Nel 1979, quando Sergio Staino ha pubblicato la sua prima striscia su Linus, Bobo è entrato nelle case degli italiani e gli italiani sono entrati a casa sua. Per non uscirne più, anzi per farsi coinvolgere sempre più intimamente, anno dopo anno, nelle sue vicende di coppia e di famiglia. La coppia si è aperta e richiusa e riaperta, la famiglia allargata - dopo Ilaria è arrivato Michele, oltre a Molotov ed Erna, membri del nucleo famigliare a tutti gli effetti - mentre sullo sfondo cambiavano l'Italia e il mondo, il modo di fare e parlare di politica, la cultura di massa e il costume. Ma Bobo e Bibi hanno resistito e resistono a qualsiasi tempesta, con la forza dell'amore, dell'ironia e - diciamolo - della reciproca sopportazione. Il loro patto, quello che li rende così resistenti e irresistibili, è basato sullo stesso tenero disincanto condito di umorismo che ben conoscono tantissime coppie. Più che per i pregi ci si ama e si ride per i difetti, e non c'è problema in grado di mettere in crisi una coppia e una famiglia dove non ci si prende mai completamente sul serio. Come racconta questo libro, che sia davanti ai piatti da lavare, al supermercato, nello studio del medico o in vacanza, la miglior cura per la coppia inizia con una risata.
"Come Keaton e Chaplin anche Bobo è un uomo fiero, dignitoso, cavalleresco, provvisto di buoni ideali, un po' donchisciottesco, e si trova ad affrontare una realtà meschina e deludente, fatta di quella quotidianità che il nostro attuale ci fornisce: l'emarginazione, il razzismo, la perdita dei valori, certi ideali che la new economy si è ingoiata in un boccone, la pochezza di una classe politica, l'italica furbizia, il cinismo imperante. La buccia di banana su cui scivola il povero Bobo attraversando pieno di buone intenzioni la via del nostro presente si chiama in primo luogo Italia, e in secondo luogo il Partito di cui continua a essere un fedele quanto disorientato supporter." (Dalla prefazione di Antonio Tabucchi)