Gaspare di Meroa è il re innamorato, che si chiede di che colore fosse la pelle del primo uomo, quello fatto di argilla, scuro e caldo come la terra. Baldassarre di Nippur è l’artista, che sfida le regole per amore della bellezza. Melchiorre di Palmirena è il principe spodestato, che per paura vorrebbe opporsi al viaggio e per paura non osa. E Taor di Mangalore è il re bambino, che arriva sempre per ultimo ma che sarà il primo testimone della nuova era.
Quattro personaggi mitici diventano umani e vivono il loro viaggio alla ricerca della salvezza in un’avventura che li vede soffrire, amare e gioire.
Michel Tournier è nato a Parigi nel 1924 ed è il più importante scrittore francese vivente. Ha studiato filosofia a Parigi e in Germania, ha scritto per la radio, la televisione e per i più grandi giornali francesi. A quarantatrè anni ha pubblicato il suo primo romanzo, Venerdì o il limbo del Pacifico, ispirato a Robinson Crusoe ed è diventato uno scrittore famoso. Da quel momento ha cominciato a vincere i più prestigiosi premi letterari, dal Gran Prix du Roman de l’Académie Francaise al Prix Goncourt. Michel Tournier ha grande stima dei piccoli lettori: a proposito della versione semplificata del Venerdì (Venerdì e la vita selvaggia, Salani, 2010) ha dichiarato di non averlo scritto apposta per i ragazzi, ma che se i ragazzi lo leggono allora è un libro che vale. Nei suoi romanzi si ispira spesso alle leggende, alla religione e alla storia, trasportando personaggi giganteschi, come Robinson Crusoe, i Re Magi, addirittura Mosè dentro storie concrete, avvicinandoli a noi e dipingendo i loro ritratti come se fossero lì, davanti ai suoi occhi.
L'episodio dei Re Magi venuti dall'Arabia per adorare Gesù Bambino occupa poche righe in uno solo dei quattro Vangeli, quello di Matteo. Secondo alcuni studiosi, è un'allegoria del paganesimo che s'inchina alla nuova religione: ma secondo Michel Tournier, il "contrabbandiere della filosofia", lo scrittore che riesce a trasmettere il pensiero di Platone, Aristotele, Spinoza e Kant nelle sue storie e nei suoi racconti, l'allegoria non è che la morte del mito, e il compito dello scrittore è impedire che i miti diventino allegorie. E dunque, Tournier vivifica le storie antiche e immagina i Saggi, astronomi e studiosi, mentre osservano il cielo in cerca di un segno; e ne racconta il viaggio intrapreso in fretta, per non perdere quella traccia luminosa.