COMMENTO: Le venti poesie più importanti di Turoldo commentate da grandi personalità che l'hanno conosciuto e amato, musicate dal maestro Domenico Clapasson, a lungo collaboratore musicale di Turoldo, e con la voce recitante dell'attore Luciano Bertoli, già conosciuto per le sue esperienze turoldiane.
TESTI Maria Cristina Bartolomei, Enzo Bianchi, Giovanni Bianchi, Nicolino Borgo, Sebastiano Borriero, Giacomo Canobbio, Loris Capovilla, Gabriella Caramore, Luigi Ciotti, Maurizio Cucchi, Espedito d’Agostini, Paolo De Benedetti, Bruno Forte, Pietro Gibellini, Franca Grisoni, Raniero La Valle, Silvano Maggiani, Arnoldo Mosca Mondadori, Moni Ovadia, Gianfranco Ravasi, Ermes Ronchi, Angel Ruiz Garnica, Renzo Salvi, Pierangelo Sequeri, Dionigi Tettamanzi.
MUSICHE Domenico Clapasson, eseguite da Ensemble Soledad Sonora
ATTORE Luciano Bertoli
Il titolo “Canti ultimi” suggerisce proprio con l’inversione dell’aggettivo una sorta di messaggio escatologico, l’attesa dei “Novissimi”, lo svelamento degli estremi misteri, dall’ignoto di un Dio qui colto nell’inedita rappresentazione della sua sofferenza per un Male scaturito, suo malgrado, dalla sua stessa Volontà che paradossalmente non può scongiurarlo.
Gli scritti qui raccolti appartengono agli ultimissimi mesi, in certi casi agli ultimissimi giorni, della vita di padre Turoldo; un manoscritto in prosa, quello che qui compare come ultimo rispettando la cronologia dei testi, porta in tal senso la certificazione autografa dell’amico e confratello padre Camillo de Piaz.
Le strutture portanti di molti di questi testi sono da ricondurre alla riflessione biblica, con anche momenti di straordinaria tensione linguistica.
Già pubblicati nel quaderno n. 84 (novembre-dicembre 1992) di Servitium, sotto il titolo «David M. Turoldo, frate dei Servi di santa Maria», sono stati ripresi dall’amico e massimo conoscitore della poesia turoldiana Giorgio Luzzi per un volume pubblicato da Rizzoli nel 2002 con il titolo: Nel lucido buio, da molti anni però indisponibile. La presente nuova edizione, mutato il titolo con un’altra espressione poetica turoldiana, Un luminoso vuoto, intende perciò colmare una lacuna, e particolarmente nella ricorrenza del centenario della nascita del poeta.