosciuta come "la santa degli impossibili".
Don Bosco è uno dei santi più celebri e più fraintesi della storia della Chiesa. Anche se di certo non mancano i libri che parlano di lui, raramente la sua figura e, soprattutto, la sua spiritualità sono presentate in modo corretto e completo. Come Cristina Siccardi dimostra attingendo alle ricchissime fonti primigenie - le più attendibili in assoluto -, egli visse sempre di "sogni", cioè fu continuamente visitato dal Divino, perché chiamato a realizzare un grande progetto nel quale la dimensione soprannaturale e quella naturale dovevano toccarsi e che avrebbe condotto i ragazzi "peggiori" a divenire degli "onesti cittadini e dei buoni cristiani" (nel senso in cui il Santo intendeva tali qualità e che il libro svela fino in fondo). Quello che emerge da queste pagine non è dunque il "santo sociale" ideologicamente impostato, non è il "manager" così in voga negli anni '70 e '80, non è il precursore della moderna psicologia, né tanto meno del Concilio Vaticano II, ma un uomo fatto di cielo e di carità, che si adopera per instaurare il Regno di Dio sulla terra. Uno straordinario sacerdote che lottò indefessamente, seguendo gli indirizzi della Tradizione e usando gli strumenti della dialettica e della carta stampata, contro errori ed eresie, contro il liberalismo e la Massoneria, difendendo con coraggio, passione e determinazione la fede cattolica e la sua Chiesa.