Il De testimonio animae (La testimonianza dell'anima) è un breve opuscolo diretto ai pagani in cui Tertulliano propone un nuovo percorso apologetico a difesa della verità cristiana. L'autore abbandona la prova cosmologica (l'origine della natura e l'ordine dell'universo) comunemente seguita fino allora dagli apologisti, e suggerisce una nuova impostazione del problema rappresentata dalla via antropologica, cioè la testimonianza dell'anima. Ogni anima, in virtù della propria origine divina, possiede una conoscenza innata su Dio, sulla sua esistenza e sulla sua natura. Il De oratione è una catechesi sulla preghiera cristiana. Tertulliano illustra la preghiera per eccellenza, cioè il "Padre nostro", evidenziando la novità di questa preghiera che riflette il nuovo rapporto dell'uomo con Dio in forza della novità della grazia di Cristo. La nostra figliolanza divina in Cristo ci rapporta a Dio come Padre. Nella seconda parte dell'opera si affrontano alcune questioni legate alla disciplina ecclesiastica della preghiera. L'opera si conclude esaltando l'efficacia benefica della preghiera cristiana. De Testimonio Animae: testo critico di CCL 1, Radbodus Willems. De Oratione: testo critico di CCL 1, Gerard Frederik Diercks.
"Contro Ermogene" è una difesa della dottrina cattolica sulla creazione del mondo da parte di Dio. Ermogene sostiene che la materia sia eterna e quindi divina, e così ammette un duplice principio della realtà. Secondo Tertulliano l'eresia di Ermogene ha una chiara matrice filosofica, platonica e stoica. In questo caso c'è stata una conversione al rovescio: dalla fede cristiana alla filosofia; dalla Chiesa che possiede la verità di Dio alla scuola filosofica di uomini che ignorano la verità. "Contro Prassea" è la prima opera latina che tratta il mistero principale della fede cristiana, cioè il mistero del Dio uno e trino. E in stretta connessione con esso anche il mistero dell'incarnazione del Verbo di Dio. Tertulliano si oppone all'eresia monarchiana di Prassea. Questi ammette un unico Dio, ma nega la divinità del Figlio e dello Spirito?Santo. Tertulliano mostra che credere nell'unico Dio non si oppone al credere che Dio è Padre, Figlio e Spirito.
Il De patientia (La pazienza) è un’opera catechistica sulla virtù della pazienza. Tertulliano manifesta qualche simpatia per la filosofia stoica, in particolare per il pensiero di Seneca, e mette in luce lo specifico della pazienza cristiana in forza delle sue motivazioni teologiche: la pazienza di Dio e di Cristo come modello da imitare. Virtù che abbraccia tutta la vita cristiana e connota le altre virtù.
Il De corona (La corona) prende avvio da un preciso fatto storico accaduto nell’accampamento africano di Lambesi: un soldato cristiano si rifiutò di cingere la corona militare prima di ricevere il donativum degli imperatori. L’episodio sollevò all’interno della comunità cristiana un dibattito sulla liceità o meno per un cristiano di militare nell’esercito imperiale, prestando il dovuto giuramento militare.
Testo latino critico di Aemilius Kroymann
Traduzione italiana a fronte, con introduzione e note esplicative di Attilio Carpin
Tertulliano - Nacque a Cartagine verso il 160 e morì intorno al 240. Convertitosi intorno al 193 dal paganesimo al cristianesimo, fu un tenace e appassionato apologeta della verità cristiana. Nell’ultimo periodo della sua esistenza, mosso da un’esigenza rigorista, aderì alla setta eretica montanista, mostrandosi critico verso alcune posizioni della Chiesa cattolica. È il primo grande scrittore della Chiesa di lingua latina.
Il De carne Christi è la prima opera cristologica della latinità, composta da Tertulliano per contrastare l'eresia docetista e gnostica che negava la vera umanità di Cristo. Ma misconoscere la vera umanità di Cristo significa compromettere la realtà della sua opera salvifica, la verità della nostra fede e la certezza della nostra futura risurrezione. L'errore di queste eresie sta nel rifiutare il dato rivelato contenuto nella Scrittura e tramandato dalla Chiesa (argomento della prescrizione), proponendo in modo arbitrario un diverso disegno salvifico che esclude l'incarnazione di Dio (come impossibile o indegna) e rifiuta la redenzione e la risurrezione della nostra carne (non la salvezza della carne ma dalla carne). Tertulliano avverte la pericolosità del sistema gnostico e la necessità di riaffermare la fede della Chiesa sull'identità di Cristo, il Verbo di Dio incarnato, vero Dio e vero uomo, crocifisso e risorto, Figlio di Dio e figlio della vergine Maria. Il Figlio di Dio, facendosi carne per amore dell'uomo, ha elevato l'uomo alla sua dignità divina; morendo e risorgendo per noi è la nostra unica speranza di salvezza.
Il 'De praescriptione haereticorum' è un'opera che affronta un problema cruciale della vita ecclesiale: la nascita e lo sviluppo delle eresie.
L'Ad uxorem è il primo di tre trattati scritti da Tertulliano sul matrimonio, e appartiene al periodo cattolico. L'opera, che consta di due libri, è come un testamento spirituale lasciato alla propria sposa.
Il Battesimo (De baptismo) di Tertulliano, composto nei primi anni del III secolo, è la prima opera latina scritta per illustrare e motivare la fede cristiana che fonda questo sacramento, mostrando come la sua istituzione divina sia il termine di una progressiva rivelazione del disegno del Padre.
In particolare, l’Autore si sofferma sulla specificità del battesimo rispetto ai riti iniziatici dei misteri pagani: il sacramento dell’acqua, che rimanda al mistero pasquale di Cristo, è semplice nella sua ritualità ma efficace, poiché realmente purifica l’uomo dai peccati donandogli la vita divina della grazia. In stretta connessione con il battesimo vi sono i riti dell’unzione crismale e dell’imposizione delle mani che completano nell’uomo la grazia battesimale.
Infine sono affrontate alcune questioni teologiche, come il battesimo amministrato dagli eretici, la necessità di celebrare il sacramento, il ministro del battesimo, il battesimo dei bambini.
Introduzione di Attilio Carpin
Testo critico a cura di J. G. Ph. Borleffs
Traduzione, note e appendice di Attilio Carpin
La penitenza (De paenitentia) di Tertulliano, composto nei primi anni del III secolo, è la prima opera latina scritta su questo sacramento.
Partendo dall’esperienza comune del pentimento, Tertulliano mostra la vera natura della penitenza cristiana sulla base della rivelazione dell’Antico e del Nuovo Testamento, attuatasi poi nella prassi liturgica della Chiesa (la disciplina penitenziale).
La penitenza è la conversione dei peccati dettata dal timor/amor di Dio e fondata sulla certezza della misericordia divina. Essa precede il battesimo dato a remissione dei peccati, ma costituisce propriamente un “rito sacramentale” per il perdono dei peccati dopo il battesimo. La penitenza interiore si esplicita negli atti penitenziali esterni del peccatore che, tramite la Chiesa e il suo ministero di grazia, confessa a Dio i propri peccati, chiede il perdono divino e la riconciliazione con la Chiesa.
Introduzione di Attilio Carpin
Testo critico a cura di J. G. Ph. Borleffs
Traduzione, note e appendice di Attilio Carpin