Da quando nella cultura italiana si è aperto il dibattito sulla "crisi della ragione", attraverso di esso si è preso atto del fatto che non c'è un filo unificatore della storia, un sapere globale che riesca a coordinare i saperi particolari in una visione "vera" del mondo. Molto spesso, però, se ne è preso atto per istituire affrettatamente nuove forme parziali di razionalità o per avallare improbabili "ritorni" a vecchi valori. Questo libro ha tentato di spingersi oltre. Più voci, provenienti anche da campi disciplinari diversi, non necessariamente consonanti tra loro, suggeriscono un approccio più radicale. Quello che qui, con espressione provvisoria, è stato chiamato "pensiero debole" è un tentativo di sfondare le resistenze che le immagini "forti" della ragione continuano a innalzare. Nietzsche e Heidegger vengono chiamati in causa e messi a loro volta in discussione. Soltanto se ci liberiamo davvero dei fantasmi dell'irrazionalità, potremo infatti cominciare a scorgere un'idea di verità più mobile, più frastagliata, più tollerante: forse meno rassicurante, ma certo più vicina alla nostra realtà, e dunque alla fine più utile. Testi di Gianni Vattimo, Pier Aldo Rovatti, Umberto Eco, Gianni Carchia, Alessandro Dal Lago, Maurizio Ferraris, Leonardo Amoroso, Diego Marconi, Giampiero Comolli, Filippo Costa, Franco Crespi.
Si può diventare comunisti dopo il 1989? Esserlo già stati è un altro conto: ma diventarlo (o ri-diventarlo)? Per Vattimo è possibile e doveroso visto che nessuna terza o quarta via, accettando di fatto il sempre più rigido elitarismo del capitale, è in grado di invertire l'odierna deriva d'ineguaglianza, in Italia e nel mondo. Se infatti il suo itinerario intellettuale - che l'autore descrive come una "lunga marcia attraverso le opposizioni" - si è sempre svolto in prossimità delle sinistre, è però solo con la fuoriuscita dai Democratici di Sinistra nel 2004 che Vattimo ha finito pienamente per ritrovare le ragioni della critica marxista alla democrazia borghese, schierandosi contro la dirigenza dalemiana e contro ogni sbiadimento riformista. Una versione certo personale dell'ideale comunista, ma al contempo ancorata alla sua tradizione storica e alla sua fondamentale esigenza di equità. Un comunismo anarchico, libertario e antitotalitario, debole ma non "debolista", che si serva degli strumenti del "sovversivismo democratico", che sia in grado di rinunciare a un "economicismo" ormai moralmente ed ecologicamente insostenibile; un comunismo che valga non solo come ideale regolativo, ma anche come efficace linea-guida nella realizzazione storica di una società giusta e realmente democratica: è questa la scommessa che Vattimo affida a questo manifesto lucido e sfrontato, persino brutale nella sua franchezza.
Gianni Vattimo guida il lettore e lo studente alla comprensione del pensiero di Friedrich Nietzsche, offrendo gli strumenti critici essenziali per intendere l'opera del filosofo alla luce delle molteplici prospettive storiografiche.
Richard Rorty e Gianni Vattimo si incontrano per dialogare su un terreno comune, quello di una dimensione religiosa riscoperta sia all'interno della riflessione filosofica sia all'interno di un percorso personale. Approdano a questa riflessione da due biografie diversissime e da percorsi intellettuali differenti: quello della filosofia analitica e del pragmatismo americano di stampo anticlericale, e quello del cosiddetto "pensiero debole" inteso come esito della matrice ebraico-cristiana dell'Occidente. Entrambi, però, non si sottraggono alla meditazione intorno alla dimensione religiosa del singolo individuo, così come alla condizione della religione istituzionalizzata nell'epoca postmoderna e postmetafisica.
La filosofia di Nietzsche, spesso oggetto di letture improprie e talvolta devianti o limitative, è al centro di questo illuminante saggio di Vattimo. A suo avviso, il problema principale posto dal filosofo tedesco è quello della necessaria allegoricità e profeticità del pensiero. Analizzando la strumentalizzazione delle dottrine di Nietzsche a opera delle teorie nazionalsocialiste, Vattimo mette in luce, oltre ai punti di forza, anche le debolezze di un pensiero tutto incentrato sul tema della liberazione. Un'interpretazione di un classico che si offre anche come un'importante riflessione sull'attuale fase della ricerca filosofica.
In "Nichilismo ed emancipazione" Gianni Vattimo cerca la via per pensare la politica, l'etica e la giustizia dopo il tramonto della metafisica e la fine delle ideologie, quando non sono più concepibili princìpi immutabili e diventa necessario costruire le leggi attraverso il consenso e la negoziazione. Solo così è possibile sfuggire alla polarizzazione tra un pluralismo che si identifica sempre più con la cultura del supermercato e la ripresa dei fondamentalismi, familistici o etnici, religiosi o comunitaristici.
La morte di Dio e la secolarizzazione hanno aperto, paradossalmente, un nuovo spazio alla religione. Da un lato subito invaso da neointegralismi e neomisticismi di massa, ma dall'altro percorso da un cristianesimo rinnovato perché finalmente libero da ipoteche metafisiche e fondamentalistiche. A questa nuova possibilità di senso nata dall'inveramento stesso delle premesse cristiane sono dedicati i saggi qui raccolti insieme con le "Lezioni newyorchesi", un ciclo di conferenze sulla religione nell'epoca postmoderna tenute dall'autore all'Università di New York.
Non è possibile affrontare l'opera di Nietzsche mantenendo un atteggiamento puramente filologico, limitandosi a una pura e semplice attività di chiarimento, esposizione, ricostruzione "obiettiva" del suo pensiero. Da un lato è necessario liberare ogni volta la sua figura dalle incrostazioni e dalle mitologie che hanno segnato un secolo di interpretazioni. D'altro canto, è impossibile pensare a una lettura definitiva: le sue sollecitazioni finiscono per mettere inevitabilmente in gioco la soggettività dell'interprete. Questo volume contiene i saggi che Gianni Vattimo ha dedicato a Nietzsche nell'arco di un quarantennio. L'opera del filosofo è affrontata da prospettive diverse, compresa una panoramica delle recenti interpretazioni.