L'apertura dei fascicoli dell'Archivio Segreto Vaticano - relativi a uno dei periodi più drammatici della storia - ha suscitato in tutto il mondo nuovi accesi dibattiti intorno ai presunti "silenzi" di colui che fu bollato come "il papa di Hitler". Emerge per la prima volta una verità che scagiona completamente il pontefice che tentò con ogni mezzo di contrastare l'antisemitismo e di salvare molti ebrei perseguitati.
Oggi la figura di Paolo VI appare quasi schiacciata tra l'immagine affettuosa del suo predecessore, Giovanni XXIII, e quella così carismatica del suo successore. Giovanni Paolo Il. È criticato dalla sinistra, cioè da chi lo considera un personaggio amletico che non seppe portare a compimento il cammino di apertura e modernizzazione del Vaticano II; è attaccato dalla destra, cioè da chi lo considera responsabile della crisi ecclesiale postconciliare. Questo ritratto - che rivela tratti sconosciuti della sua personalità e aspetti dimenticati del suo magistero - restituisce all'opinione pubblica il vero volto di un pontefice tormentato e coraggioso, che seppe fare da ponte fra il "vecchio" e il "nuovo" della Chiesa.
Dopo la guerra ha ricevuto i ringraziamenti delle più alte autorità del mondo ebraico per quanto aveva fatto in favore dei perseguitati. Quando si è spento, il 9 ottobre 1958, il mondo lo ha pianto come un grande Papa. Oggi invece è accusato di essere moralmente responsabile dell'Olocausto. Come nascono i famosi "silenzi" di Pio XII? Una sua plateale scomunica lanciata contro Hitler avrebbe fermato l'orribile "soluzione finale"? Davvero questo pontefice è stato indulgente verso il nazismo? Testimonianze e documenti, raccolti nel volume, aiutano a trovare risposta a queste e altre domande, svelando una verità che fa vacillare il castello di accuse costruito sulla figura di Eugenio Pacelli.