Questa ricerca sul potere della scienza e della tecnica, che ha visto la collaborazione di docenti, membri del Centro Cattolico di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino ed esperti di diverse discipline, presenta lo sviluppo del progresso tecno-scientifico, le narrazioni con cui viene proposto e le sue implicanze nella vita dell'umanità. Nella prima parte si pone in risalto non solo come la tecnica venga interpretata da molti autori contemporanei come unica fonte di salvezza e dai post-umanisti come fonte di immortalità, ma anche i rischi connessi a questo approccio che, anziché favorire lo sviluppo integrale dell'uomo, finisce per disumanizzarlo.La seconda parte considera il valore ma anche i dilemmi che alcune applicazioni che la tecnica oggi permette pongono alla riproduzione umana, alle scienze cognitive, alla comunicazione di massa, all'ecologia, alla finanza e all'educaZione delle nuove generazioni. L'ultima parte propone infine una valutazione etica e teologica della questione.
Ci auguriamo che questo lavoro possa favorire una serena e impegnata riflessione sul servizio che la scienza e la tecnica possono offrire all'umanità, ma possa anche mettere in guardia dall'affermarsi di un imperio tecno-scientifico senza progetto, affinché diventi ancor oggi possibile fare in modo che la libertà umana lo orienti e lo metta "al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale"
L’opera presenta gli argomenti affrontati dal secondo Corso di Master in Bioetica avviato dalla Sezione Torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Questo secondo volume si pone, come il precedente, dalla parte della vita, ma declinandola e coniugandola con gli stili comportamentali, le fragilità umane e le sfide del Terzo Millennio nella consapevolezza che la bioetica, nata intorno all’uomo per tutelarne la dignità, si arricchisce nel tempo di ulteriori valenze. La sua natura interdisciplinare coinvolge le competenze culturali ed etiche di ogni ambito del sapere, relazionando l’uomo anche con il suo contesto sociale e ambientale.
Il bioeticista H. T. Engelhardt fa parte della nutrita schiera dei teorici contrattualisti che hanno come comune denominatore la concezione sociologica della persona, il rifiuto della metafisica e di norme morali universali. Non disdegna la dimensione della fede, ma nega l'opportunità d'avvalersi nel dibattito pubblico di premesse d'ordine teologico. Il libro individua le tappe del lento processo che portò al relativismo e allo scetticismo dilaganti nel pensiero engelhardtiano e più in generale nell'attuale cultura postmoderna. Giustifica, infine, la possibilità d'orientarsi, con l'uso della ragione, illuminata dalla fede, al raggiungimento delle verità basilari dell'esistenza e all'apertura ad un dialogo interculturale capace d'indirizzare responsabilmente l'accoglienza e la tutela di ogni essere umano.
Presentazione di mons. Elio Sgreccia Questo testo presenta gli argomenti affrontati dal primo Corso di Master in Bioetica avviato dalla Sezione Torinese della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Il metodo seguito è quello della interdisciplinarità che ha fatto incontrare, di fronte a fatti e problemi umani di grande rilievo, l'apporto della scienza sperimentale, la dimensione antropologica, la riflessione etica e giuridica. Un itinerario per affrontare tematiche cruciali come procreazione artificiale, aborto, cura al morente e eutanasia, restando dalla parte della vita.