L'odio come energia vitale, un tetro futuro già riconoscibile nel presente. E un romanzo che è fiaba, parodia, invettiva.
La storia è ambientata in un lontano futuro. Siamo nel 5000 e l'autore racconta una vicenda di duemila anni prima. In questo secolo, gli uomini, stanchi di guerre e sconvolgimenti, entrano in un lungo periodo di pace e solidarietà. È finalmente la pace universale. In questo stato di beatitudine, le energie creative degli uomini si intorpidiscono, e sempre più cadono sotto la manipolazione dei mass-media. In breve: imbarbariscono. Ma anche nei tempi più oscuri qualche coscienza resta vigile: si costituiscono sette che lottano contro questa universale apatia, si profila la figura di un capo. Il sogno dei dissidenti è generare contrasti e diversità; creare insomma i presupposti di nuove guerre. Le sole, pare, che siano in grado di rimettere in moto la Storia.
Con questo nuovo romanzo Vassalli torna a un ambiente che conosce bene, ed appare chiaramente riconoscibile anche se non esplicitamente dichiarato: una città padana che assomiglia a Novara, teatro di oltre cent'anni di storia, dall'unità italiana a questa travagliata fine secolo. Al centro della sua saga Vassalli ha posto una grande villa. Ideata come una dimora principesca (forse dall'Antonelli) per una famiglia aristocratica di origine napoletana, la villa cambierà rapidamente padrone, conoscerà decine di personaggi, sullo sfondo di una decadenza inarrestabile, sino a diventare il ricovero degradato di gruppi di extracomunitari. Animato da una forte passione civile, l'autore ha scritto un nuovo capitolo della sua storia d'Italia che va componendo da anni.