In una grande città dell'impero absburgico, l'unica istituzione imperial-regia che abbia conservato il suo splendore è la rinomata casa di piacere di via del Camoscio, la «casa della gioia». Qui si danno convegno militari, politici e personalità di spicco del mondo culturale cittadino, in un vivace e caotico salotto dove sfilano, ritratti da Werfel con la consueta finezza ironica e un po' nostalgica, personaggi indimenticabili: il nasuto intellettuale Schleissner, il pianista Nejedli, ex «Imperial-Regio Fanciullo Prodigio» il cui repertorio si è ridotto a tre brani, More, presidente nientemeno che della Società spinoziana, che si guadagna da vivere vendendo lapidi tombali, e tanti altri. Ci sono poi le ragazze: Grete, l'«intellettuale», Manja, la scaltra campagnola, e Ludmilla, aristocratica e orgogliosa, innamorata di un attore di terz'ordine. Tutto è sotto il controllo rigido della signorina Edith e del malaticcio signor Maxi. La morte improvvisa di quest'ultimo segna la fine anche dell'istituzione tanto antica e venerabile, che lascia il posto ai ritrovi più conformistici voluti, ironia della sorte, dal marito di Ludmilla, un politico ricco e influente. L'ex inquilina della «casa della gioia», diventata una signora borghese, non riconosce più nessuno dei suoi vecchi clienti, neppure il suo grande amore di un tempo; il ricordo degli antichi piaceri si è spento in un'agiata rispettabilità.
Praga, primi decenni del Novecento. Quando nell'agiata famiglia borghese del piccolo Hugo irrompe la bellissima Erna, sua futura istitutrice, il torpore di un'adolescenza troppo protetta si dissolve di colpo e, fra emozioni e turbamenti fino ad allora sconosciuti, Hugo comincia a esplorare il mondo. L'infatuazione lo porta a idealizzare tutto ciò che circonda Erna, compresi i suoi amanti, dei quali si fa ingenuo complice. E, anche se Hugo dovrà accettare il distacco da lei quando le rischiose trame d'amore della ragazza lo porteranno a scontrarsi con le norme di un ordine borghese, quell'incontro avrà lasciato in lui un segno indelebile.
Un incontro tra vecchi compagni di liceo, venticinque anni dopo l'esame di maturità, risveglia nel giudice istruttore Ernest Sebastian memorie e nostalgie lontane. Anche perché tra i volti degli amici di un tempo manca quello di Franz Adler, l'artista, il più dotato, colui il quale, solo, possedeva il segreto della poesia. Mosso da questa assenza e da un incontro di poco precedente, Sebastian in una notte insonne riscrive con fretta furiosa una vecchia vicenda giovanile; che è anche la storia di una colpa e di un'espiazione mancata, dell'eterna crudeltà degli uomini verso gli eletti. Un classico del Novecento riproposto in una nuova veste grafica.
Praga, primi decenni del Novecento. Quando nell'agiata famiglia borghese del piccolo Hugo irrompe la bellissima Erna, sua futura istitutrice, il torpore di un'adolescenza troppo protetta si dissolve di colpo e, fra emozioni e turbamenti fino ad allora sconosciuti, Hugo comincia a esplorare il mondo. L'infatuazione lo porta a idealizzare tutto ciò che circonda Erna, compresi i suoi amanti, dei quali si fa ingenuo complice. E, anche se Hugo dovrà accettare il distacco da lei quando le rischiose trame d'amore della ragazza lo porteranno a scontrarsi con le norme di un ordine borghese, quell'incontro avrà lasciato in lui un segno indelebile.