La questione morale è principalmente una domanda sul senso della vita. Questo manuale - giunto alla quarta edizione ed uscito anche in lingua inglese e portoghese - traduce i contenuti etici del "patrimonio filosofico perennemente valido" in un contesto multietnico e multiculturale. Il taglio fenomenologico dell'opera consente di andare "indietro alle cose stesse", all'esperienza morale propria di ogni essere umano, perché da essa emergano i principi morali che possono guidarla. Il manuale è costruito così da coinvolgere il lettore in una sorta di dialogo socratico che intende condurre alla consapevolezza critica dei propri pensieri, senza che essi siano sradicati dal "mondo della vita". L'impostazione teoretica è quella di un'etica della prima persona. Il punto di vista principale è quello del soggetto agente di cui si cerca la "vita buona", ossia "virtuosa": in essa consiste la felicità vera. L'obiettivo del libro è quello della chiarezza, dell'essenzialità e della completezza, in una formula di provata efficacia sul piano della didattica.
C’è posto per Dio in un’etica filosofica? E quale sarebbe? Se partiamo da un quadro etico-normativo condiviso, è necessario riferirsi a Dio per comportarsi in modo corretto? Ma nell’orizzonte post-moderno un tale quadro è svanito: è forse necessario riferirsi a Dio per rielaborarlo? Chi ritiene che sia possibile elaborare un’etica senza presupporre la posizione di Dio, sostiene anche che essa sia indipendente da Dio – ossia che ammettere o negare Dio sia indifferente? Il presente volume, articolato in una parte storica e una parte sistematica, cerca di rispondere a queste domande. L’indagine storica fa emergere i problemi trattati, considerando le soluzioni proposte dai diversi pensatori nella loro integrità, evitando di incapsularle in un ordine ideologico pregiudiziale. La parte sistematica è tesa in primo luogo a stabilire se ci sia un sapere sul quale la normatività etica si fonda e che tipo di sapere sia; quindi si chiede se e in che modo si possa parlare di Dio; alla luce di ciò giunge a tematizzare il ruolo di Dio nella vita umana e nel discorso etico.
L’intento è di superare l’“impasse” tra l’universalismo etico illuminista, con le sue insolute aporie, e il relativismo post-moderno, con la sua “insostenibile leggerezza”.
Il nichilismo post-moderno nega la possibilità stessa di porre filosoficamente il problema, pertanto il primo passo consiste nella giustificazione del senso e del ruolo di questa indagine. Il contesto della globalizzazione richiede un’etica mondiale, in grado di coniugare differenze e pluralismo. Bisogna quindi esaminare le istanze relativistiche e le loro motivazioni per far emergere le ragioni che spingono ad impostare un’etica razionale e non razionalistica che consenta di rendere ragione alle istanze dell’autenticità, della diversità sociale e del riconoscimento. Dal confronto con le diverse figure di razionalità pratica attualmente più rilevanti emergeranno i tratti essenziali di una proposta di riflessione per l’etica di oggi, in cui proprio le ragioni del pluralismo etico spingano a rifiutare il relativismo e a fondare nell’umanità degli uomini i doveri reciproci di rispetto e responsabilità.
GLI AUTORI
ALDO VENDEMIATI (1961) è Professore ordinario di Filosofia morale nella Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Urbaniana (Roma). Le sue ricerche vertono prevalentemente sulla fondazione dell’etica (In prima persona, Urbaniana University Press, Roma 2004), in dialogo con la tradizione tomista (La legge naturale, Edizioni Dehoniane, Roma 1995) e con la fenomenologia (Fenomenologia e realismo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1992). Si è dedicato anche all’approfondimento delle tematiche bioetiche in ordine alla loro fondazione epistemologica (La specificità bio-etica, Rubbettino, Soveria Mannelli 2002).