Come mai i linguaggi digitali hanno un così grande appeal nei giovani? È solo per i contenuti, per le opportunità che offrono? Non è forse la struttura stessa della comunicazione che vi si realizza a essere efficace? E tale struttura ha qualche cosa da dire all'azione pastorale?La questione da tempo interroga la missione evangelizzatrice della Chiesa. La situazione non è mutata nel tempo della pandemia, anzi le pratiche digitali sono state protagoniste in tutti i campi, con un notevole incremento per quanto riguarda i servizi religiosi.Il laboratorio teologico-pastorale da cui è nato questo libro rappresenta il tentativo di approfondire alcune dinamiche di fondo della comunicazione multimediale, per parlare di fede nello spazio digitale in modo adeguato a essere compreso dai giovani.
Il libro, nato dalla consapevolezza acuta di come sia urgente ripensare stili e modalità di relazione tra chiesa, adulti e il mondo giovanile, riprende e approfondisce alcuni temi centrali per chi si appresta ad accompagnare i giovani «ad accogliere la chiamata alla gioia dell'amore e alla vita in pienezza» (Sinodo dei giovani 2018 - Documento preparatorio). La prospettiva di lavoro è ampia: la vocazione come ricerca di identità e del proprio posto nel mondo, nell'intreccio tra accompagnamento e discernimento, autorità e libertà. Intorno a questi nuclei si avvicendano voci diverse, che si pongono in ascolto del reale, della Parola di Dio e del magistero, delle scienze umane, per tentare di cogliere alcune coordinate capaci di orientare la prassi delle comunità locali. La ricerca si è sviluppata in un'attenzione costante all'iter del Sinodo 2018 e ne rappresenta un sussidio utile all'attuazione.